Università degli studi della Basilicata Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo: Architettura, Ambiente, Patrimoni culturali Laboratorio di Progettazione 2: Rappresentazione dell’Architettura dell’Architettura A.A. 2013/2014 Prof.ssa Loredana Loredana Ficarelli Tutor: Arch. Mariangela Turchiarulo
I TIPI EDILIZI: LA CASA IN LINEA
Matera, 10 dicembre 2013 Arch. Mariangela Turchiarulo Turchiarulo
DEFINIZIONE CASA IN LINEA La casa in linea, nell’assetto nell’assetto più diffuso, presenta un impianto a corpo doppio strutturale (dal fronte di
20-24 m, per una profondità di 10-12 m), con scala a doppia rampa in vano proprio a disimpegnare due appartamenti per piano, dai caratteri caratteri tipici nella superficie (dai 90 ai 120 mq) e nella distribuzione, con gli ambienti più importanti affacciati sul percorso e quelli di servizio sul retro, retro, sull’area sull’area di
pertinenza.
La casa in i n linea, progettata per i quartieri di espansione, rappresenta rappresenta la codificazione del tipo plurifamiliare,, nato e maturato plurifamiliare maturato nella città antica dal processo di riuso di edilizia residenziale monofamiliare,, mediante fenomeni di sopraelevazione monofamiliare sopraelevazione,, accorpamento accorpamento e e rifusione rifusione.. (Corsini 1996, p. 9)
NOTA Corpo di fabbrica è la porzione di spazio compresa tra due assi longitudinali individuanti la struttura statica statica a pilastri o murature murature (corpo di fabbrica strutturale) strutturale) o le pareti principali che determinano la distribuzione, spesso includenti (ed a volte coincidenti con ) gli elementi statici (corpo di fabbrica distributivo).
FASI DI TRASFORMAZIONE DELLA CASA A SCHIERA
CASA A SCHIERA UNIFAMILIARE Deriva dall’evoluzione dall’evoluzione del tipo elementare mono-vano.
CASA A SCHIERA PLURIFAMILIARE Suddivisione dell’unità di schiera unifamiliare in diversi vani non più appartenenti ad un singolo proprietario.
CASA IN LINEA DI RIFUSIONE
Rifusione di una o più unità di schiera adiacenti.
CASA IN LINEA DI NUOVO IMPIANTO Reinterpretazione Reinterpretazione e rielaborazione critica dell’esperienza dell’esperienza spontanea acquisita mediante le operazioni di
rifusione delle unità di schiera.
IL PROCESSO FORMATIVO DELLA CASA A SCHIERA: DAL TIPO BASE AL TIPO IN LINEA
IL PROCESSO FORMATIVO DELLA CASA A SCHIERA: DAL TIPO BASE AL TIPO IN LINEA. FIRENZE, ROMA, GENOVA.
IL PROCESSO DI PLURIFAMILIARIZZAZIONE DELLA CASA A SCHIERA: DAL TIPO «A SCHIERA» AL TIPO «IN LINEA»
Dalla casa a schiera plurifamiliare con scala autonoma alla casa in
IL PROCESSO DI PLURIFAMILIARIZZAZIONE DELLA CASA A SCHIERA
Casa a schiera monofamiliare con atrio
Casa a schiera plurifamiliare con atrio
Casa a schiera monofamiliare con bottega
Casa a schiera plurifamiliare con bottega
ESEMPI DI CASE A SCHIERA (GENOVA, ROMA, FIRENZE): 1. MONOFAMILARE; 2. PLURIFAMILIARIZZATA; 3. RIFUSA.
CASA A SCHIERA MONOFAMILIARE: TIPO AD «ATRIO»
Firenze: piante e prospetto di una casa in via de’ Macci nello stato di fatto del 1711. (Maffei 1990, p. 231)
CASA A SCHIERA MONOFAMILIARE: TIPO AD «ATRIO»
Piante e prospetto di una casa in via de’ Macci nello stato di fatto del 1711. (Maffei 1990, p. 231)
CASA A SCHIERA MONOFAMILIARE: TIPO AD «ATRIO»
Piante e prospetto di una casa vecchia del Prato nello stato di fatto del 1780. (Maffei 1990, p. 233)
TESSUTI URBANI: AGGREGAZIONI DI CASE A SCHIERA, AGGREGAZIONI DI DOMUS, AGGREGAZIONI DI PSEUDOSCHIERE
Formazione dell’isolato (Caniggia 1979, p. 138)
A Padova: tipi a schiera a lotti allungati a Borgo
Sant Croce e Via Savonarola; B Napoli: case a corte derivate dalla
permanenza della domus; C Palermo: case a pseudoschiera da una
precedente lottizzazione del tipo «domus» e attuate per insulizzazione.
AGGREGAZIONI DI CASE A SCHIERA: TESSUTO URBANO
Roma: Tor di Nona: modello teorico delle fasi formative del tessuto. (Caniggia 1979, p. 187)
Firenze: planimetria con il rilievo dei piani terreni degli isolati di S. Croce soggetti alle demolizioni per il risanamento del
TESSUTO URBANO: AGGREGAZIONI DI CASE A SCHIERA E INTASAMENTO D’ANGOLO
Firenze: pianta e prospetto di sedici case vecchia sul Prato all’angolo con via Polverosa. (Maffei 1990, p. 235)
TESSUTO URBANO: AGGREGAZIONI DI CASE A SCHIERA E INTASAMENTO D’ANGOLO
Firenze: pianta ricostruttiva e prospetto dello stato attuale delle case degli Agostiniani in piazza S. Spirito. (Maffei 1990, p. 246)
TRASFORMAZIONI E RIUTILIZZAZIONI EDILIZIE: «CRESCITE» DELL’EDIFICIO «A SCHIERA» NELLA PROFONDITA’ DEL LOTTO EDILIZIO
Piante di un a casa in via S. Zanobi. Nello stato di fatto alla fine del XVIII secolo. (Maffei 1990, p. 262)
TRASFORMAZIONI E RIUTILIZZAZIONI EDILIZIE: «CRESCITE» DELL’EDIFICIO «A SCHIERA» NELLA PROFONDITA’ DEL LOTTO EDILIZIO
Pianta del piano terreno e prospetto di una casa di proprietà del Capitolo fiorentino posta in via S. Reparata, allo stato di fatto del XVIII secolo.
TRASFORMAZIONI E RIUTILIZZAZIONI EDILIZIE: DALLA CASA A SCHIERA MONOFAMILIARE ALLA CASA A SCHIERA PLURIFAMILIARE
Piante e prospetti di una casa di proprietà del Capitolo fiorentino posta in via S. Gallo presentata in due versioni di cui l a prima è precedente ai
TRASFORMAZIONI E RIUTILIZZAZIONI EDILIZIE: DALLA CASA A SCHIERA MONOFAMILIARE ALLA CASA A SCHIERA PLURIFAMILIARE
Piante e prospetto della casa di via de’ Pepi nello stato di fatto del 1778. (Maffei 1990, p. 256)
TRASFORMAZIONI E RIUTILIZZAZIONI EDILIZIE: IL PROCESSO DI RIFUSIONE (DALLA SCHIERA ALLA LINEA). ACCORPAMENTO DI EDIFICI A «SCHIERA» POSTI IN LOTTI CONTIGUI.
Piante e prospetto di due case di proprietà del Capitolo fiorentino poste in via del Porcellana con la sistemazione prima e dopo la
TRASFORMAZIONI E RIUTILIZZAZIONI EDILIZIE: IL PROCESSO DI RIFUSIONE (DALLA SCHIERA ALLA LINEA). ACCORPAMENTO DI EDIFICI A «SCHIERA» POSTI IN LOTTI CONTIGUI.
Casa in linea odierna
Roma: rifusione di due unità di schiera
Firenze: A casa a schiera fiorentina; B Casa in linea ad un alloggio per piano ottenuto per rifusione di due case a schiera
TRASFORMAZIONI E RIUTILIZZAZIONI EDILIZIE: IL PROCESSO DI RIFUSIONE (DALLA SCHIERA ALLA LINEA). ACCORPAMENTO DI EDIFICI A «SCHIERA» POSTI IN LOTTI CONTIGUI.
Firenze: piante e prospetto di due case esistenti: in via di Ripoli (in alto) e piazza del Mercato Centrale. (Maffei 1990, p. 264)
TRASFORMAZIONI E RIUTILIZZAZIONI EDILIZIE: IL PROCESSO DI RIFUSIONE (DALLA SCHIERA ALLA LINEA). ACCORPAMENTO DI EDIFICI A «SCHIERA» POSTI IN LOTTI CONTIGUI.
Coronamento Unificazione
Elevazione
Basamento
Firenze: piante e prospetto di una casa in via Pietrapiana n. 9. (Maffei 1990, p. 265)
IL PALAZZO DA RIFUSIONE EDILIZIA
IL PALAZZO DI NUOVO IMPIANTO
Genova: i palazzi di via Garibaldi. (Corsini 1996, p. 51)
IL PALAZZO DA RIFUSIONE EDILIZIA: LA CASA MERCANTILE FIORENTINA
IL PALAZZO DA RIFUSIONE EDILIZIA
Esempi di palazzetti toscani derivati dalla casa a corte mercantile
Esempi di palazzi originati da ristrutturazioni e rifusioni: Cortona
DALLA CASA AL PALAZZO - Formazione iniziale per incremento della cellula elementare (vani elementari delle schiere);
- Formazione della parete ritmica a bucature ed interassi uguali; - Perdita del rapporto tra leggibilità esterna ed organismo. Intenzionalità: asse di simmetria, assunzione di un numero dispari di interassi formativi, di cui quello centrale coincidente con il percorso passante di accesso all’edificio.
EDILIZIA SPECIALISTICA SERIALE ANTINODALE: IL PALAZZO
Individua in modo esemplare il tipo base (nella versione antecedente il XVII secolo): - impianto basato su due dimensioni fondamentali: quella del vano elementare e del quarto di vano; - il vano di accesso nel fronte indica
l’asse di
percorribilità
dell’edificio;
- la loggia e la sala al piano superiore sono elementi di distribuzione in continuità con il portico.
Palazzo Medici Riccardi, iniziato da Michelozzo di Bartolo, 1444-1462, Firenze
EDILIZIA SPECIALISTICA SERIALE ANTINODALE: IL PALAZZO
Individua una variante diacronica caratterizzata da:
- forte incremento direzionale; - accentuata gerarchia dei vani in riferimento agli assi di percorrenza, quasi equivalenti; - ingressi affiancati da due vani con apertura doppia; - raddoppio dimensioni vani angolari o aggiunta scale;
- equivalenza delle logge per situazione urbana bifronte e per ridurre dimensioni cortile; Palazzo Strozzi, 1489-1507,
- pianoterra e primo piano poco
Maiano e Simone del Pollaiolo, Firenze
gerarchizzati per la presenza delle volte.
LA LEGGIBILITA’ DELLA FACCIATA: ASSIALITA’, PARETE RITMICA, LA GERARCHIA DEI PIANI SOVRAPPOSTI
IL PROCESSO DI INSULIZZAZIONE ED IL TESSUTO MEDIEVALE DI GENOVA (FONDATO SULLA DOMUS E NON SULLA CASA A SCHIERA)
Lotto recinto della domus 17,70 x 35,40 m
Modelli ricostruttivi: a) La domus elementare; b) Insulizzazione di due domus contigue; c)Isolato medievale genovese; d) Isolato di Pré. e) Isolati della
IL PROCESSO EDILIZIO NELLA CITTA’ ANTICA DI GENOVA
IL PROCESSO EDILIZIO NELLA CITTA’ ANTICA DI GENOVA
IL PROCESSO EDILIZIO NELLA CITTA’ ANTICA DI GENOVA
IL PROCESSO EDILIZIO NELLA CITTA’ ANTICA DI GENOVA
IL PROCESSO EDILIZIO NELLA CITTA’ ANTICA DI GENOVA
IL PROCESSO EDILIZIO NELLA CITTA’ ANTICA DI GENOVA
IL PROCESSO EDILIZIO NELLA CITTA’ ANTICA DI GENOVA: LA CASA IN LINEA PROGETTATA
LA CASA IN LINEA A GENOVA 1. LA CASA IN LINEA A BLOCCO: edificio plurifamiliare unitario, isolato nel lotto, con un solo accesso ed un unico corpo scala che distribuisce da due a quattro alloggi d’angolo per piano.
2. IL BLOCCO DI ELEMENTI DI LINEA: edificio con due o più accessi e corpi s cala risultato dall’aggregazione a blocco isolato di più elementi in linea, soprattutto d’angolo e di testata.
Alla fine dell’Ottocento il progetto è uno strumento limitato ai palazzi nobiliari e l’esperienza del progetto di tessuto si limita alle strade residenziali specialistiche:
Strada Nuova e Strada Balbi, pianificate con palazzi nobiliari. La casa in linea di nuovo impianto a Genova si struttura a corpo triplo o quadruplo, a «blocco» isolato nel lotto da distacchi, con possibilità di affaccio su tutti i lati, e si aggrega ancora a blocco per formare isolati di piccola dimensione da dover ammettere perimetralmente non strade ma distacchi e come affaccio interno non aree di pertinenza, ma chiostre. (Corsini 1996, pp. 98-99)
IL PROCESSO EDILIZIO NELLA CITTA’ ANTICA DI GENOVA: TESSUTO URBANO PIANIFICATO
Genova: Strada Nuova, 1561 (via Garibaldi). Esempio di tessuto specialistico
Firenze: planimetria con il rilievo dei piani terreni degli edifici
IL PROCESSO EDILIZIO NELLA CITTA’ ANTICA DI GENOVA: LA CASA PROGETTATA. LA CASA IN LINEA A BLOCCO
IL PROCESSO EDILIZIO NELLA CITTA’ ANTICA DI GENOVA: LA CASAPROGETTATA. BLOCCO DI ELEMENTI DI LINEA
IL PROCESSO EDILIZIO NELLA CITTA’ ANTICA DI GENOVA: LA CASA PROGETTATA.
DALLA CASA IN LINEA AL BLOCCO. CORPO TRIPLO E CORPO QUADRUPLO. (BLOCCO DI ELEMENTI DI LINEA)
IL PROCESSO EDILIZIO NELLA CITTA’ ANTICA DI GENOVA: LA CASA PROGETTATA.
DALLA CASA IN LINEA AL BLOCCO. CORPO DOPPIO GIRANTE (BLOCCO DI ELEMENTI DI LINEA) CORPO DOPPIO. (BLOCCO DI ELEMENTI DI LINEA)
IL PROCESSO EDILIZIO NELLA CITTA’ ANTICA DI GENOVA:
RIFUSIONI E PROGETTO A CONFRONTO
Genova: Corso Magenta 11, 13, 15 (1882)
Genova: rifusione di tre testate di isolato a Pré
Genova: via del Molo 23, 25. Edifici da rifusione a corpo doppio incrementato in profondità
LA CASA IN LINEA A ROMA, MILANO E GENOVA A Roma, il tipo in linea deriva dalla presenza massiva, nel tessuto consolidato, di case a schiera: nel rilevo murario del Tridente di Piazza del Popolo già si osservano case in linea ottenute da rifusione di schiere. Il tipo romano è dunque più maturo grazie all’esperienza autoctona che lo
supporta. Milano media la casa in linea con il tipo a corte di cui si costituisce il suo tessuto storico: così la casa milanese degli anni ‘20 è costituita da un corpo frontale doppio e da un corpo semplice
rigirante intorno alla corte: non ha accesso diretto dalla strada alla scala, ma alla corte. Le scale sono poste lateralmente all’androne carrabile che conduce alla corte.
Il tessuto di Genova non è, come abbiamo visto, fondato sul tipo a schiera come quello di Roma o Firenze o dei borghi bolognesi. E’ tessuto di pseudoschiere derivate dal tipo insula antico. Per questo, non si realizza facilmente il corpo doppio, il doppio affaccio all’interno e all’esterno. La
versione della casa in linea è mediata con il tipo originario, basata su complessi corpi tripli o quadrupli, necessitanti di isolamento e distacchi, incapaci di realizzare un fronte continuo ed omogeneo.
LA CASA IN LINEA ISOLATA A ROMA E A GENOVA
LA CASA IN LINEA ISOLATA A FIRENZE E MILANO
SVILUPPI DELLA CASA IN LINEA: IL RADDOPPIO DEI CORPI STRUTTURALI
La casa in linea tende a svilupparsi secondo un raddoppio dei corpi di fabbrica strutturali. Tale assetto si mantiene anche nella sua evoluzione con struttura in c.a.
SVILUPPI DELLA CASA IN LINEA: IL RADDOPPIO DEI CORPI STRUTTURALI
Politecnico di bari – Facoltà di Architettura – CdLS in Architettura LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA II/B SVILUPPI DELLA CASA IN LINEA: IL RADDOPPIO DEI CORPI STRUTTURALI
A.A. 2003/04 Proff. Loredana Ficarelli, Daniela Catalano
Politecnico di bari – Facoltà di Architettura – CdLS in Architettura LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA II/B SVILUPPI DELLA CASA IN LINEA: IL RADDOPPIO DEI CORPI STRUTTURALI
A.A. 2003/04 Proff. Loredana Ficarelli, Daniela Catalano
I QUARTIERI RESIDENZIALI DEGLI ANNI ‘20 -’30
LA CASA IN LINEA NEL MOVIMENTO MODERNO L’organismo architettonico, costituito dall’aggregazione di case in linea, diventa parte dell’ impianto urbano razionalista. L’ edificio, in molti casi, non è più elemento della struttura di un insieme organico, ma è elemento di una serie
tendenzialmente infinita.
Abitazioni in linea al quartiere operaio di Blijdorp, 1931.J.J. Peter Oud
La canonizzazione della casa in linea nel Movimento Moderno Nelle case in linea canonizzate dal Movimento Moderno viene mantenuto il meccanismo dell’accostamento di due
elementi strutturali nei quali si sperimentano fasi di una minore specializzazione degli ambienti (ad. es. il soggiorno pranzo)
Alloggio in linea:
Alloggio in linea:
Plan Zuid di H. Berlage, 1902-1917
Jacobus Johannes Pieter Oud:
Karl Ehn Karl Marx-Hof, Vienna, 1926-1930
Walter Gropius, Karlsruhe, Siedlung Dammerstock, 1928-1929
Case ICP San Saba Quadrio Pirani e Giovanni Bellucci Roma, 1903-1923
Case ICP a Testaccio Quadrio Pirani, Giovanni Bellucci piazza S.Maria Liberatrice, Lungotevere Testaccio, via Romolo Gessi, via Rubattino, Roma, Italia, 1911-1917
Case ICP a Testaccio Quadrio Pirani, Giovanni Bellucci piazza S.Maria Liberatrice, Lungotevere Testaccio, via Romolo Gessi, via Rubattino, Roma, Italia, 1911-1917
Quartiere Testaccio, prospetto via Rubattino
Case ICP a Testaccio Quadrio Pirani, Giovanni Bellucci piazza S.Maria Liberatrice, Lungotevere Testaccio, via Romolo Gessi, via Rubattino, Roma, Italia, 1911-1917
Pianta edificio in Via Gessi
Pianta edificio in Lungotevere Testaccio
Case a pettine al Tufello Pietro Sforza Via Tonale, Via delle Isole Curzolane, 00139, Roma, Italia, 1940-1947
Case in linea al quartiere Trullo Roberto Nicolini, Giuseppe Nicolosi Roma, 1939-1955
Terragni e Lingeri
Terragni e Lingeri
Giuseppe Terragni,
Giuseppe Terragni,
Wilhelm Riphahn
Le case in linea progettate da Mies van der Rohe al Weissenhof di Stoccarda (1926), interpretano secondo gli elementi essenziali la casa in linea consolidata.
Haus Mies van der Rohe Am WeiƁenhof, 1927
Haus Mies van der Rohe Am WeiƁenhof, 1927
Haus Mies van der Rohe Am WeiƁenhof, 1927
Haus Mies van der Rohe Am WeiƁenhof, 1927
Haus Mies van der Rohe Am WeiƁenhof 14-20
Haus Mies van der Rohe Am WeiƁenhof 14-20
LA CASA IN LINEA DAGLI ANN ‘50 IN POI
Luigi Figini, Gino Pollini Milano, Quartiere Harar, (1951-1955)
Luigi Figini, Gino Pollini Milano Quartiere Harar, (1951-1955)
Walter Gropius
Enzo Zecchiroli
Giuseppe Vaccaro
Mario Fiorentino
Adaliberto Libera Villaggio Olimpico, Roma, 1959
Mario Ridolfi, Wolfgang Wolfgang Frankl Case a Torre in Viale Etiopia Viale Etiopia, Roma, 1949-1955
LE SPERIMENTAZIONI DEL MOVIMENTO MODERNO
Alvar Aalto
Arne Jacobsen Ved Bellevue Bugt: giustapposizione di due modelli abitativi: in linea e a schiera
Aldo Rossi (1): Casa a ballatoio
Unità d’abitazione al Gallaratese, Carlo Aymonino (2) e Aldo Rossi (1), Milano, 1974
A.Rossi, Valdana, residenze, piante e prospetti
Politecnico di bari – Facoltà di Architettura – CdLS in Architettura
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA II/B A.A. 2004/2005 Proff. Loredana Ficarelli, Daniela Catalano
Aldo Rossi, isolato sulla Schützenstraße, Berlino. Progetto 1992-94; realizzazione 1995-97
Aldo Rossi, isolato sulla Schützenstraße, Berlino. Progetto 1992-94; realizzazione 1995-97
Aldo Rossi, isolato sulla Schützenstraße, Berlino. Progetto 1992-94; realizzazione 1995-97
IL FRONTE COME QUINTA URBANA CONTINUA
L’uniformità dello spazio urbano attraverso l’impiego di facciate continue
Aldo Rossi, isolato sulla Schützenstraße, Berlino. Progetto 1992-94; realizzazione 1995-97
Politecnico di bari – Facoltà di Architettura – CdLS in Architettura
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA II/B A.A. 2003/04 Proff. Loredana Ficarelli, Daniela Catalano
Aldo Rossi, isolato sulla Schützenstraße, Berlino. Progetto 1992-94; realizzazione 1995-97
Politecnico di bari – Facoltà di Architettura – CdLS in Architettura
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA II/B A.A. 2003/04 Proff. Loredana Ficarelli, Daniela Catalano
Aldo Rossi, isolato sulla Schützenstraße, Berlino. Progetto 1992-94; realizzazione 1995-97
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Aldo Rossi, isolato sulla Schützenstraße, Berlino. Progetto 1992-94; realizzazione 1995-97
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LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA II/B A.A. 2003/04 Proff. Loredana Ficarelli, Daniela Catalano
Aldo Rossi, isolato sulla Schützenstraße, Berlino. Progetto 1992-94; realizzazione 1995-97
Aldo Rossi, isolato sulla Schützenstraße, Berlino. Progetto 1992-94; realizzazione 1995-97
Aldo Rossi, isolato sulla Schützenstraße, Berlino. Progetto 1992-94; realizzazione 1995-97
Hans Kollhoff, Leibniz Arcade, Leibnizstrasse, Berlino, 1998
Hans Kollhoff, Leibniz Arcade, Leibnizstrasse, Berlino, 1998
Hans Kollhoff, Leibniz Arcade, Leibnizstrasse, Berlino, 1998
Politecnico di bari – Facoltà di Architettura – CdLS in Architettura
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA II/B A.A. 2003/04 Proff. Loredana Ficarelli, Daniela Catalano
Politecnico di bari – Facoltà di Architettura – CdLS in Architettura
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA II/B A.A. 2003/04 Proff. Loredana Ficarelli, Daniela Catalano
Hans Kollhoff, Leibniz Arcade, Leibnizstrasse, Berlino, 1998
Hans Kollhoff, Leibniz Arcade, Leibnizstrasse, Berlino, 1998
ECO-QUARTIERI E SOCIAL HOUSING NELLE ESPERIENZE NORD EUROPEE Una importante stagione dell’housing europeo ha evidenziato, nel primo decennio degli anni 2000, contributi di
interessante innovazione nella progettazione e nella realizzazione di interventi di nuova edificazione che hanno coniugato i temi della crescita urbana e le politiche per la residenza con gli obiettivi della sostenibilità. I nuovi quartieri e le ‘eco-cities’ realizzate fra gli anni ’90 e 2000 nei paesi scandinavi e nel Regno Unito, oltre
che in Germania, Francia, Olanda ed altre nazioni europee rappresentano terreno fertile per la una ricerca così orientata. Il ruolo delle scelte tecnologiche e delle caratteristiche del processo edilizio è stato determinante per la qualità degli interventi, per la riduzione degli impatti ambientali e per il sostegno a nuovi stili di vita ecologicamente orientati e di più ampia inclusione sociale. Fra gli esempi più importanti vi sono i quartieri Bo01 a Malmö e Hammarby Sjöstad a Stoccolma, oltre al Greenwich Millennium Village (GMV) a Londra e Ørestad a Copenhagen.
ECO-QUARTIERI E SOCIAL HOUSING NELLE ESPERIENZE NORD EUROPEE: HAMMARBY SJÖSTAD A STOCCOLMA
ECO-QUARTIERI E SOCIAL HOUSING NELLE ESPERIENZE NORD EUROPEE: HAMMARBY SJÖSTAD A STOCCOLMA
ECO-QUARTIERI E SOCIAL HOUSING NELLE ESPERIENZE NORD EUROPEE: HAMMARBY SJÖSTAD A STOCCOLMA
ECO-QUARTIERI E SOCIAL HOUSING NELLE ESPERIENZE NORD EUROPEE: HAMMARBY SJÖSTAD A STOCCOLMA
ECO-QUARTIERI E SOCIAL HOUSING NELLE ESPERIENZE NORD EUROPEE: HAMMARBY SJÖSTAD A STOCCOLMA
ECO-QUARTIERI E SOCIAL HOUSING NELLE ESPERIENZE NORD EUROPEE: HAMMARBY SJÖSTAD A STOCCOLMA
ECO-QUARTIERI E SOCIAL HOUSING NELLE ESPERIENZE NORD EUROPEE: ØRESTAD, COPENHAGEN
ECO-QUARTIERI E SOCIAL HOUSING NELLE ESPERIENZE NORD EUROPEE: BO01, MALMÖ
LA MANUALISTICA
Politecnico di bari – Facoltà di Architettura – CdLS in Architettura
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA II/B A.A. 2003/04 Proff. Loredana Ficarelli, Daniela Catalano
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LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA II/B A.A. 2003/04 Proff. Loredana Ficarelli, Daniela Catalano
BIBLIOGRAFIA
-
Maffei G. L., La casa fiorentina nella storia della città. Dalle origini all’Ottocento, Venezia, 1990, Marsilio Editori. Corsini M. G., La casa in linea a Genova. Tipo e progetto nell’edilizia residenziale, Roma, Edizioni Kappa, 1996. Caniggia G., Maffei G. L., Lettura dell’edilizia di base, Venezia, Saggi Marsilio, 1979. L., Carlotti P., Maffei G.L., La casa romana, Firenze 2000, pag. 201 e segg. Ranaldi I., Testaccio. Da quartiere operaio a Village della capitale, Milano, Franco Angeli Edizioni, 2012. Duranti G., Puccini E., Testaccio Il quartiere operaio di Roma Capitale 1870-1930, Roma, Palombi. Cavallotti C., Daniela. Guide Rionali di Roma Rione XX – Testaccio, Roma, Palombi Editori, 2007. Magaldi V., Il nuovo gruppo di case al Testaccio dell'Istituto per le Case Popolari in Roma, Roma, Istituto Case Popolari, 1917. Berlage H. P. , van Bergeijk H. (a cura di), Architettura, urbanistica, estetica: scritti scelti, Bologna, Zanichelli, 1985. Martí Arís C., Le variazioni dell'identità. Il tipo di architettura, Città Studi, 1993. French H., Planimetrie, sezioni, prospetti. Celebri complessi residenziali, Logos, Modena, 2009. Marescotti F., Diotallevi I., Ciucci G., Casciato M. (a cura di), Il Problema sociale costruttivo ed economico dell‘’abitazione, Roma, Officina ed., 1984.
ESERCITAZIONE I: LA CASA IN LINEA DA RIFUSIONE Si progetti un edificio in linea attraverso la rifusione delle tre case a schiera evidenziate, collocate nel tessuto di Firenze, all’intersezione tra Via Case Vecchie e Via Polverosa. Le demolizioni necessarie per l’accorpamento delle unità, dovranno essere progettate nel rispetto delle murature
portanti. Il progetto delle facciate dovrà essere coerente con il carattere statico e distributivo del nuovo edificio d’angolo.
ELABORATI DA PRODURRE: Una tavola orizzontale (formato 100x70 cm) Schema strutturale: scala 1:100 Pianta piano tipo: scala 1:100 Firenze: pianta e prospetto di sedici case vecchia sul Prato all’angolo con via Polverosa. (Maffei 199 0, p. 235) Pianta pianoterra: scala 1:100 n. 2 prospetti: scala 1:100 n. 1 sezione in corrispondenza del vano scala: scala 1:100 n. 1 sezione significativa a scelta.
ESERCITAZIONE I: LA CASA IN LINEA DA RIFUSIONE
Firenze: pianta e prospetto di sedici case vecchia sul Prato all’angolo con via Polverosa. (Maffei 1990, p. 235)
ESERCITAZIONE II : LA CASA IN LINEA A BLOCCO
Si progetti un edificio in linea d’angolo con struttura a telaio in c.a.
Ogni vano scala serva due o più alloggi di differente superficie utile. DATI DI PROGETTO Superficie lotto: 5170 mq (55 x 94 m) Superficie coperta massima: 1200 mq Volumetria massima: 10000 mc Altezza massima: 13 m Distanza minima dai confini: 5 m Arretramento minimo da filo strada: 5 m
ELABORATI DA PRODURRE:
Una tavola orizzontale (formato 50x70 cm) -
Planivolumetrico: scala 1:500 Schema strutturale: scala 1:200 Pianta piano tipo: scala 1:200 Pianta pianoterra: scala 1:200 n. 1 prospetto: scala 1:200 n. 1 sezione: scala 1:200 Viste assonometriche/esplosi
ESERCITAZIONE: LA CASA IN LINEA A BLOCCO TERMINOLOGIA URBANISTICA (solo alcune definizioni)
N.B. Le definizioni possono variare da Comune a Comune Ds (ml ) – Distanza minima dei fabbricati dalla strada Si determina misurando la distanza dell’edificio dal ciglio della strada, al netto dei cor pi aggettanti aperti. Si intende per ciglio della
strada la linea di limite della sede centrale comprendente tutte le sedi viabili, sia veicolari che pedonali e le aree di pertinenza stradale. H (ml ) – Altezza massima degli edifici Definisce l’altezza massima reale consentita. Si misura dalla quota media del marciapiede lungo il fronte principal e dell’edificio, alla quota massima dell’intradosso del solaio di copertura dell’ultimo piano abitabile. Altezza di un edificio: è l’altezza massima fra quelle dei vari fronti dell’edificio stesso. Sc (mq) – Superficie coperta
Per superficie coperta si intende la proiezione orizzontale delle parti edificate fuori terra. Su (mq) – Superficie utile dell’alloggio Per superficie utile dell’alloggio si intende quella delimitata dal perimetro esterno dell’alloggio, diminuita delle superfici occupate dalle pareti
perimetrali, dalle pareti esterne, dai pilastri, dai vani delle porte e delle portefinestre, dalle canne di aerazione o fumarie, dagli eventuali camini, dai cavedi, dalle scale interne non comuni e dalle logge. Slp (mq) – Superficie lorda di pavimento Per superficie lorda di pavimento si intende la somma della superficie lorda di ogni piano dell’edificio misurata entro il pr ofilo esterno delle pareti
perimetrali ai vari piani e soppalchi di interpiano, sia fuori terra che in sottosuolo. Sono escluse dal computo le superfici adibite al ricovero delle autovetture, con i relativi spazi di manovra ed accesso, le cantine, gli aggetti aperti, i portici, i sottotetti non abitabili e d i volumi tecnici dell’edificio. Ve (mc) – Volume edificabile Si intende come prodotto tra la SLP dei singoli piani della costruzione per l’altezza virtuale, convenzionalmente pari a 3 m, indipendentemente dalla
sua altezza effettiva. Il volume massimo che può essere costruito in un comparto edificatorio viene dedotto altresì in base agli indici di densità edilizia ammessi dal PRG per quell’area, moltiplicando cioè la St o la Sf rispettivamente per It o per If.
Vmax = St x It oppure Vmax = Sf x If Il volume costruibile comprende: - la parte fuori terra delle costruzioni esistenti e/o da realizzare sul lotto; - la parte interrata delle stesse costruzioni, se destinata a residenza, uffici o attività produttive - i fabbricati accessori, per la loro parte fuori terra
ESERCITAZIONE: LA CASA IN LINEA A BLOCCO STANDARD URBANISTICI E RESIDENZIALI NAZIONALI D.M. 1444/1968 – Zone territoriali omogenee – Standard nazionali ZONE OMOGENEE ZONA A: comprende le parti del territorio interessate da agglomerati urbani d’interesse storico, artistico e di particolare pregio ambientale. ZONA B: comprende le parti del territorio, totalmente o parzialmente edificate, che non presentino interesse storico, artistico e di particolare
pregio ambientale. Vi rientrano le aree in cui la superficie coperta degli edifici esistenti supera il 12.5% della superficie fondiaria e la densità edilizia supera 1.5% mc/mq. ZONA C: comprende le parti del territorio inedificate ma destinate allo sviluppo dell’abitato, oppure edificate al di sotto dei limit i di superficie coperta e di densità edilizia relativi alla zona B. ZONA D: comprende le parti del territorio destinate a nuovi insediamenti produttivi, industriali, commerciali. ZONA E: comprende le parti del territorio destinate ad usi agricoli. ZONA F: comprende le parti del territorio destinate ad attrezzature di interesse generale. Standard urbanistici per gli insediamenti residenziali in zona A-B-C:
DISTACCHI Classificazione de lle strade (D. Lgs. 285/1992, Nuovo Codice della strada)
ESERCITAZIONE: LA CASA IN LINEA A BLOCCO STANDARD URBANISTICI E RESIDENZIALI NAZIONALI D.M. 1444/1968 – Zone territoriali omogenee – Standard nazionali ZONE OMOGENEE ZONA A: comprende le parti del territorio interessate da agglomerati urbani d’interesse storico, artistico e di particolare pregio ambientale. ZONA B: comprende le parti del territorio, totalmente o parzialmente edificate, che non presentino interesse storico, artistico e di particolare
pregio ambientale. Vi rientrano le aree in cui la superficie coperta degli edifici esistenti supera il 12.5% della superficie fondiaria e la densità edilizia supera 1.5% mc/mq. ZONA C: comprende le parti del territorio inedificate ma destinate allo sviluppo dell’abitato, oppure edificate al di sotto dei limit i di superficie coperta e di densità edilizia relativi alla zona B. ZONA D: comprende le parti del territorio destinate a nuovi insediamenti produttivi, industriali, commerciali. ZONA E: comprende le parti del territorio destinate ad usi agricoli. ZONA F: comprende le parti del territorio destinate ad attrezzature di interesse generale. Standard urbanistici per gli insediamenti residenziali in zona A-B-C:
DISTACCHI Classificazione de lle strade (D. Lgs. 285/1992, Nuovo Codice della strada)
ESERCITAZIONE: LA CASA IN LINEA A BLOCCO RESIDENZA Altezze minime degli ambienti residenziali ( D.M. 5 luglio 1975)
( D.M. 5 luglio 1975 + L. 513/197 7 + L. 457/1978 + L eggi regionali + N.T.A., R.E., R.I.)
Superfici aeroilluminanti minime (D.M. 5 luglio 1975 + R.E.) Se consideriamo l’illuminazione proveniente da pareti perimetrali, le parti trasparenti, misurate al lordo del telaio dell’ infisso, non devono avere un’area inferiore a 1/8 della superficie del pavimento locale.
Il rapporto aeroilluminante (RAI) si ottiene dividendo la superficie finestrata Sf per la superficie del pavimento del locale Sp. Parcheggi residenziali privati ( L. 122/1989 cd. Tognoli)
La legge Tognoli indica la misura minima: 1 mq ogni 10 mc di edificio residenziale (suddivisi in parcheggi a raso e posti aut o in garage interrato). Il dato numerico corrisponde alla sommatoria dei posti auto più tutti gli spazi di manovra. I box interrati/seminterrati hanno un’altezza utile di 2,40 m e non sono abitabili.
La rampa di accesso deve avere una pendenza max del 20% (D.M. 1febbraio 1986) fatto s alvo quanto riportato dai regolamenti edilizi.