Età dei Flavi Tito Flavio Vespasiano (69 – 79 d.C.) Tito Flavio Cesare Vespasiano Augusto (79 – 81 d.C.) Tito Flavio Domiziano (81 -96 d.C.)
L’anno dei quattro imperatori (69 d.C)
La violenta eliminazione di Nerone gettò nel caos lo Stato romano, al cui vertice si avvicendarono nel giro di pochi mesi quattro imperatori, sostenuti dai rispettivi eserciti. I soldati che in Spagna avevano appoggiato la rivolta di Galba si sentivano assai più legati al proprio comandante che non a Roma. Dal Senato romano volevano un riconoscimento formale alla loro iniziativa. Apparve chiaro come le decisioni politiche potevano essere prese anche nelle lontane province dell’Impero.
L’anno dei quattro imperatori (69 d.C.)
La ispirazione senatoria di Galba causò la reazione dei pretoriani, che gli contrapposero l’ex governatore della Gallia, Salvio Otone. Galba fu subito eleminato, ma una nuova sollevazione militare sul confine del Reno portava sulla scena un terzo pretendente, Aulo Vitellio, che scese con l'esercito in Italia, sconfiggendo Otone in battaglia.
L’anno dei quattro imperatori (69 d.C.)
Vitellio, entrato a Roma, assunse atteggiamenti neroniani, sia per la ferocia dei massacri compiuti dalle sue truppe, sia per il carattere anti senatorio della sua politica. Gli eserciti d’Oriente che avevano assistito da lontano allo sconvolgimento drammatico degli venti, vollero imporre un proprio candidato, il generale Tito Flavio Vespasiano, impegnato in Giudea nella repressione di una rivolta. Le truppe del Danubio si schierarono con Vespasiano e sconfissero i seguaci di Vitiellio. Il Senato, subito, riconobbe Vespasiano come nuovo principe, che nel frattempo si era impossessato dell’Egitto.
Le fonti
L’anno dei quattro imperatori Galba
Legioni spagnole
Otone
Pretoriani
Vitellio
Legioni germaniche
Conseguenza: a) Un imperatore può essere scelto anche molto lontano da Roma b) Aumenta il ruolo dell’esercito
Vespasiano
Legioni orientali
Vespasiano (69 – 79 d.C)
La vittoria di Vespasiano portava per la prima volta al vertice dello Stato un uomo che godeva di largo prestigio e che non apparteneva all'antica aristocrazia romana. Vespasiano era nato a Rieti da una famiglia tipica rappresentate dei nuovi ceti emergenti della provincia italiana.
Politica estera Vespasiano conciliò il bisogno di stabilità, conseguente ai traumi delle guerre civili, con una buona dose di innovazioni, specie nel campo della politica istituzionale e finanziaria. Nei primi anni del regno fu impegnato in Gallia e in Britannia, dove represse le ribellioni contro il potere centrale, e in Germania dove si preoccupò di migliorare l’assetto del confine tra Reno e Danubio.
Politica estera Già nel 70 il giovane Tito, figlio di Vespasiano, rimasto al comando delle truppe impegnate in Giudea aveva avuto ragione della rivolta ed aveva espugnato l’antica capitale Gerusalemme. Il tempio di Salomone fu dato alle fiamme e la repressione sui vinti fu durissima; migliaia di prigionieri furono crocifissi lungo le mura della città o destinati ad essere dati in pasto alle belve nei giochi circensi. Di questi eventi restano le testimonianze dell’opera storica di Flavio Giuseppe e l’Arco di Tito, lungo la via sacra a Roma.
Arco di Tito
Politica interna Vespasiano, in politica interna, provvide a scogliere le legioni più compromesse con le vicende delle guerre civili e immise negli organici nuove leve reclutate nelle più salde e romanizzate province occidentali. Preoccupato delle simpatie eccessive nutrite per la parte orientale dell’impero da alcuni suoi predecessori come Caligola e Nerone appoggiò risolutivamente l’ascesa delle province d’Occidente, garantendo nuovi diritti di cittadinanza e inserendo al Senato nuovi membri tratti dalle aristocrazie provinciali (Fece ciò grazie alla carica di Censore). Una nuova classe dirigente veniva così a formare in centro e in periferia un base politica solida per la nuova dinastia.
Politica istituzionale Associando all’impero i suoi due figli, Tito e Domiziano, e attribuendo al primo, con la prefettura del pretorio, il controllo sulle truppe stanziate nella capitale, Vespasiano gettava le basi di una transizione ereditaria del potere. Con un’apposita legge, lex de imperio Vespasiani, sanciva i limiti e le prerogative del potere imperiale, garantendo le attribuzioni del Senato, ma anche ribadendo le facoltà e le funzioni del potere monarchico del princeps.
Politica economica Il banco di prova della politica di Vespasiano fu comunque la grave situazione economica che vedeva il bilancio statale fortemente compromesso dalle precedenti politiche di spesa (opere pubbliche, distribuzioni gratuite di frumento, allestimento di giochi e spettacoli, aumento degli impiegati pubblici) A questa situazione l’imperatore oppose una rigida amministrazione basata su un migliore bilanciamento delle uscite e delle entrate, ottenuto mediante inasprimenti fiscali (aumento delle tasse).
Vespasiano
Politica estera
a) Britannia b) Confini germanici c) Giudea
Politica interna
a) Rinnovamento dell’esercito b) Rapporto con i cittadini delle province
Politica istituzionale
a) Lex de imperio vespasiani b) Carattere dinastico del principato
Politica economica
a) Aumento delle tasse b) Controllo della spesa pubblica
Tito (79 – 81 d.C.) Alla morte di Vespasiano, avvenuta nel 79 d.C., la successione di Tito apparve del tutto naturale. Il nuovo imperatore, mantenette un atteggiamento di rispetto nei confronti del Senato. Sotto il suo regno in Campania una spaventosa eruzione del Vesuvio seppellì tre fiorenti cittadine, Pompei Ercolano e Stabia. L’anno seguente a Roma un violentissimo incendio distruggeva gran parte del centro cittadino, case private e monumenti pubblici. Questi eventi disastrosi consentirono a Tito di dimostrarsi assai munifico nell’opera di soccorso. Nell’80 venne inaugurato l’Anfiteatro Flavio.
Domiziano (81 – 96 d.C.)
Tito morì improvvisamente a 41 anni, gli successe nell’81 il fratello Domiziano. Domiziano mutò i rapporti tra principe e il Senato. Il principe aveva atteggiamenti assolutistici che il Senato non gradiva. Domiziano si assicurò l’appoggio degli eserciti, elargendo donativi ed aumentando le paghe sia ai legionari che alle truppe stanziate a Roma.
Politica istituzionale A differenza dei suoi predecessori Domiziano mantenne per molti anni la carica di console, cui aggiunse in seguito anche quella di Censore a vita per poter fare e disfare a suo piacimento la lista dei senatori (quindi colpire i senatori che erano suoi oppositori) Il princeps si faceva chiamare ufficialmente dominus et deus. In tal modo veniva rotta l’alleanza con il Senato che fino ad allora aveva sostenuto la dinastia Flavia
Politica estera Domiziano riprese una politica militare più attiva sia per favorire gli eserciti, sia per rinsaldare la difficile situazione ceratasi sulla frontiera renana e danubiana I possedimenti romani furono ampliati, furono istituite due nuove province: La Germana Superiore e Inferiore Successi furono ottenuti anche in Britannia ed in Dacia (attuale Romania).
Politica economica Durante il regno di Domiziano le attività economiche e commerciali subirono un forte impulso. Assistiamo all’ascesa delle capacità produttive delle province. L’Italia è in difficoltà dal punto di vista commerciale ed agricolo. Ad esempio, l’Archeologia testimonia che, in questo periodo, sulle tavole dei cittadini di Roma c’è vasellame prodotto in Africa non in Italia. Gli stessi prodotti agricoli molto spesso vengono acquistati dalle province. Domiziano tentò anche con un editto di proteggere l’economia agricola della penisola, imponendo la distruzione dei vigneti in quelle province in cui il vino faceva concorrenza alla produzione italica, ma il lento esaurimento delle capacità produttive dell’Italia era cominciato.
La congiura contro Domiziano I parziali successi nella politica estera non potevano servire a far superare la grave crisi interna causata dall’opposizione crescente degli ambienti senatori. Negli ultimi anni di regno Domiziano attuò una forte repressione; colpì gli intellettuali espellendoli da Roma e moltiplicò i processi per lesa maestà Una congiura di palazzo, cui pare non dovesse essere estranea la moglie, eliminò definitivamente lo scomodo imperatore nel 96 d.C.
Domiziano
Politica estera
a) Germania b) Dacia c) Britannia
Politica interna
a) Rapporto con l’esercito
Politica istituzionale
a) Ideologia assolutistica di Domiziano b) Rapporto con il senato
Politica economica
a) Crisi produttiva dell’Italia b) Ascesa economic a delle province
Gli Augustali a Miseno
Ricostruzione del pronao del Sacello degli augustali di Miseno all’interno del Museo archeologico dei Campi Flegrei, Castello aragonese di Baia Sacello degli augustali a Miseno
Vespasiano
Tito
Il Domiziano/ Nerva
Iscrizione opistografa
Iscrizione opistografa: lato frontale [I]mp(eratori) Ne[r]u[ae] Caesari [Aug(usto)] [pont(ifici) max(imo), tr(ibunicia)] po[t(estate),] [co(n)s(uli) II, p(atri) p(atriae)]
Iscrizione opistografa: Impronta lato retrostante
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[Imp(eratori) Ca]esari [diui Ves]pasiani [f(ilio)] [Do]mitiano Aug(usto) Germ(anico), [p]ont(ifici) max(imo), tr(ibunicia) pot(estate) XIIII, [i]mp(eratori) X[X]II, [c]o(n)s(uli) XVII, cens(ori) perp(etuo), p(atri) [p(atriae)] Augus[tales] p(ecunia) s(ua)
Possibili domande L’anno dei quattro imperatori, la testimonianza di Tacito, provenienza di Vespasiano, Politica interna di Vespasiano, politica estera di Vespasiano, politica istituzionale e lex de imperio Vespasiani, politica economica di Vespasiano, il regno di Tito, politica istituzionale di Domiziano, rapporto Domiziano – esercito, politica estera di Domiziano, politica economica di Domiziano, chi sono gli augustali, i ritrovamenti archeologici del sacellod egli augustali di Miseno, Iscrizione di Nerva (descrizione della titolatura), iscrizione di Domiziano (descrizione della titolatura e datazione).