KARL MARX
La vita MARX nasce a Treviri nel 1818 da una famiglia ebrea. In giovane età entra in contatto con i giovani hegeliani, studiando a fondo la filosofia di Hegel. Passato dalla facoltà di giurisprudenza a quella di filosofia si laurea con una tesi su Democrito ed Epicuro. Si dedica al giornalismo politico. Nel 1843 è costretto a trasferirsi a Parigi, dove inizia a pubblicare gli Annali franco-tedechi . Espulso dalla Francia, si trasfer trasferisc isce e a Bruxel Bruxelles les,, dove dove inizia inizia la collab collabora orazio zione ne con Engels Engels,, in polemi polemica ca con la sinist sinistra ra hegeliana. Nel 1848 pubblica il Manifesto del partito comunista, comunista , manifesto teorico e programmatico della Lega dei Comunisti. Viene nuovamente espulso dalla Germania. Impeditogli il soggiorno a Parigi, si trasferisce definitivamente a Londra. Nel 1864 è tra i fondatori della Associazione Internazionale dei Lavoratori (I Internazionale). Nel 1866 inizia la stesura del Capitale. Muore nel 1883 a Londra.
Caratteristiche Caratteristiche del marxismo Il pensiero di Marx non è riducibile alla dimensione filosofica o economica: esso presenta un'analisi globale della società e della storia. La sua caratteristica è l'analisi dialettica della totalità della società e della storia, viste come unità organiche in cui tutto è in relazione. Il marx marxis ismo mo è una una teor teoria ia che che vuol vuole e una una real realiz izza zazi zion one e conc concre reta ta,, nell nella a pras prassi si:: la comprensione del mondo è finalizzata alla sua modificazione rivoluzionaria. Mentre Hegel aveva aveva solo teori teorizza zzato to l'inco l'incont ntro ro tra tra reale reale e razion razional ale, e, MARX MARX si prop propon one e di realiz realizzar zarlo lo attraverso la prassi rivoluzionaria. La critica a Hegel Il pensiero di Marx va compreso a partire da quello di Hegel. Nella Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico Marx analizza il metodo filosofico di Hegel, che consisterebbe nel fare delle realtà empiriche manifestazioni necessarie dello Spirit Spirito. o. Per es., es., Hegel Hegel invece invece di consta constatar tare e che in alcun alcunii stati stati esiste esiste un ordina ordinamen mento to mona monarc rchi hico co,, affe afferm rma a che che lo Stat Stato o pres presup uppo pone ne una sovr sovran anit ità, à, la qual quale e si inca incarrna necessariamente nel monarca. Marx definisce questo metodo misticismo logico, logico, perché le istituzioni politiche e giuridiche finiscono con l'apparire personificazioni di una realtà spirituale (in questo caso l'idea di sovranità). Questo deriva dal capovolgimento compiuto compiuto da Hegel fra concreto e astratto. Ecco l'esempio che fa Marx: l'idealista è colui che dice che prima esiste il frutto, poi, come manifestazioni necessarie, la mela, la pera, ecc. Mentre invece esistono prima le mele e le pere, da cui poi si forma il concetto di frutto. Dunque per Hegel la realtà è manifesta manifestazion zione e dello Spirito. Spirito. Al metodo metodo mistico mistico Marx oppone il metodo trasformativo trasformativo:: bisogna riconoscere che l'idea, il concetto derivano sempre da una realtà precisa. Il metodo hegeliano sul piano politico risulta conservatore poiché considera tutti i dati di fatto (per es., la monarchia) in manifestazioni razionali e necessarie dello Spirito, e non come risultati di un processo storico. Il merito maggiore maggiore che Marx riconosce ad Hegel è la scoperta del metodo dialettico, dialettico, ossia la concezione della realtà come totalità in divenire, basata su opposizioni che si superano continuamente. La critica della civiltà moderna e del liberalismo: emancipazione politica e umana L'ades L'adesion ione e di Marx Marx al comun comunism ismo o avvenne avvenne all'i all'inci ncirca rca nel nel 1844 1844 attrav attravers erso o una una critica globale allo stato liberale. liberale . Marx parte dalla constatazione della scissione nella civiltà moderna tra società civile e Stato. Mentre nella polis greca l'individuo era armonicamente inserito nella vita politica, nel 1
mondo mondo moderno moderno si è costretti costretti a vivere due vite: quella quella borghe borghese se (basata sugli interessi interessi particolari) e quella da cittadino, puramente illusoria, che dovrebbe perseguire gli interessi collettivi. Lo Stato in realtà si presenta come strumento al servizio degli interessi particolari delle classi più forti, trascurando trascurando le classi più deboli. Anche la conquista conquista fondamentale della della Rivoluzione francese (l'uguaglianza formale di tutti i cittadini) è illusoria: la civiltà moderna rappresenta allora la società dell'egoismo e della particolarità reali e della fratellanza illusoria. Marx Marx coer coeren ente teme ment nte e rifi rifiut uta a in bloc blocco co la civi civilt ltà à libe libera rale le,, anch anche e nei nei suoi suoi aspe aspett ttii apparentemente apparentemente positivi: rifiuta il principio di rappresentanza rappresentanza e quello della libertà individuale (espressione di una società atomizzata). Il mod modello ello di soci socie età che che ha in men mente Marx arx è quello basato sato su una asso assolluta compe compene netra trazio zione ne tra indiv individu iduo o e comun comunità ità.. Mentr Mentre e Hegel Hegel pensav pensava a che tale tale modell modello o si potesse ottenere con strumenti politici, Marx ritiene che essa sia raggiungibile solo con l'eliminazione delle disuguaglianze reali tra tutti gli uomini (prima di tutto la proprietà priv privat ata) a),, attr attrave avers rso o un proc proces esso so rivo rivolu luzi zion onar ario io il cui cui prom promot otor ore e dovre dovrebb bbe e esse essere re il proletariato, classe priva di proprietà. La critica dell'economia borghese e la problematica dell'alienazione I manoscritti economico-filosofici (1844) economico-filosofici (1844) segnano il primo contatto di Marx con l'economia. L'economia classica ha la colpa di aver considerato eterno il sistema capitalistico, che è invece solo un sistema economico tra i tanti della storia di produrre e distribuire ricchezza. Inoltre questo tipo di economia non vede la conflittualità tipica della società borghese tra capitale e lavoro salariato, che si esprime essenzialmente nell'idea di alienazione. Per Per Hege Hegell l'al l'alie iena nazi zion one e era era il movime moviment nto o con con cui cui lo Spir Spirit ito o dive diveni niva va altr altro o da sé, si ogget oggettiv tivava ava per per poi riuni riunirsi rsi di nuovo nuovo a sé arricc arricchi hito. to. Per Marx Marx l'alienazione l'alienazione è un fatto negativo di scissione che riguarda non la sfera dello spirito ma quella socioeconomica: - il lavora lavorator tore e è alien alienato ato rispett rispetto o al suo prodotto (egli (egli produc produce e qual qualcos cosa a che non non gli gli appartiene, ma che anzi fa in modo da rinforzare la sua sottomissione); - il lavoratore è alienato rispetto alla sua attività, attività, che prende le forme di un lavoro forzato, nel quale egli è strumento di fini non suoi (il profitto del capitalista). In questo modo l'uomo si sente "bestia" quando dovrebbe sentirsi veramente uomo (cioè nel lavoro), e si sente uomo quando fa la bestia (nel mangiare, nel bere, ecc.); - il lavoratore è alienato rispetto alla sua essenza. essenza. L'uomo è diverso dall'animale proprio per il lavoro libero, mentre nella società capitalistica è costretto ad un lavoro ripetitivo ripetitivo e forzato; - il lavoratore è alienato rispetto al prossimo, prossimo, perché l'altro per lui è soprattutto il capitalista, capitalista, ossia un individuo che lo tratta come un mezzo. La causa del meccanismo dell'alienazione risiede nella proprietà privata dei mezzi di produzione, in virtù della quale il possessore della fabbrica (il capitalista) può utilizzare il lavoro lavoro di alcuni alcuni uomini (i salariati salariati)) per accrescere la propri propria a ricchezz ricchezza. a. Il superame superamento nto dell'alienazione allora coincide con la distruzione della proprietà privata. Dunque nei Manoscritti la Manoscritti la storia si configura come il luogo della perdita e della riconquista dell'essenza dell'uomo. Il distacco da Feuerbach e l'interpretazione l'interpretazione della religione in chiave sociale Per Marx Marx il merito merito maggio maggiore re di Ludwig Feuerbach Feuerbach era stato stato quel quello lo di rivend rivendica icare re la naturalità e la concretezza degli individui umani e nel rifiutare l'idealismo hegeliano. ma Feuerbach ha perso di vista la storicità, non rendendosi conto che l'uomo non è tanto natura quanto società, e quindi storia («l'essere umano è l'insieme dei rapporti sociali»). Rompendo con con tutt tutta a la trad tradiz izio ione ne filo filoso sofi fica ca e con con Feue Feuerb rbac ach, h, Marx Marx sosti sostien ene e che che l'uo l'uomo mo non non è 2
un'essenza atemporale fornita di proprietà immutabili, ma che l'individuo è reso tale dalla società storica in cui egli vive. Feuerbach per Marx è colui che ha scoperto che la religione è un prodotto umano (non è Dio a creare l'uomo ma l'uomo a creare Dio come proiezione del suo bisogno di perfezione). perfezione). Ma, ancora una volta, Feuerbach non ha capito la radice sociale della religione, che è «oppio dei popoli». La religione per per Marx è l'elaborazione l'elaborazione dolorosa di una umanità umanità alienata che proietta proietta in un aldilà illusorio la soddisfazione di bisogni che le sono impediti sulla terra da una società ingiusta. Dunq Dunque ue,, l'un l'unic ico o modo modo per per elim elimin inar are e la reli religi gion one e non non è la crit critic ica a filo filoso sofi fica ca,, ma la trasformazione trasformazione rivoluzionaria rivoluzionaria della società. La distruzione distruzione della alienazione alienazione religiosa dipende dalla distruzione della alienazione economica: se tutti gli uomini si realizzano sulla terra non hanno più bisogno di un Paradiso in cui proiettare la propria felicità. Altro limite di Feuerbach è l'esclusione della dimensione della prassi, limitandosi ad un atteggiamento atteggiamento conoscitivo: «I filosofi hanno solo interpretato interpretato il mondo in modi m odi diversi; si tratta però di mutarlo». La concezione materialistica materialistica della storia a) Dalla ideologia alla scienza La critica a Feuerbach segna nella filosofia di Marx il passaggio al materialismo storico. storico. Questo passaggio avviene con L'ideologia tedesca (1845-46). Con quest'opera (scritta in collaborazione con Engels) c'è il tentativo di cogliere il movimento reale della storia, al di là delle rappresentazioni ideologiche che ne hanno da sempre velato la struttura effettiva. L'ideologia L'ideologia per Marx è una falsa f alsa rappresentazione del della la realtà . Guardando l'umanità in maniera scientifica e non ideologica, vediamo che essa è una specie composta di individui associati che lottano per la propria sopravvivenza. La storia non è dunque un evento spirituale, ma un processo materiale, fondato sul bisogno (mangiare, bere, vestirsi, ecc.). Questa azione materiale (produrre i mezzi per la propria sussistenza) distingue gli uomini dagli animali. Alla base della storia vi è dunque il lavorò, che ha creato civiltà e cultura. Nell'ambito della produzione sociale dell'esistenza bisogna distinguere due elementi: le forze produttive e i rapporti di produzione: - forze produttive sono gli uomini che producono, il modo con cui producono ed i mezzi che servono per produrre. Per es.: nella società feudale: a) gli uomini che producono sono i contadini; b) i modi e le tecniche con cui si lavora sono la terra e i vari strumenti per lavorarla. - i rapporti di produzione indicano le relazioni che si instaurano fra i vari uomini nel corso della della loro loro produ produzio zione ne.. Essi Essi sono sono defini definiti ti sopra soprattu ttutto tto dal posses possesso so o meno meno dei mezzi mezzi di prod produz uzio ione ne (il (il feud feudat atar ario io che che poss possie iede de le terr terre e e fa lavor lavorar are e i cont contad adin inii che che non non la possiedono). b) Struttura e sovrastruttura sovrastruttura Forze produttive e rapporti di produzione costituiscono la struttura della società. Su questa base si eleva una sovrastruttura giuridica e politica, una dottrina etica, una religione, una filosofia, che risultano dunque essere espressione più o meno diretta dei rapporti strutturali. 3
Marx dunque inverte inverte l'impost l'impostazio azione ne tradizio tradizional nale e del proble problema. ma. Non è la coscienza coscienza che determina la vita, ma la vita che determina la coscienza. Materialismo allora in Marx significa significa che che le vere vere forz forze e motr motric icii dell della a stor storia ia non non sono sono di natu natura ra spir spirit itua uale le,, ma di natu natura ra socioeconomica. c) La legge della storia e le grandi formazioni economico-sociali I rapporti di produzione si mantengono fino a quando favoriscono le forze produttive e vengono distrutti quando diventano ostacoli per esse. Le nuove forze produttive sono sempre incarnate da una classe in ascesa, mentre i vecchi rapporti di proprietà sono sempre incarnati da una classe dominante al tramonto. E' inevitabile lo scontro tra esse. Alla fine vince quasi sempre la classe che esprime le nuove forze produttive, che così impone la sua propria visione del mondo. Nella Francia del 1700 vi fu, per esempio, uno scontro tra borghesia (espressione delle nuove forze produttive di tipo capitalistico) e aristocrazia (espressione dei vecchi rapporti produttivi produttivi di tipo feudale). La borghesia borghesia con la Rivoluzione francese riuscì a vincere in questo scontro. Nel mondo moderno si sta producendo una contraddizione esplosiva: la fabbrica moderna, pur essendo proprietà di un capitalista, produce solo grazie al lavoro collettivo di tecnici, impiegati, dirigenti. Ma se sociale (collettiva) è la produzione della ricchezza, sociale deve essere anche la distribuzione di essa. Quest Questo o signif significa ica che il capita capitalis lismo mo porta porta in sé dialet dialettic ticame amente nte (come (come suo contr contrari ario) o) il socialismo. Le grandi formazioni economico-sociali della storia umana sono le seguenti: I) la comunità comunità primitiv primitiva a, senz senza a divi divisi sion one e del del lavor lavoro o e prop propri riet età à priv privat ata. a. Gli Gli uomi uomini ni condividono il frutto della caccia e della pesca (una sorta di comunismo originario); II) le società classiste, classiste , che nascono con lo sviluppo delle forze produttive. Nascono le classi e i rapporti diventano di dominio e sfruttamento. Di questo tipo sono: a) la società tribale o asiatica; b) la società greco-romana (retta sulla schiavitù); c) la società feudale o degli ordini (basate ordini (basate sul rapporto servo della gleba-padrone) III) la società capitalista, capitalista , caratterizzata dal rapporto capitalista-salariato IV) la società socialista, socialista, sbocco inevitabile della storia, forma di società in cui l'uomo, vincendo l'alienazione si pone come padrone del proprio destino sociale. Il comunismo non è più la meta utopistica, ma il risultato oggettivo di uno sviluppo della dialettica oggettiva della storia: «Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti».
Anche per Marx, come per Hegel, la storia si configura come una totalità che si realizza in processo e che ha una realizzazione finale (la società socialista). Il Manifesto (del Partito comunista) (1848) a) Borghesia, proletariato e lotta di classe Quest'opera, in cui Marx si propone di esporre gli scopi e i metodi dell'azione rivoluzionaria, è una sintesi della concezione marxista del mondo. 4
Nella prima parte Marx descrive la storia della borghesia, illustrandone meriti e limiti. A differ differen enza za delle delle varie varie classi classi che hann hanno o domin dominato ato nel nel passat passato o (per (per es., es., l'aris l'aristoc tocraz razia) ia) la borghesia non può esistere senza rivoluzionare continuamente gli i mezzi di produzione e l'insieme dei rapporti sociali. Essa è una classe dinamica, che ha modificato la faccia della terra terra in manier maniera a straor straordin dinar aria ia:: essa essa ha unifi unificat cato o il gener genere e umano umano,, poich poiché é l'esig l'esigen enza za di smerciare i suoi prodotti l'ha portata a percorrere tutte le terre, creando così un mercato mondiale; ha assoggettato le campagne alla città. Ma essa ha anche posto le basi per ciclic cicliche he crisi crisi dovute dovute alla alla conser conservaz vazion ione e dei vecchi vecchi rappo rapport rtii di prop proprie rietà, tà, priva privatis tistic tici. i. Il proletariato proletariato è l'artefice di quella lotta di classe che porterà all'abbattimento all'abbattimento dei vecchi rapporti di proprietà: «La storia di ogni società esistita fino a questo momento è storia di lotte di classi.» Le classi si definiscono in relazione alla proprietà o meno dei mezzi di produzione. La lotta di classe nella fase capitalistica porterà dopo la rivoluzione proletaria alla soppressione soppressione delle classi. Importante è la distinzione fra classe in sé (insieme degli individui che si trovano nella stessa condizion condizione e socioecono socioeconomica mica)) e per sé (class (classe e intesa intesa come come insie insieme me coscie cosciente nte di indiv individu iduii che lotta lottano no per per gli gli stessi stessi obiett obiettivi ivi): ): una una classe classe divent diventa a sogge soggetto tto rivolu rivoluzio ziona nario rio soltanto quando giunge alla coscienza di classe (quando diventa classe per sé). Il proletariato diventa classe soggetto rivoluzionario rivoluzionario nello scontro con la borghesia. borghesia. Il compito dei comunisti è quello di essere l'avanguardia l' avanguardia cosciente del proletariato, di cui rappresenta la guida interna teorica e pratica. Uno dei cardini del marxismo è l'intern l'internaziona azionalismo lismo della lotta proletari proletaria a. Gli operai devono sentirsi solidali non con la propria nazione ma con gli operai di tutto il mondo. Il Manifesto si chiude con la celebre affermazione: «Proletari di tutti i Paesi, unitevi». b) La critica dei falsi socialismi Marx analizza nelle seconda parte del Manifesto le teorie socialiste precedenti: - socialismo reazionario (che vuole un ritorno al passato), e può essere: 1) socialismo feudale che auspica l'abolizione della società capitalistica e il recupero di un passato preindustriale. Vicino a questo socialismo è quello pretesco, che usa il messaggio evangelico; 2) socialismo piccolo-borghese, piccolo-borghese, che vuole il ritorno al sistema corporativo medievale per l'artigianato e al sistema patriarcale per l'agricoltura; 3) il socialismo tedesco, tedesco, che nella sua rabbia antiborghese finisce col distruggere quelle conquiste liberali utili anche la proletariato; - socialismo conservatore o borghese (il ( il cui massimo rappresentante è Proudhon), che vorrebbe rimediare agli inconvenienti del capitalismo senza distruggerlo; - il socialismo critico-utopistico critico-utopistico (Saint-Simon (Saint-Simon Owen, Fourier), che non ha riconosciuto al proletariato una funzione storica e rivoluzionaria autonoma e che fa appello più alle riforme da parte dei ceti dominati che all'azione all'azione rivoluzionari. rivoluzionari. Ad esso Marx oppone il suo socialismo scientifico (basato sull'analisi delle leggi della storia e dell'economia). Il Capitale a) Economia e dialettica Il Capitale (Critica dell'economia politica), politica) , in tre libri (di cui due pubblicati postumi) è un analisi analisi dell'econo dell'economia mia capital capitalistic istica a fatta in contrap contrapposi posizio zione ne agli economisti economisti classici classici come Ricard Ricardo o e Smith Smith.. Marx Marx ritie ritiene ne che non esisto esistono no leggi leggi unive universa rsalili dell'e dell'econ conomi omia a (le (le leggi leggi economiche del feudalesimo non valgono per il capitalismo). 5
La societ società à costit costitui uisce sce una una totali totalità tà organ organico ico-d -dial ialett ettica ica:: una una produ produzio zione ne deter determin minata ata determina anche il consumo, la distribuzione, lo scambio. E' ancor ancora a apert aperta a una una quest question ione e critic critica: a: le leggi leggi rilev rilevate ate da Marx Marx sono sono profe profezie zie (che (che necessariamente di realizzeranno nell'idea dell'autore) o tendenze? b) Merce, lavoro e plusvalore «Il capitale è un rapporto sociale di produzione. Esso è un rapporto borghese di produzione, un rapporto di produzione della società borghese. i mezzi di sussistenza, gli strumenti di lavoro, le materie prime di cui i capitale è costituito, non furono essi prodotti e accumulati in determinate condizioni sociali, in determinati rapporti sociali? » (Lavoro ( Lavoro salariato e capitale, capitale , p.48)
Caratteristica specifica del modo capitalistico di produzione è quella di essere produzione di merci. La merce deve possedere: - un valore d'uso (deve servire a qualcosa, essere utile); utile); - un valore di scambio (che garantisce la sua possibilità di essere scambiata con altre merci). Il valore di scambio discende dalla quantità di lavoro necessaria per produrre la merce in questione. Più lavoro è necessario per produrre un merce e più essa vale. Il valore non si identifica con il prezzo, prezzo, il quale però ha il valore di scambio alla propria base. Nel capitalismo la produzione non è finalizzata al consumo, ma alla accumulazione di denaro (denaro-merce-più denaro [ plusvalore]). plusvalore]). Come è possibile che qualcuno acquisti una merce che gli procura più denaro? L'origine del plusvalore va ricercata a livello della produzione capitalistica. Il capitalista compera e usa una merce particolare, che produce valore: questa merce è l'operaio. Il capitalista compera la forz forzaa-lav lavor oro o dell dell'o 'ope pera raio io paga pagand ndol ola a come come qual qualsi sias asii altr altra a merc merce e (sec (secon ondo do il valo valore re corrispondente alla quantità di lavoro necessaria a produrla, cioè col salario). Ma questa merce particolare che è l'operaio ha la capacità di produrre produrre un valore maggiore maggiore di quello che gli è corrisposto col salario. Se l'operaio lavora 10 ore al giorno e in questo tempo produce un valore pari a 10, se il capitalista gli corrispondesse tutto il valore prodotto (sotto forma di salario) non avrebbe per sé alcun guadagno. Allora il valore equivalente al salario deve essere inferiore al valore complessivo prodotto dall'operaio: per es., 6 su 10. Allora l'operaio in 6 ore di lavoro si sarebbe già guadagnato il proprio salario, regalando al capitalista 4 ore di plus-lavoro che equivalgono a 4 di plusvalore. Il plusvalore è allora l'insieme della valore offerto gratuitamente dall'operaio al capitalista. Ciò è possibile perché il capitalista possiede i mezzi di produzione, mentre l'operaio ha solo la sua forza lavoro. Dal plusvalore deriva il profitto, profitto, che si ottiene dal rapporto tra il plusvalore e la somma del capitale variabile (il capitale investito dal capitalista nei salari) e capitale constante (il capitale che serve all'acquisto, alla manutenzione delle macchine, ecc.). b) Tendenze e contraddizioni del capitalismo Poiché il capitalismo si regge sul ciclo denaro-merce-plusvalore, il suo fine è quello di produrre una maggior quantità possibile di plusvalore. In un primo momenti si cerca di aumentare la giornata lavorativa, ma questa dilatazione dell'orario non serve perché la forza-lavoro dell'operaio riduce la sua produttività (l'operaio si stanca). Allora bisogna cercare di ridurre la la parte di giornata giornata necessaria a coprire il salario salario (plusvalore relativo). relativo ). Questo si può ottenere solo con l'aumento della produttività del lavoro, che spinge il capitalista a migliorare le macchine. Le tre fasi di questo miglioramento sono: - il sistema della cooperazione 6
- le manifatture che sono esistite dal 1600 al 1700 - l'industria meccanizzata, che permette di aumentare la quantità di merce prodotta nello stesso stesso tempo tempo con lo stesso stesso numer numero o di opera operaio io e quin quindi di di prod produrr urre e maggi maggior or plusv plusvalo alore re relativo. Inoltre le macchine permettono di utilizzare come operai anche donne e bambini, causando maggiore concorrenza nel mondo del lavoro e potendo così diminuire i salari. L'aumento di produttività conseguito con l'uso delle macchine genera le crisi cicliche di sovrapproduzione, sovrapproduzione, dovute ad una eccessiva abbondanza abbondanza di merci rispetto alle reali esigenze del mercato. La crisi ha come effetti la distruzione dei beni (caffè, frutta, ecc. vengono distrutti per non essere costretti ad abbassare i prezzi) e la disoccupazione. Il rinnovamento tecnologico genera anche la caduta tendenziale del saggio di profitto: profitto : il plusvalore passato s'accumula in capitale, e perciò questo aumenta sempre di più, mentre la parte di lavoro vivo va sempre diminuendo, in esso, in proporzione; ma siccome il capitalista otti ottien ene e un prof profit itto to solt soltan anto to dal dal plus plusva valo lore re sottr sottrat atto to dal dal lavo lavoro ro vivo, vivo, ne risu risult lta a che che la percentuale di profitto, a lungo andare deve diminuire. In altre parole: siccome è soltanto il capitale variabile, investito in salari, a produrre plusvalore, anche il plusvalore decrescerebbe in relazione al capitale costante: «Tutta questa complessa argomentazione prese forma muovendo da un postulato iniziale: siccome il valore poteva essere creato solo dal lavoro, soltanto il capitale usato per pagare il lavoro produttivo poteva generare plusvalore. Bisognava però riconoscere, come cosa evidente, che i profitti raccolti dai singoli capitalisti derivavano dalla differenza tra quelli che erano per loro i costi totali di produzione e le somme realizzata con la vendita del prodotto, e che da questo punto di vista la composizione del capitale di ogni singola azienda era irrilevante tranne che per i suoi effetti sui costi per unità. Stando così le cose, tutto il concetto di plusvalore sarebbe rimasto campato per aria se Marx avesse parlato degli stesi problemi di cui parlavano gli economisti ortodossi; e questi economisti, rendendosene conto, liquid liquidaro arono no tutto tutto il sistem sistema a definen definendol dolo o assurd assurdo o in quanto quanto comple completame tamente nte stacca staccato to dai fatti fatti del mercato» (Cole, Storia del pensiero socialista, socialista , II, p.326)
Per Marx la caduta tendenziale del saggio di profitto è il vero punto debole del sistema capitalistico. Questo limite (più la concorrenza e l'anarchia produttiva) finisce col portare ad una società fondata su due classi essenzialmente: un ristretto gruppo di capitalisti e una grande massa di salariati, e disoccupati: «Il capitale capitale può accres accrescer cersi si soltant soltanto o se si cambia cambia con forza-l forza-lavo avoro, ro, soltan soltanto to se produc produce e lavor lavoro o salariato. la forza-lavoro del salariato si può scambiare con capitale soltanto a condizione di accrescere il capi capital tale, e, di raffo rafforza rzare re il pote potere re di cui cui è schi schiav ava. a. Aume Aumento nto del del capi capita tale le è quin quindi di aume aumento nto del del proletariato, cioè della classe operaia» ( Lavoro salariato e capitale, capitale , p.51).
Questa situazione insostenibile insostenibile deve necessariamente necessariamente portare alla rivoluzione rivoluzione che conduca alla socializzazione dei mezzi di produzione e alla soppressione delle classi. La rivoluzione e la dittatura del proletariato Il proletariato è così investito di una missione storico-universale (il passaggio dalla società capitalista a quella comunista). Suo compito non è quello di abolire un tipo particolare di proprietà, ma di cancellare ogni forma di proprietà privata, di divisione del lavoro e di dominio di classe. Lo strumento tecnico della rivoluzione proletaria è la socializzaz socializzazione ione dei mezzi mezzi di produz produzion ione e e di scambi scambio o, che che pass passan ando do dalle dalle mani mani dei dei priva privati ti a quell quelle e della della comu comuni nità tà pongono fine allo sfruttamento. Malgrado Marx ritenesse che la rivoluzione implichi sempre forme di violenza, negli ultimi anni ammetteva anche la possibilità di una via pacifica al socialismo. Primo compito della rivoluzione proletaria è l'abbattimento dello Stato borghese e delle sue istituzioni, istituzioni, poiché esso è sovrastruttura di una società civile dominata dagli interessi della 7
borghesia, Dunque lo stato è un'insieme di istituzioni che servono alla borghesia per esercitare il proprio dominio di classe, e non una “macchina” alla cui guida potrebbe sostituirsi la classe operaia. operaia. Marx arriva arriva a formulare la teoria della dittatura del proletariato: proletariato: essa corrisponde al periodo periodo di tempo tempo tra la società società capitalist capitalista a e quella quella comun comunist ista a piename pienamente nte realizzata. realizzata. La dittatu dittatura ra del proletar proletariato iato sarà sarà la prima prima forma forma di dittatur dittatura a esercit esercitata ata da una maggiora maggioranza nza.. Tecnicamente questa dittatura si realizzerà con: - la sostituzione dell'esercito permanente con l'organizzazione degli operai armati; - soppressione del parlamentarismo con delegati eletti a suffragio universale, direttamente responsabili e revocabili in ogni momento; - abolizione della separazione dei tre poteri. La dittatura del proletariato è solo una misura temporanea, il cui fine è il superamento dello Stato Le fasi della futura società comunista Marx ha dato poco spazio nella sua opera alla deliniazione della futura società comunista (per non cadere negli eccessi dei socialisti utopisti). Marx distingue un comunismo rozzo ed uno pienamente reali zzato. Nel primo caso la proprietà viene abolita solo per essere trasformata in proprietà di tutti. la comunità viene ad assumere il ruolo di un grande capitalista che non abolisce ma universalizza la situazione dell'individuo nella società borghese. Il comunis comunismo mo pienamente pienamente realizzato appare appare invece come quella situazione situazione in cui l'individuo, superato superato completamente completamente l'orizzonte sociale della proprietà, proprietà, cessa di intrattenere intrattenere con il mondo mondo rapporti dì puro possesso e consumo. In questa società ogni uomo produrrà secondo le proprie capacità, ma a ciascuno sarà dato secondo i suoi bisogni.
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KARL MARX (1818-1883) - critica all'hegelismo: falsa deduzione da categorie ideali del reale; - scoperta della dimensione sociale: strutture sociali ingiuste rendono vana la presenza di leggi astrattamente giuste; - scoperta dell'economia politica (Manoscritti ( Manoscritti economico-filosofici del 1844): 1844 ): a) critica dell'assolutismo delle dottrine degli economisti classici. Le strutture economiche non sono categorie metafisiche immutabili ma realtà storicamente determinate; b) previsione delle divaricazione tra capitalisti e proletariato; c) analisi dell'alienazione della vita del proletariato (che non possiede più né la sua vita né il suo lavoro - diventato di un altro, alius, alius, il capitalista); - la concezione materialistica della storia (l'Ideologia ( l'Ideologia tedesca): tedesca): a) la società modifica il pensiero; la coscienza è un prodotto sociale. «Ciò che gli individui sono sono dipe dipend nde e dall dalle e cond condiz izio ioni ni mate materi rial alii di vita vita»; »; biso bisogn gna a cont contra rapp ppor orre re all' all'uo uomo mo hegelianamente inteso come autocoscienza, l'uomo inteso come essere sensibile e naturale; b) i mezzi di produzione (necessari per soddisfare i bisogni) sono stati prodotti dagli uomini nel corso del tempo; c) la divisione del lavoro ha creato le basi per la frattura sociale in due classi, la ripartizione ineguale del lavoro e dei suoi prodotti; d) la storiografia scientifica dovrà porre al centro delle proprie indagini la vicenda dei bisogni materiali umani e dei diversi sistemi produttivi; e) la rivoluzione non sarà l'iniziativa volontaristica di un gruppo di individui, bensì il frutto di un determinato processo storico: le condizioni per l'avvento della rivoluzione rivoluzione saranno l'indigenza di un'enorme massa umana e l'aumento del benessere delle classi ricche. La rivoluzione dovrà essere universale e radicale, abolendo le classi e il lavoro salariato; - Tesi su Feuerbach: a) «I filosofi hanno solo interpretato il mondo in modi diversi: ora si tratta di cambiarlo»; b) il distac distacco co da Feuer Feuerbac bach h avviene avviene sulla sulla quest question ione e dell'u dell'uomo omo:: non non esiste esiste un essen essenza za universale dell'uomo ma solo individui concreti all'interno di una complessa rete di rapporti che cambiano nel tempo; - Il Manifesto (1848): a) il comunismo è diventata una forza politica concreta; b) «La storia di ogni società esistita fino a questo momento è storia di lotta di classi»; c) la borghesia ha il merito di aver abbattuto il feudalesimo, di aver prodotto un sapere in grado grado di domin dominar are e la natur natura, a, ha creato creato una una strutt struttur ura a econo economic mica a in grado grado di produ produrr rre e ricchezza; d) il proletariato dovrà scegliere la strada rivoluzionaria, attuando tutte quelle riforme che già i più illuminati tra i borghesi hanno intuito. Dopo l'abolizione dello stato, ci saranno forme di democrazia diretta e di autogoverno popolare.
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