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Ipn os os i i peperr lis i ti gh i i e M e enntatal is Ma gh (SUPPLEMENTO)
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Anthony Jacquin THE MANCHURIAN APPROACH - SUPPLEMENTO
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Questo libro digitale fa parte del catalogo Edizioni Dialogika. Contiene risorse essenziali per migliorare le proprie competenze in ipnosi, counseling e altri ambiti della comunicazione efficace. Puoi acquistare acqu istare altri titoli su www.dialogika.it. Buona lett lettura! ura!
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INDICE
INTRODUZIONE ...............................................................................4 CAPITOLO 1
IL SET UP CREARE E IL CONTESTO CONTESTO PER L’IPNO L’IPNOSI SI ............................. ........................ ..... 6 1.1) CREAR IPNOSI NOSI PRE PRE-SHOW -SHOW ............. ............................ ............................. ............................ ................ 16 1.2) IP CAPITOLO 2
IL SET PIECE USARE RE IL MENT MENTALISMO ALISMO ............... ............................. ............................. .................... ..... 31 2.1) USA DITA A INCOLLA INCOLL ATE SULLO STILE DI FREDD FREDDY Y JACQUIN . 32 2.2) DIT CAPITOLO 3
INDUZIONI ALPEBRE EBRE INCOLLATE INCOLLATE .............. ............................. ............................. ...................... ........ 40 3.1) PALP ’INDUZIONE ZIONE INVISIBILE INVISIBILE ............... ............................. ............................. .................... ..... 47 3.2) L’INDU
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CAPITOLO 4
TECNICHE 4.1) PEEK DI PERCEZIONE .................................................... 54 CAPITOLO 5
EFFETTI 5.1) IL VEGGENTE ..................................................................60 5.2) REVERSE MIND READING .............................................80 PER APPROFONDIRE ...................................................................90 ESTRATTO DA L’IPNOTISTA ......................................................... 92
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INTRODUZIONE
Questo è il supplemento per chi ha acquistato il Box DVD The Manchurian Approach. Ipnosi per maghi e mentalisti .
Voglio cogliere quest’occasione per ringraziarvi di aver acquistato il mio prodotto, per rispondere ad alcune delle domande più frequenti che mi vengono poste riguardo a esso e per approfondire vari aspetti dell’approccio, oltre che delineare altre tecniche e routine che potrebbero esservi d’aiuto. In questo volume (e uso questo termine con una certa “leggerezza”) ho voluto trattare dei concetti con cui avranno familiarità molti maghi e mentalisti, e magari anche qualche ipnotista. Uno dei concetti che approfondirò sarà il lavoro di pre-show. Ovviamente esistono molti metodi diversi che possono essere impiegati per svolgere questo tipo di lavoro. In questo
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caso, il metodo di pre-show a cui mi riferisco è l’ipnosi. Questo supplemento non è certo un trattato completo sull’argomento; se il pre-show rientra nei vostri interessi, ho inserito alcuni testi di riferimento che vi offriranno una maggiore e più approfondita comprensione. Ho anche incluso due miei effetti di mentalismo, Il Veggente e il Reverse Mind Reading, che mettono insieme alcune delle idee illustrate in questo supplemento. Mi rendo conto che questi effetti potrebbero non adattarsi al vostro gusto o al vostro stile di performance, ma se invece desiderate usarli, allora avete il mio permesso. Se non li userete, spero che comunque vi diano degli spunti su cui riflettere. Il testo e le istruzioni che descrivono le induzioni e gli effetti sono scritti in questo carattere semplice. Ogni parola o istruzione da comunicare ai vostri volontari o spettatori appare come testo in corsivo e neretto.
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CAPITOLO 1
IL SET UP 1.1) CREARE IL CONTESTO PER L’IPNOSI Molte persone che hanno acquistato The Manchurian Ap proach con poche o senza alcuna base d’ipnosi hanno sem-
plicemente imparato alcune delle tecniche e messo in pratica l’approccio di base ottenendo risultati strabilianti. Il successo genera sicurezza di sé e la sicurezza di sé è fondamentale quando si ipnotizza. Adoro ricevere testimonianze sui progressi di ipnotisti in tutto il mondo. Continuate a farmele arrivare. Tuttavia, ho ricevuto anche alcune e-mail da altri che non sono affatto riusciti a trovare un numero sufficiente di persone su cui fare pratica e che quindi difficilmente useranno l’ipnosi in contesti improvvisati. Se per fare le prove dovete costringere un parente o un amico che non sono disponibili né interessati, allora spesso la situazione ipnotica che cercate di crea-
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re può crollare ancor prima di iniziare, visto che l’atmosfera è del tutto sbagliata. Sarà molto meno probabile che riusciate a ipnotizzare. In quanto ipnotista alle prime armi, quando l’unica cosa che vi interessa è provare le vostre tecniche, questo è difficile da accettare. Ci sono passato anch’io. Ero all’università quando ho cominciato a studiare l’ipnosi. Pur avendo imparato una sola induzione, dicevo alla gente che sapevo ipnotizzare e i dubbi me li tenevo per me. Facevo solo cose terapeutiche allora, e cercavo semplicemente di prepararmi a ogni evenienza – nel senso che all’inizio avevo tutto scritto su carta, fino a poco oltre il punto in cui facevo chiudere gli occhi al soggetto. Ho avuto la fortuna che i miei primi tentativi sono andati a buon fine. In modo quasi inquietante, a dire il vero, visto che la mia prima cavia in assoluto è poi diventata mia moglie! Tuttavia, una volta uscito dall’università è diventato più difficile trovare dei soggetti. È facile perdere la mano e perdere fiducia nelle proprie abilità. Ed è anche frustrante quando ci si vuole esercitare in qualcosa di nuovo. Mi sono reso conto che, se volevo migliorare, dovevo crearmi delle opportunità per ipnotizzare.
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L’unica soluzione era uscire a scovare delle persone da ipnotizzare. Per far questo, dovete essere voi a creare un contesto per l’ipnosi. In altre parole, creare la ragione o l’occasione per cui possa succedere. Ovviamente non c’è bisogno che il soggetto sappia che state provando il vostro Set Piece, la vostra induzione o la vostra routine più recenti. Avete alcune scelte su come creare un contesto per l’ipnosi, soprattutto quando siete solo a livello di provare le tecniche. Se già fate performance di qualche tipo, allora avete ancora più opportunità rispetto a molti, perché probabilmente siete abituati a trovare delle persone su cui sperimentare le vostre ultime routine. Vorrei condividere con voi un paio di idee, spero che questo stimolerà le vostre. L’approccio più facile è semplicemente dire alle persone che avete imparato a ipnotizzare o, meglio ancora, che sapete ipnotizzare o, meglio ancora, che siete un ipnotista e di conseguenza adescarle. L’argomento “ipnosi” è già di per sé un’esca piuttosto allettante, ma può darsi che dobbiate sforzarvi un po’ di più. Quindi trovate un motivo. Se il soggetto
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potenziale è teso, ditegli che gli mostrerete una tecnica di rilassamento. Se ha un lavoro monotono e noioso ditegli che gli potete mostrare come far volare il tempo; se ha bisogno di creatività in uno studio musicale, ditegli che siete in grado di mostrargli un modo per accedere al suo stato più creativo; se ha mal di denti… Sono sicuro che avete capito. Allineate le vostre abilità ai suoi bisogni. Questa non è una terapia profonda, anche se ovviamente questo genere di cosa è terapeutica. Come dice sempre mio padre, l’ipnotista Freddy Jacquin: “Non sprecare mai uno stato di trance, buttaci sempre dentro qualcosa di positivo.” Avete la possibilità di fare qualcosa che, potenzialmente, per qualcuno ha valore mentre perfezionate il vostro approccio. Fate il vostro Set Piece, fate la vostra induzione, mandate il soggetto in profondità e dategli delle belle suggestioni su come sarà/si sentirà/agirà e ovviamente dategli la suggestione post-ipnotica che siete in grado di ipnotizzarli. Questo facilita le successive reinduzioni. Come ho suggerito nel DVD de L’Ipnotista, una reinduzione con un soggetto già un po’ riscaldato è un’ottima occasione per provare una tec-
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nica su cui avete bisogno di lavorare. In questo modo, guadagnerete velocemente sicurezza in essa. Cominciare con l’ipnosi è un po’ come cominciare con la magia. Quando siete alle prime armi, dovete semplicemente tirar fuori il vostro mazzo di carte e provare, se volete far pratica. Nessuno vi chiederà di farlo, soprattutto se non c’è nessuno che sa che le avete in tasca. Quindi, tirate fuori le vostre abilità ipnotiche. Cogliete la palla al balzo se vi si presenta l’opportunità di ipnotizzare o createvela voi. Se volete usare l’ipnosi all’interno di una performance, potete semplicemente introdurla dopo aver fatto un po’ di mentalismo. Visto che l’approccio è improvvisato, non servono spiegazioni di dieci minuti su quel che avverrà. Il fatto che avete già fatto cose incredibili con i vostri effetti di mentalismo assicura che l’affermazione di saper ipnotizzare abbia la stessa credibilità e che venga accettata altrettanto prontamente. Siate concisi e divertenti, ma assicuratevi di esser presi sul serio. Quando avete davanti un gruppo di persone ricettive e ben disposte che attendono la vostra prossima mossa, molto
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probabilmente saranno ancora più affascinate da voi quando butterete in mezzo anche l’ipnosi. Un’altra possibilità è semplicemente di inserire l’ipnosi nella vostra spiegazione o nel patter 1 sul mentalismo. Se già fate degli effetti che danno l’impressione di basarsi su delle suggestioni o si basano sulla pseudo-ipnosi o la trance, allora usateli. La mia idea è che in qualità di mago o di mentalista abbiate carta bianca per usare qualsiasi trucco a disposizione, se ciò vi è d’aiuto nel far scivolare qualcuno in ipnosi. La pseudo-ipnosi è di grande aiuto nel facilitare quella vera. Troppi ipnotisti non lo capiscono. Gli pseudo-effetti vi permettono di introdurre l’argomento dell’ipnosi e di stabilire subito chi mostra più interesse. Probabilmente, la persona più interessata costituirà il vostro miglior soggetto. Gli pseudo-effetti vi danno un’opportunità spontanea di chiedere se qualcuno dei presenti è stato ipnotizzato o sa qualcosa sull’ipnosi.
1 “Patter” è un termine che deriva dall’ambito delle vendite e si riferisce alla “parlantina” del venditore per portare il cliente all’acquisto. Molto usato nell’ambito dell’ipnosi, indica tutto quello che l’ipnotista o il mentalista dice prima dell’induzione vera e propria o dell’effetto per “convincere” il soggetto.
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Questa è una ricognizione utile se intendete usare l’ipnosi più avanti. Se non siete certi, allora eseguite il vostro Set Piece su un gruppo di persone e usatelo come procedura di selezione. Spesso dico “Non ti sto ipnotizzando,” e chiedo semplicemente alle persone “Chiudi gli occhi e immagina…” e “Voglio solo che ti concentri/ti faccia un’immagine mentale/ti faccia una piccola divagazione.” Spesso le persone che sono soggetti ipnotici naturali si tradiscono subito mostrando i segnali dell’ipnosi. Assicuratevi di osservare le loro palpebre per vedere se gli occhi tremano o hanno movimenti REM e controllate se si verifica qualsiasi altro segnale dell’ipnosi. Se qualcuno ne mostra, allora tenete a mente chi è a farlo. Più avanti, quando deciderete di ipnotizzare qualcuno, sceglierete proprio loro; potrete lavorare su quei segni di ipnosi che mostrano. Un approccio semplice ma efficace che costituisce un ottimo esempio di come introdurre queste tecniche in modo velato all’interno della vostra performance mi è stato dato dal performer Nick Belleas di New York. Nel bel mezzo di una routine di mentalismo, fate una previsione scritta, poi fate le Dita
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Magnetiche come induzione e apertura dell’effetto. Quando il soggetto si trova con gli occhi chiusi e le dita che si sono unite, Nick lo manda in viaggio in un posto dove può contare un certo numero di persone o di oggetti. Poi lo risvegliate e svelate l’informazione alla quale sta pensando usando il vostro modus operandi di scelta. Anche se l’ipnosi è superflua per l’effetto in sé, vi dà l’opportunità di vedere se avete un buon soggetto. Se non lo è, allora sì, si tratta semplicemente di pseudo-ipnosi e normale mentalismo, ma questo non lo sa nessuno. A quel punto il Set Piece serve solo come modo di creare un’atmosfera e dà significato a quello che state facendo. Se invece sono ipnotizzati, potreste far seguire a questo effetto qualcosa che si basa davvero sull’ipnosi. Affascinate le persone con l’ipnosi mostrandovi voi stessi affascinati e ben presto comincerete a riconoscere l’aria tipica che hanno quelle persone che sono davvero interessate e disponibili a diventare soggetti. È difficile descrivere quest’aria, ma quando la vedrete, la riconoscerete – la miglior descrizione che possa darvi è quella di un’aria rapita, gli occhi che brillano, un leggero sorriso e la sua completa attenzione su
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di voi. Sono certo di aver visto la stessa aria in qualcuno che viene totalmente abbagliato dal mentalismo, uno che “ci crede” subito. È quella sensazione che avete quando sapete per certo che qualsiasi cosa direte, lui ci crederà. Una volta che siete davvero diventati maestri nell’eseguire il vostro Set Piece, avete un punto di partenza per l’ipnosi in qualsiasi situazione, come spiegato nel mio libro L’Ipnotista. Non potete fallire, perché se il soggetto non si mostra abbastanza capace in quel momento, allora non arriverete mai al punto di dover menzionare l’ipnosi. Quando avete fiducia in un soggetto ipnotico – ad esempio qualcuno che siete già riusciti a ipnotizzare, o qualcuno che vi ha detto di esser stato il soggetto di una routine ipnotica da palcoscenico – e vi trovate con lui in un contesto pubblico o sociale, allora usateli. Col massimo rispetto, mi riferisco a queste persone come “ipnocavie”. Ho ipnocavie sparse ovunque e per ognuna ho un’idea di quale routine usare. Mettersi in questa posizione non è certo più subdolo che fare un po’ di Set Up o di pre-show per la magia. Non dovete per forza
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usare soggetti del tutto “a freddo” ogni volta che ipnotizzate. Lavorare con soggetti a freddo va benissimo e dovreste esser pronti a farlo – provateci sempre. Tuttavia sono preferibili soggetti “un po’ riscaldati”. Soggetti “già caldi” sono ancora meglio. A meno che non usiate l’ipnosi per umiliare questa persona, attirerete altri che effettivamente vorranno sapere come sia farsi ipnotizzare. Altra pratica per voi. Mentalmente sono già preparati, una volta che hanno assistito a una dimostrazione riuscita e verificato che voi siete uno dei buoni, uno di quelli che fa star bene le persone. Un altro suggerimento è di assicurarvi che il vostro buon soggetto vi faccia pubblicità, dandogli la suggestione di dire a tutti quanto sia stato strabiliante, quanto si sente bene e di fare il vostro nome agli altri. Non c’è dubbio che l’“ipnomarketing” sia una delle arti oscure, ma ogni tanto è necessario usarla. Divertitevi. Assicuratevi che i vostri soggetti stiano bene. Mostrate loro il rispetto che meritano, si può fare facilmente. Usate il vostro risveglio per dire loro come si sentiranno.
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1.2) IPNOSI PRE-SHOW Per “pre-show” si intende qualsiasi tecnica o intervento attuati prima dell’inizio ufficiale della performance e che possono essere impiegati come modus operandi per la riuscita di un effetto durante lo show o come parte di esso.
Solitamente tutto questo viene fatto con una persona o un gruppo di persone che più tardi faranno parte del pubblico e, in seguito, saranno direttamente coinvolti nello show. Il pre-show normalmente si esegue soltanto con la persona in questione, senza che il resto del pubblico ne venga a conoscenza. Si può ottenere, tuttavia, apertamente o in segreto: è possibile renderlo così nascosto o mascherato che lo spettatore che fa esperienza del pre-show non ha idea di aver fatto parte di qualcosa. Allo stesso modo, la persona può sapere con assoluta certezza di essere diventata in qualche modo complice e non sperimentare niente, oppure una parte o la totalità degli effetti nonostante questa consapevolezza. “L’ipnosi pre-show” si riferisce all’uso delle tecniche ipnoti-
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che prima dell’inizio ufficiale della performance, i cui risultati possono essere impiegati come parte del modus operandi per la riuscita di un effetto durante lo show.
Come spero di dimostrare, l’ipnosi pre-show può essere impiegata per ottenere gli stessi risultati di qualsiasi altro metodo tradizionale di pre-show, se non qualcosa in più. Non vi sto certo dicendo di usare l’ipnosi solo per il gusto di usarla, specie quando vi basta usare come pre-show un semplice effetto di forzatura, di sbirciata o di ricerca. Tuttavia, in alcuni casi può essere usata raggiungendo ottimi risultati. Se siete in grado di ipnotizzare e state usando la magia, questo è uno strumento importante da aggiungere al vostro arsenale preshow. Come vedrete, ipnotizzare persone al di fuori del palco può essere estremamente utile per un mago: è altrettanto semplice da usare in una situazione improvvisata come in un pub, a una festa o a un matrimonio, come lo è sul palcoscenico. Si può impiegare mentre siete fuori onda alla radio e in TV. Usando il pre-show potete architettare trame miracolose, misteriose, ridicole e impossibili da scoprire, semplicemente comunicando poche, semplici idee al vostro soggetto.
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Esistono pochi libri o altri mezzi d’informazione dedicati al pre-show, sebbene ci siano molti esempi, nascosti come piccole pietre preziose, all’interno della letteratura legata alla magia e al mentalismo. Due delle migliori fonti su questo argomento sono Before the Curtain Rises di Mark Strivings e, più recentemente, The Gift.The 14th Step to Mentalism di Paul Brook. Questi libri spiegano molto in dettaglio il come e il perché del pre-show e si soffermano sulle preoccupazioni più comuni dei performer nell’usarlo come metodo, così come sulle numerose sottigliezze di controllo linguistico e gestione del pubblico che permettono di mantenere segreto il metodo. Vi consiglio vivamente di cercare questi testi se usate il pre-show o pensate di usarlo. Al momento questi testi sono entrambi disponibili contattando direttamente i rispettivi autori. Sebbene il pre-show sia in giro da decenni, sia ampiamente usato e stia diventando sempre più popolare, rimane motivo di dibattito fra i performer. Molti non lo usano affatto, una scelta perfettamente valida anche se derivata da diverse motiva-
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zioni: potrebbe essere per i possibili problemi che si creano con il pre-show (persone che parlano fra loro dopo lo show, per esempio: “Sì, me l’ero scritto prima di iniziare.”) Alcuni puristi considerano l’uso del pre-show come barare. Altri semplicemente non lo ritengono necessario. In base al mio punto di vista e alla mia esperienza il preshow, se usato moderatamente e intelligentemente con uno script molto rigido e una forte supervisione e gestione degli spettatori, può agire come metodo per ottenere delle routine estremamente potenti. Queste possono essere routine sul palco, di micromagia o effetti apparentemente improvvisati. Alcuni performer sono riusciti a spostare il grosso del lavoro della loro performance nel pre-show. Dato che il lavoro sporco viene fatto prima che l’effetto, per come lo percepisce il pubblico, effettivamente inizi, il performer può e anzi deve dare il massimo nella sua presentazione. Il pre-show deve essere usato con cura e attenzione, considerando i vostri obiettivi tanto quanto il contesto e l’ambiente della vostra performance. Senza tali considerazioni,
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c’è la possibilità che qualsiasi tipo di pre-show prenda una brutta strada. Lo stesso si può comunque dire di quasi tutti i metodi usati in magia. Concedete al pre-show l’attenzione che merita; usatelo nel momento e nel modo giusto e fate l’impossibile. Fate qualcosa che non può venire scoperto. Tradizionalmente, l’uso più comune del pre-show da parte di mentalisti è stato o per forzare delle informazioni o per ottenerne altre da una persona, usando poi queste informazioni in un secondo momento per creare un particolare effetto. Ecco un paio di semplici esempi.
Effetto: il performer sale sul palco e chiede a tutti di pensare a una carta. Indica alcuni individui e dice a quale carta stanno pensando.
Metodo: prima dello spettacolo, si chiede a una persona di scegliere una carta che, durante lo show, il performer dovrà indovinare. Viene forzata una carta oppure si indovina la loro libera scelta con altri mezzi. Il resto del mazzo viene dato loro. Più avanti, il performer può chiedere alla persona di pensare
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a una carta in modo tale che il pubblico creda che il soggetto lo abbia effettivamente appena fatto. Tuttavia, la persona sa che il performer si riferisce alla carta che ha scelto prima. Questo è un esempio nel quale il performer crea una situazione di doppia realtà. Sia la persona che il pubblico fanno esperienza di un effetto. Tuttavia, il pubblico percepisce una cosa, mentre la persona scelta dall’ipnotista ne prova un’altra.
Effetto: si chiede a qualcuno di nominare qualcosa che per loro è significativo, ad esempio un oggetto o qualcosa di proprio, di cui il performer non potrebbe essere a conoscenza. Il performer prende un foglio di carta e ci scrive o ci disegna qualcosa. Allo spettatore viene chiesto di disegnare o scrivere il nome della cosa alla quale sta pensando. I disegni/le parole coincidono.
Metodo: prima dello spettacolo, si chiede a una persona di scrivere su un foglio tre parole che riguardano oggetti di una certa importanza per lei, e poi di tenersi il foglio. Si chiede
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alla persona di guardare il foglio di nuovo prima dello show per assicurarsi che se le ricordi. Usando un effetto adatto il performer chiaramente può sapere di quali parole si tratta. Più avanti nello spettacolo si può chiedere alla persona di pensare “liberamente” a varie cose che sono significative per loro e di sceglierne mentalmente una. Lo spettatore confermerà che non c’è modo che il performer possa essere a conoscenza di quello che sta pensando. Il resto del pubblico sarà lasciato totalmente ignaro che sia mai stato scritto o disegnato qualcosa in un momento precedente. Alla persona viene semplicemente chiesto di crearsi un’immagine mentale di quello a cui sta pensando. Con un’altra semplice domanda, il performer può indovinare l’oggetto. Si chiede al partecipante di disegnare qualcosa a cui sta pensando. I disegni, ovviamente, sono molto simili. Anche qui, si tratta di una situazione di doppia realtà. Il pubblico percepisce che l’individuo potrebbe pensare a qualsiasi cosa e che il performer prevede o “legge” quello che la persona ha scelto. La persona rimane strabiliata che il performer scelga correttamente una delle tre parole scritte prima.
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Ancora di più quando l’immagine mentale quasi coincide col disegno del performer. Per i dettagli più sottili di come creare questa situazione di doppia realtà, devo di nuovo fare riferimento a The Gift di Paul Brook. Spiega nel dettaglio esattamente come farlo e propone molte idee per routine che sono molto più divertenti dell’ormai vecchio esempio “pensa a una carta” illustrato sopra. Come sottolinea Paul Brook, l’uso di questo approccio non è affatto simile all’usare un complice. Si tratta dell’arte di controllare qualcuno usando la psicologia e la padronanza del linguaggio. C’è differenza tra questo e impiegare un complice. Brook rende assolutamente chiaro come usare il modo di formulare le frasi per creare una situazione che assicura che la doppia realtà regga e che il lavoro di pre-show non venga svelato. Cosa ancora più importante, spiega come impiantare l’idea di quello che volete che faccia e poi attivarla più avanti. Non scenderò in questi dettagli qui. Comprate il suo libro. Anzi, comprate tutti i suoi libri! Sono certo che ne varrà la pena, proprio come è stato per me.
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Con una buona comprensione del pre-show, potete creare effetti incredibili. Buttateci dentro anche l’ipnosi e porterete le cose un passo più in là. L’ipnosi pre-show può essere usata per molte cose. Le applicazioni più comuni sono: •
Hypno Force: forzare delle informazioni o forzare qualcuno a una particolare scelta.
•
Hypno Peek: ottenere informazioni delle quali il performer non potrebbe altrimenti essere a conoscenza.
•
Reinduzione: preparare la persona a essere ipnotizzata istantaneamente sul palco.
•
Amnesia: far dimenticare il lavoro di pre-show o qualsiasi altra cosa.
•
Atti post-ipnotici: stabilire un innesco che solleciti una determinata reazione da parte dello spettatore.
Se torniamo all’esempio dato sopra di pensare a una carta, spero che sia chiaro come poter impiegare l’ipnosi e la suggestione per una certa reazione. A un livello di base, sempli-
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cemente ipnotizzate lo spettatore e ditegli in modo preciso e diretto a cosa penserà quando più avanti gli chiederete di pensare a una carta e date l’amnesia per quella suggestione. Potete rendere la cosa più elaborata dicendogli a cosa penserà, come reagirà e dargli l’amnesia per la suggestione e, se volete, addirittura per il fatto che gli avete parlato. Durante lo spettacolo chiedetegli di pensare a una carta. Gli potete anche chiedere di confermare che voi non gli avete chiesto di pensare a qualcosa in precedenza. Lo spettatore darà anche la conferma che è la prima volta che vi incontrate. Nominerà la carta che avete suggerito voi e questa sembrerà una scelta libera. Potete fare la stessa cosa con una parola o un oggetto. Ad esempio, in una situazione nella quale ci sono persone in piedi che si spostano o passeggiano, scegliete qualcuno e trovate una ragione per ipnotizzarlo. Ditegli che la prossima volta in cui lo vedrete gli chiederete di pensare a una parola. Quando schioccate le dita, lui sceglieranno la parola “finestra”. Date la suggestione per la quale non sarà in grado di ricordarsi che gli è stato detto di farlo, che gli sembrerà di
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fare una scelta libera e che sarà strabiliato quando indovinate correttamente la parola alla quale pensava. Più avanti, quando vi avvicinerete al suo tavolo, cominciate con le vostre solite routine e poi dirigete l’attenzione sulla persona e chiedetele di pensare a qualsiasi parola quando schioccherete le dita. Fatele confermare che si tratta di una scelta libera. Chiedetele di visualizzare la cosa alla quale sta pensando. Dite la parola o disegnate l’oggetto in questione e attendete i vostri applausi. Qualche mese fa, Harry Lucas, un caro amico e un performer acclamato di mentalismo di Vienna, ha usato questo approccio per un meraviglioso effetto mostrato in uno show televisivo chiamato Magic Mushrooms. In pratica, aveva sei fotografie istantanee allineate e rivolte a faccia in giù. Raccontava allo spettatore un aneddoto sui Darwin Awards – un premio per la persona più stupida che riesce a uccidersi per sbaglio nel modo più creativo. Viene premiata per aver fatto a tutti noi il piacere di essersi eliminata dal pool genetico. La storia parlava di una persona che
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voleva liberarsi di una talpa che le stava rovinando il giardino. La sua brillante idea è stata di mettere delle barre di ferro nel terreno e collegarle a una corrente elettrica ad alto voltaggio. Quello che gli è sfuggito è che lui se ne stava tranquillamente in piedi su quel terreno che sarebbe stato poi attraversato dalla corrente elettrica, e che una volta azionato l’interruttore non avrebbe avuto tempo di spostarsi. Quindi questo round l’ha vinto la talpa – l’uomo ha preso la scossa ed è morto. Una delle foto appoggiate a faccia in giù era chiaramente collegata alla storia, le altre no. Harry ha filmato questa routine in un museo di fotografie e ha fatto un lavoro eccezionale nel creare lo stato d’animo e l’ambiente giusto. Ha dato l’impressione che la spettatrice coinvolta, una ragazza con l’hobby della fotografia, poteva avere un sesto senso per il momento giusto, per la scelta della foto corretta. Quindi con la mano, che tremava molto, è passata sopra alle sei istantanee, e, sopra a una di esse, “ha sentito qualcosa”. Ovviamente, era quella giusta. Quando in seguito le è stato chiesto, ha confermato di aver provato una strana sensazione nella mano.
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Potete vedere il filmato cercando “Magic Mushrooms ORF – Maulwurf” su YouTube. Vorrei ringraziare Harry per avermi dato il permesso di includere qui il suo effetto. Questi tre esempi si basano su una Hypno Force. Forzerete la scelta dello spettatore. In alternativa, potete fare una Hypno Peek. Con questo, intendo usare l’ipnosi per estrapolare delle informazioni prima dell’effetto. Darete una sbirciata alla mente del vostro spettatore. Un esempio semplice sarebbe di ipnotizzare il soggetto e di chiedergli di comunicarvi delle informazioni personali che voi non potreste conoscere in nessun modo. Potete andare nello specifico. Ad esempio, chiedetegli il cognome da ragazza di sua madre o il PIN. Dategli l’amnesia di averveli mai detti e risvegliateli. Potete poi chiedergli di pensare a qualcosa che non potreste assolutamente sapere e chiedergli direttamente di pensare al cognome da ragazza di sua madre o il PIN. In alternativa, potete dargli la suggestione durante il pre-show
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per la quale, quando gli chiederete di pensare a qualcosa che voi non potreste assolutamente sapere, penserà al cognome da ragazza della madre. In questo modo prendete due piccioni con una fava. Potete sia indovinare la domanda alla quale pensa, sia dare la risposta. Negli esempi di Hypno Force e di Hypno Peek sopra, la suggestione post-ipnotica e l’innesco per quella suggestione sono piuttosto chiari – penseranno a qualcosa in particolare quando più avanti gli farete la domanda specifica. Un’altra suggestione post-ipnotica che dovreste usare con chiunque ipnotizzate è che, quando voi direte una certa cosa “x” o farete quest’altra cosa “x”, il soggetto tornerà immediatamente in ipnosi. Questa cosa “x” è semplicemente un segnale per la reinduzione. Se poi volete ipnotizzare qualcuno in modo manifesto sul palco, potete farlo velocemente e con sicurezza, assicurandovi di infilare quella parola o cosa “x”. Il pubblico sarà convinto di aver assistito a un’induzione istantanea. Quello a cui hanno effettivamente assistito è una reinduzione. Potete ugualmente ipnotizzare senza un’induzione
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manifesta usando qualcuno con cui avete già lavorato prima, rendendo questo segnale più sottile. Nell’effetto illustrato più avanti, vedrete come ciò possa essere portato ancora un passo più avanti, con quella che chiamo un’induzione post-ipnotica generativa. Questa è semplicemente una suggestione che, quando viene seguita, vi permette di ottenere un buon numero di risposte di vario genere dal vostro soggetto. Questo vi permette di costruire routine più elaborate. Mentre usate questi semplici concetti, tenete anche presenti alcuni degli effetti classici della magia e pensate a come potreste crearli usando l’ipnosi pre-show.
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CAPITOLO 2
IL SET PIECE 2.1) USARE IL MENTALISMO Sempre più spesso faccio del mentalismo come Set Piece prima di indurre l’ipnosi. Con questo, intendo che ometto alcuni o tutti gli esercizi del mio Set Piece (vedete L’Ipnotista), compresi le Dita Magnetiche, le Mani Magnetiche e il Braccio Rigido, e invece uso un piccolo inganno, di solito un effetto basato su una suggestione. Come mi sono prodigato a spiegare ne L’Ipnotista e ripeto costantemente nei miei corsi, il Set Piece è molto più di un test. In effetti, come test è pessimo, perché il 99% delle persone lo passano. Tuttavia, è un’opportunità per osservare, convincere, andare in guida e dare suggestioni. State preparando la situazione e il soggetto prima dell’induzione. Visto che la sua funzione come test è tra le sue caratteristiche più deboli, mi è venuta l’idea che rimpiazzandolo con l’effetto appropriato di mentalismo potete comunque raggiungere tutto il resto.
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Gli effetti che uso per fare questo possono essere tutti presentati in modo piuttosto naturale come basati sull’ipnosi o concentrati su essa. Mi permettono di creare un contesto per l’ipnosi mentre osservo il mio soggetto. Non è necessario nominare l’ipnosi anche se normalmente lo faccio, fosse solo per dire: “Questa ancora non è ipnosi.”
2.2) DITA INCOLLATE SULLO STILE DI FREDDY JACQUIN Ne L’Ipnotista ho accennato al fatto che gli esercizi del Set Piece possono essere usati come induzioni. Vorrei soffermarmi un po’ su questo punto, facendo riferimento in particolare alle Dita Magnetiche, e mostrarvi come poter usare questo semplice esercizio per creare l’ipnosi senza pronunciare la parola “Dormi” e senza alcun riferimento palese all’ipnosi. L’ampliamento della tecnica che descriverò qui di seguito è di mio padre, Freddy Jacquin. È stato lui a farmi conoscere il mondo dell’ipnosi e rappresenta ancora oggi la mia fonte di ispirazione, dato che è sempre pronto a mettere alla prova i
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limiti percepiti relativi al suo lavoro di ipnosi. Mio padre tiene spesso sedute di gruppo di ipnosi con molti partecipanti, anche diverse centinaia alla volta, e usa questo esercizio all’inizio della presentazione come semplice dimostrazione degli effettivi poteri della mente. Non parla di ipnosi, anzi, solitamente dice al pubblico che non si tratta di ipnosi. Ho assistito innumerevoli volte a dimostrazioni di questo esercizio anche a livello individuale ed è altrettanto efficace. Uso spesso questa tecnica anche nell’ipnosi da palcoscenico, come parte della procedura per scegliere i partecipanti tra il pubblico. Nel modo in cui la spiego qui è un esercizio per far star bene il soggetto. È perfetto per il pre-show perché è rapido, efficace e vi lascia la possibilità di non esporvi troppo con un’induzione vera e propria. Le Dita Incollate possono essere eseguite sia su singoli che su gruppi. Dato che manca ogni riferimento palese all’ipnosi, se il volontario che avete scelto non si mostra abbastanza capace, potete passare a un’altra cavia. Come accennato ne L’Ipnotista e mostrato nel suo DVD di accompagnamento, un modo di usare il Set Piece come induzione sta nell’usare gli esercizi per creare un momento di
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leva (quando le dita o le mani si toccano, quando il braccio si blocca) e cogliere quest’occasione per portare il soggetto in ipnosi col semplice comando: “Dormi!” Di solito lo faccio se mi sembra che il soggetto stia andando particolarmente bene, se sta opponendo resistenza ma la battaglia è già persa o se sospetto che possa essere già in ipnosi. Quando seguo questa procedura, generalmente abbasso le mani del soggetto bruscamente mentre dico “Dormi!” procedendo poi immediatamente a intensificare lo stato in cui si trova.
«Bene, e quando le dita si incollano puoi chiudere gli occhi. Dormi.» Questo approccio in parte è un’induzione basata sullo shock, dato che il soggetto non si aspetta una mossa improvvisa da parte mia. Il metodo che descrivo di seguito è più morbido e velato. Ormai conoscete bene le ragioni fisiche per le quali le Dita Magnetiche funzionano. Il fatto è che c’è una ragione fisica per cui gli indici si toccano nelle Dita Magnetiche. Tuttavia,
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non c’è una ragione fisica per cui dovrebbero continuare a rimanere incollate – intendo difficili o impossibili da separare. L’ampliamento di questa tecnica riesce proprio in questo. Trasforma le Dita Magnetiche in Dita Incollate e, se lo desiderate, in Mani Incollate. Se siete riusciti a indurre questo blocco delle dita, allora avete indotto uno stato ipnotico. La mente si è fissata su almeno un’idea, l’idea che le dita o le mani sono incollate. Per presentare questa tecnica, dovete per prima cosa procedere in modo identico alle Dita Magnetiche, fino al punto in cui il soggetto chiude gli occhi. Poi cambiate rotta chiedendogli di immaginare qualcosa. Nel far questo, state dissociando il soggetto dal suo corpo mentre vi avvicinate furtivamente a suggestioni sempre più dirette che le dita si stanno irrigidendo fino a quando, infine, sono bloccate. Solo allora comincerete a sfidarlo un po’ e a mettere alla prova il vostro lavoro.
«Bene, lascia che ti mostri qualcosa. Richiede che ti concentri e sfrutti la tua immaginazione. Per favore, segui le mie semplici istruzioni e sono certo che farai un’espe-
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rienza piacevole. Potresti distendere le mani di fronte a te, unirle ben strette e piegare i gomiti, un po’ come se stessi pregando disperatamente? Ora alza gli indici e distanziali di due centimetri circa. Bene, adesso osserva lo spazio tra quelle due dita, non guardare me, ma solo le dita, perché tra un attimo si avvicineranno e si toccheranno proprio come se due potenti calamite le attraessero una all’altra. Bene, così, cominciano già a muoversi, come se le dita e le mani fossero calamite, e quando si toccano puoi lasciare che i tuoi occhi si chiudano. Bene, così, con gli occhi chiusi, le tue dita si incollano sempre di più, proprio come se due calamite le tenessero unite. Adesso, mentre tieni gli occhi chiusi, voglio che pensi a qualcosa che ti piacerebbe fare, a qualcosa che ti piacerebbe ottenere e che ora ti faccia un’immagine mentale di te stesso che hai già raggiunto quello scopo; nota come ti muovi, come respiri. Se non lo hai ancora fatto, voglio che entri in quell’esperienza, che la viva, che veda quel che vedevi allora, che senta quel che sentivi allora e che provi quel che provavi allora. Nota dove si collocano queste sensazioni nel tuo corpo e rendile più intense. E
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mentre immagini tutto questo, provando quelle sensazioni e ascoltando la mia voce, le tue dita diventano sempre più incollate, sono incollate una all’altra, bloccate, appiccicate. Sempre di più, così. Goditi questa sensazione e, mentre lo fai e ascolti la mia voce, le tue dita si irrigidiscono sempre di più, del tutto irrigidite, puoi provarci a separarle ma noterai che sono sempre più incollate.» Ci sono un paio di punti importanti da notare. Per prima cosa, una volta che il soggetto chiude gli occhi, agite in fretta per dargli qualcosa a cui pensare. Questo lo incoraggia a dimenticare le proprie dita. Così lascia le dita intrecciate e più tempo rimangono così, più viene esasperato l’effetto fisico. Due cose alle quali il soggetto può pensare, e che sono utili ai nostri scopi, sono: o pensare a una persona cara/la persona a cui tiene di più, o visualizzare un obiettivo che lo motiva e lo ispira. Un’altra possibilità che uso è quella di fargli pensare a un luogo che ha visitato e che gli è piaciuto molto, dove si è sentito meravigliosamente bene. La ragione dietro alla scelta di un argomento di questo tipo sta nel fatto che risulta semplice quasi per tutti e, soprattutto, è un qualcosa
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che coinvolge le emozioni, le sensazioni e l’immaginazione. Il passo successivo è notare che, da un certo punto in poi, vi interessa che il soggetto entri in una prospettiva di prima persona nell’esperienza rivisitata mentalmente. Questo esorta il soggetto a dimenticarsi del proprio corpo e di ciò che lo circonda e vi dà un’ulteriore opportunità per far scatenare la sua immaginazione. Infine, riflettete sul linguaggio che associa quello che il soggetto sta facendo (immaginare una scena mentale e ascoltare l’ipnotista) alle dita che si incollano. Stabilire questo collegamento è di fondamentale importanza. È una tecnica tipicamente ericksoniana. Naturalmente non c’è una ragione particolare per cui immaginarsi qualcosa o ascoltare qualcuno debbano legarsi alle dita che si incollano, ma mentre pronunciate queste parole il collegamento diventa reale. Una volta che avete fatto incollare le dita e avete portato il soggetto a mettere alla prova il vostro lavoro, di solito vedrete la stessa espressione sconcertata che si ottiene quando si incollano gli occhi per farli rimanere chiusi. Potete dirgli di smettere di opporre resistenza e che può semplicemente
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concentrarsi sulla propria interiorità e rilassarsi oppure dargli il comando: “Dormi!” Potete spingere ancora, creando un collegamento tra le Dita Incollate e il fatto che anche le mani si incolleranno una all’altra. Potete insistere ancora e incoraggiarlo ad aprire gli occhi e a separarle. Se tutto va secondo i piani, potete dire senza mezzi termini al soggetto che adesso è ipnotizzato. Oppure potete tenere per voi questo segreto e dargli il permesso di separare le mani una dall’altra e proseguire con un’altra induzione. Naturalmente, se le dita proprio non rimangono incollate, con le Dita Magnetiche il soggetto ha comunque raggiunto un traguardo. Non ci avete perso niente e potete semplicemente procedere con l’effetto di sempre, oppure ringraziarli e passare a un’altra cavia.
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CAPITOLO 3
INDUZIONI 3.1) PALPEBRE INCOLLATE Ne L’Ipnotista ho accennato un paio di volte al fatto che si possono far incollare gli occhi del soggetto in modo che non li possa aprire, ma non ho delineato un metodo specifico per raggiungere questo scopo. Diverse persone mi hanno chiesto quale sia il modo migliore di farlo. Questo effetto si può ottenere facilmente – una volta che il soggetto è ipnotizzato, si intende. È sufficiente creare un momento di leva e dirgli che sarà impossibile aprire gli occhi.
«Adesso concentrati sui tuoi occhi e falli rilassare com pletamente. Tra un attimo schioccherò le dita e le palpebre dei tuoi occhi saranno incollate, incollate una all’altra, unite fin quando non dirò diversamente. Quando cercherai di aprire gli occhi, le palpebre si incolleranno sempre
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di più, non riesci ad aprire gli occhi. Bene, così (schioccate le dita) , prova ad aprire gli occhi.» Proseguite incoraggiando il soggetto a tentare di aprire gli occhi. Generalmente questo fa sì che gli occhi rimangano chiusi ma che le sopracciglia si alzino. Ne troverete un esempio sul DVD de L’Ipnotista a seguito dell’Induzione Istantanea. Poi potete semplicemente chiedere al soggetto di smettere di provare ad aprirli e passare ad altro. L’ipnotista Dave Elman, il cui nome è legato a un’induzione ipnotica molto conosciuta, l’Induzione di Elman, porta il soggetto a rimanere con le palpebre incollate già nella prima fase dell’induzione, semplicemente chiedendo al soggetto di chiudere e far rilassare gli occhi.
«Bene, diventa consapevole dei muscoli dei tuoi occhi, e rilassa ogni muscolo e ogni nervo negli occhi e attorno a essi, fingi e immagina che siano così rilassati, che sem plicemente non funzionano. Quando sei certo che sono così rilassati, che fino a quando mantieni questo rilas-
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samento semplicemente non funzioneranno, voglio che tu mantenga quel rilassamento e metta alla prova i tuoi occhi, per assicurarti che non funzionano.» «Ok, così va benissimo, adesso smetti di metterli alla prova e rilassati ancora di più.» Che ci crediate o meno, questo approccio sembra funzionare con la stragrande maggioranza delle persone. Il soggetto alzerà le sopracciglia allo stesso modo di prima. Continuate dicendo al soggetto di smettere di provare ad aprire gli occhi e di mandare quella stessa sensazione di rilassamento a tutto il corpo. Alcuni potrebbero affermare che, in realtà, è l’uso della parola “fingi” piuttosto che solo “immagina” a creare l’effetto. Altri potrebbero sostenere che è il doppio legame dato dall’istruzione al soggetto di non provare ad aprire gli occhi fino a che non è certo di non riuscirci a far funzionare la tecnica. Ad ogni modo, sembra essere piuttosto sconcertante per il soggetto e porta a cose più grandi. Tenete a mente che per Elman un effetto come questo non costituisce l’ipnosi, ma solo il “primo passo”. Proprio come con le Mani o le Dita
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Magnetiche, incollare le palpebre crea un momento di leva – un momento che non durerà in eterno, quindi createlo e sfruttatelo per andare oltre. Potreste usare questo approccio in un effetto di mentalismo quasi come un’aggiunta quando chiedete a qualcuno di chiudere gli occhi e usare l’immaginazione. L’ipnosi non viene neppure nominata. Se volete sapere di più sull’Induzione di Elman, allora fate una ricerca sul web, la troverete trascritta per intero su molti siti. Leggete anche il suo libro, è un classico. Vorrei delineare un altro metodo che può esser utilizzato sia come Set Piece che come induzione vera e propria. Questo metodo è molto noto, facile da eseguire e, come molti altri esercizi del Set Piece, dipende molto dalla meccanica del corpo. Se i vostri occhi sono chiusi, ma comunque roteati indietro come se steste guardando attraverso un punto della vostra testa, è impossibile aprirli. Provateci, lo vedrete. Chiudete gli occhi, fateli roteare indietro e guardate attraverso un punto della vostra testa, fissatevi su questo e cercate di aprirli. Proprio come con le Dita Magnetiche, resistete alla tentazione di ignorare questa tecnica come fosse solo
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un giochetto da ragazzi. Farete in modo che il soggetto non riesca ad aprire gli occhi. Il momento di confusione che viene generato può essere sfruttato per far scivolare il soggetto in ipnosi o semplicemente per mostrargli che ha un’immaginazione potente. Ecco lo script che seguo quando uso questa tecnica come induzione.
«Bene, proviamo a fare una cosa. Voglio che usi la tua immaginazione, quindi chiudi gli occhi. Metterò il mio dito sopra la tua testa e, tenendo gli occhi chiusi, voglio che guardi su verso quel punto sulla tua testa. Continua a guardarlo e immagina che sia una finestra sopra la tua testa e che tu ci possa guardare attraverso. Continua a guardarci attraverso e, mentre lo fai e ascolti la mia voce, le tue palpebre si stanno incollando, incollando sempre più, e mentre ascolti la mia voce e guardi attraverso quella finestra, puoi provare ad aprirle e vedrai che non ci riesci, provaci e nota che sono completamente incollate.»
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«E adesso smettila di provarci, e dormi!» Quindi per prima cosa eseguite normalmente il Set Up. Poi chiedete al vostro soggetto se è pronto a essere ipnotizzato e a chiudere gli occhi. Fatto questo, posizionate un vostro dito sopra la sua testa, un paio di centimetri sopra l’attaccatura dei capelli va bene. Chiedetegli di continuare a tenere gli occhi chiusi e di alzare lo sguardo verso il punto in cui si trova il vostro dito. Sarete in grado di vedere i bulbi oculari che roteano all’indietro, quindi potete verificare se il soggetto segue le vostre istruzioni. Se non lo fa, allora ripetetele. Posizionare il vostro dito sulla sua testa offre una sorta di punto interno di focalizzazione. Quando sono altri a eseguire questa tecnica su di me, riesco perfino a vedere un punto arancione col mio occhio mentale. Chiedete al soggetto di alzare lo sguardo verso quel punto, e di continuare a guardarlo; ditegli che, mentre lo guarda, le sue palpebre si stanno incollando una all’altra e che non riesce ad aprire gli occhi. Potete approfondire questo aspetto chiamando il punto finestra, schermo o lucernario. Se state facendo un effetto mentale, portate il soggetto a “imprimerci” un’immagine. Dite al soggetto che non riuscirà
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ad aprire gli occhi. Chiedetegli di provarci e, se ha seguito le istruzioni, non ce la farà. Ve ne renderete conto perché le sue sopracciglia si alzeranno ma gli occhi non si apriranno. Arrivati a questo punto avete diverse scelte su come procedere. Potete semplicemente usare questo esercizio come Set Piece e dire al soggetto che quando schioccherete le dita, sarà in grado di aprire gli occhi e sarà pronto per il prossimo giro di istruzioni. Potete usare questo metodo come induzione in puro stile Elman, dicendo:
«Adesso smetti di provarci, rilassati, lascia che ogni muscolo, nervo e fibra si rilassi e manda questo rilassamento dalle palpebre attraverso tutto il tuo corpo e scivola in un sonno profondo.» L’approccio che preferisco per questa induzione, è di lasciare che il soggetto opponga resistenza per un attimo e poi, nel bel mezzo della battaglia, dire:
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«Adesso smetti di provarci e dormi.» Spingete in avanti la testa del soggett s oggettoo mentre dite: “Dormi!” Intensificate immediatamente lo stato e vedete di dare inizio a dei fenomeni ipnotici. Spesso uso questo q uesto genere di cose con c on un effetto effetto semplice e di sicuro successo come il Kolossal Killer o altri tipi di effetti con le carte. Mi dà la possibilità di valutare i miei potenziali soggetti ipnotici senza nominare l’ipnosi.
3.2) L’INDUZIONE INVISIBILE Molti maghi con cui ho parlato a proposito del potenziale legato all’ipnosi nel pre-show sono un po’ confusi su come reagirà il soggetto, oltre che sui meccanismi legati al dare le suggestioni nel pre-show e poi sfruttarne s fruttarne i risultati. Non sono necessariamente intenzionati a far faree l’induzione sul palco. Alcuni non vogliono farsi vedere mentre usano l’ipnosi nel loro show perché magari non è compatibile col loro personaggio. Non ce n’è bisogno. La ragione di d i fondo è implicita nel ne l modo
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in cui si reagisce alle suggestioni post-ipnotiche. Definiamo la reazione a una suggestione post-ipnotica un “atto postipno ip notitico” co”. L’idea classica sul procedere degli ev eventi enti che ci viene dall’ipnosi da palcoscenico è che il performer ipnotizza il soggetto, gli dà una suggestione, lo risveglia e immediatamente il soggetto esegue quello che gli è stato chiesto. La sequenza viene poi ripetuta. Ma cosa succede se diamo a qualcuno una suggestione post-ipnotica con un comando che verrà eseguito solo in un secondo momento, a un’ora un’ora prestabilita o a seguito di un certo segnale? Milton Erickson ha notato che il soggetto ipnotizzato a cui si dà l’istruzione di eseguire un atto post-ipnotico sviluppa inevitabilmente e spontaneamente una trance ipnotica. La trance è spesso di breve durata, avviene in stretta relazione all’esecuzione dell’atto post-ipnotico e dunque è facile non notarla. In altre parole, quando un soggetto esegue un atto post-ipnotico, è ipnotizzato. E infatti, se decideste di interromperlo nel bel mezzo dell’esecuzione di questo atto, potreste dargli
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un’altra un ’altra suggestione che il soggetto seguirebbe con la stessa prontezza che mostrerebbe se fosse in una trance regolarmente indotta. Svolgere un atto di questo tipo implica dunque un’auto-induzione, da qui il nome di Induzione Invisibile. Si tratta dell’induzione che mai nessuno potrà vedere. Durante la performance non è richiesta nessuna suggestione o istruzione di entrare in trance. Per rendere tutto un po’ più chiaro, tenete a mente questa definizione dell’atto post-ipnotico data da Erickson stesso: “Un atto post-ipnotico si è rivelato essere un atto eseguito dal soggetto ipnotico dopo il risveglio dalla trance, in risposta a suggestioni date durante lo stato di trance, e nel quale l’esecuzione si distingue per l’assenza di qualsiasi quals iasi consapevolezza cosciente dimostrabile da parte del soggetto per quanto riguarda la causa soggiacente s oggiacente o la motivazione dell’att dell’atto. o.”” Se ha ipnotizzato il soggetto prima dello show e gli ha dato una suggestione post-ipnotica, il performer pe rformer non deve ripetere ripetere il processo formale di induzione. Serve solo che la suggestione venga attivata. attivata. Questo si realizza stabilendo un innesco o
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un segnale chiaro che farà entrare in azione la suggestione post-ipnotica. È fondamentale che questo punto sia chiaro. Ad esempio, ipnotizzate qualcuno e ditegli:
«Più tardi nella serata, mi avvicinerò al tuo tavolo e ti chiederò di pensare a una parola qualsiasi. Quando schioccherò le dita, la parola “finestra” ti verrà subito in mente. Penserai alla parola “finestra” quando schiocco le dita. Penserai che sia una scelta completamente giusta e libera e sarai strabiliato quando indovinerò la parola alla quale pensi. Tra un attimo ti risveglierò e non avrai alcun ricordo di questa suggestione o, se è per questo, di essere stato ipnotizzato. Continuerai semplicemente per la tua strada e ti godrai la serata. Annuisci se hai capito.» Più tardi nella serata, quando vi trovate al tavolo del soggetto, attivate la suggestione, pronunciando le stesse parole di prima.
«Adesso vorrei provare una cosa nuova. Posso usarti per
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questo? Confermeresti agli altri che non abbiamo preparato niente? Ok, tra un attimo ti chiederò di pensare a una parola qualsiasi. Adesso, per favore cambia idea. Tra un attimo schioccherò le dita, e quando lo farò, cambia di nuovo idea, ti verrà subito in mente una parola. Non dirla a voce alta, per favore. Annuisci quando hai la parola. Hai capito?» Come indicato da Erickson nella definizione riportata sopra, il bello sta nel fatto che le persone che eseguono un atto post-ipnotico non hanno consapevolezza della motivazione che li spinge ad agire. Questo significa che, se interrogato sul perché ha pensato una certa cosa, ha fatto una determinata scelta o ha tenuto un particolare comportamento, il soggetto tende a giustificarlo, proprio come farebbe se non gli fosse stata data alcuna suggestione. È come se stesse cercando di far quadrare la sua nuova realtà. Il soggetto deve giustificare coscientemente quello che ha fatto. Un’altra domanda molto comune riguarda il comportamento di coloro che stanno seguendo una suggestione post-
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ipnotica. Appariranno assonnati o svegli? La risposta a questa domanda è dettata dall’effetto che state cercando di raggiungere, piuttosto che da limiti imposti dall’ipnosi. Il soggetto è suggestionabile. Se volete che sia in grado di muoversi e parlare normalmente sotto tutti gli aspetti, allora diteglielo quando state facendo il lavoro di pre-show.
«Ritornerai a questo stato, ma i tuoi occhi saranno aperti, sarai in grado di muoverti e di parlare normalmente sotto tutti gli aspetti, seguendo alla perfezione la suggestione che ti ho dato.» Se volete che il soggetto sia fuori uso, come se stesse ricevendo dei segnali dall’etere, magari per un effetto da seduta spiritica, assicuratevi che ce l’abbia ben chiaro.
«Sarai in grado di ricevere i segnali e richiamare le informazioni su questo ricordo, anche se ti sembrerà di farcela a malapena. Quando parlerai, lo farai con una voce inquietante, da bambino.»
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Lasciare che la risposta del soggetto sia dettata dal caso vuol dire affidarsi al suo modello di ipnosi. Non affidatevi al caso. Siate voi a dare forma alla sua reazione con le vostre suggestioni.
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CAPITOLO 4
TECNICHE 4.1) PEEK DI PERCEZIONE Il Peek di Percezione è un metodo usato per comunicare segretamente il seme e il valore della carta a uno spettatore. Viene anche usato come pseudo-induzione o induzione reale di Fissazione Occhio-Mano. Vi spiegherò come funziona e poi lo inserirò nel contesto di un effetto di mentalismo. Per prima cosa i ringraziamenti. Il Peek di Percezione è maggiormente ispirato all’effetto SharSharpie Sense di Kenton Knepper, che mi ha davvero dato una buona comprensione di quanto efficace e affidabile possa essere un complice immediato. Per l’applicazione pratica devo citare l’uso dell’effetto Peek del Partecipante nel libro The 8th Maneuver , che è stato a sua volta ispirato dalla persona che
per prima ha coniato il termine Peek del Partecipante, Richard Busch, nel suo influente libro Peek Performances . Infi-
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ne, grazie a Brent Walske per aver creato la Pyro Perception, che è ciò che fa funzionare tutto questo. Segue la definizione di Busch. “[Un Peek del Partecipante] si riferisce a qualcosa che si permette di vedere solo a un partecipante, un assistente o anche un complice.”
Richard Busch, Peek Performance Il prodotto Pyro Perception di Brent Walske vi permette di farvi quella che sembra una bruciatura su pollice e indice nella forma del seme e del valore della carta – simile al segno che rimane se si premono le dita sul buco rotondo in fondo a una chiave di casa – e quindi Walske suggerisce di passare le dita sopra a delle fiamme, di usarle per spengere dei fiammiferi e di tirare fuori la carta lampo. Quando ho fatto il trucco della Pyro Perception, che so che funziona benissimo nell’ambiente giusto, sono rimasto affascinato dalla facilità con cui sparivano i segni, e ogni tanto lo facevo proprio davanti a uno spettatore – dovete rimanere “freddi”. Per riuscire
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in questo effetto, nel momento di calo dopo aver svelato il seme e il valore della carta, premo con forza il pollice e il polpastrello dell’indice l’uno contro l’altro per eliminare i segni, poi li avvicino allo spettatore come se ci fossero ancora e soffio. La reazione è forte quanto quella di quando appaiono, visto che sembra portare lo spettatore a chiedersi se abbia mai effettivamente visto quei segni in partenza. Mi sono reso conto che questo gadget è un modo eccezionale per passare informazioni a qualcuno segretamente. Le mani, chiaramente, rimangono vuote per tutta la durata dell’effetto. I segni vengono cancellati in un istante, premendo insieme le dita, e voi siete “puliti” dato che il prodotto Pyro Perception rimane nella tasca dei vostri pantaloni. Il mio primo pensiero è stato che potevo usarlo allo stesso modo in cui userei lo Sharpie Sense di Kenton Kepper. Il problema che avevo era di far concentrare qualcuno sulla punta delle dita per far sì che potesse vedere l’informazione senza far sapere al pubblico cosa stesse succedendo. Perché chiedere a qualcuno di concentrarsi sulla punta del vostro pollice
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e del vostro indice? La risposta è arrivata abbastanza velocemente. Ma certo, per indurre una trance! Il Peek di Percezione richiede di usare la punta delle dita per concentrare l’attenzione dello spettatore mentre inducete la trance – trance reale o pseudo-trance. Se il vostro scopo è quello di indurre l’ipnosi allora questa è una fissazione oculare e procede in modo simile alla Fissazione Occhio-Mano delineata ne L’Ipnotista. Se volete usarla per ipnotizzare qualcuno e vi trovate di fronte un buon soggetto, indurrete l’ipnosi, oltre a trasmettere il valore della carta. Per prima cosa dovete far apparire in modo nascosto i segni della carta su pollice e indice. Poi, tenete la mano a circa 20 cm dagli occhi dello spettatore, col palmo rivolto in giù, così che la punta del pollice e dell’indice risultino allineati al loro sguardo. Quello che effettivamente dovete fare è attirare l’attenzione sui segni con l’altra mano e con ciò che dite, perché la punta delle dita è il punto focale nell’induzione della tran-
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ce. Vedranno il numero e il seme e, usando quello che dite, potete far sì che ve lo confermino senza avvertire nessun’altro. Mentre avvicinate il pollice e l’indice ai loro occhi, potete indurre la trance o almeno creare l’apparenza di averlo fatto. Di nuovo, pensate questo effetto proprio come la Fissazione Occhio-Mano o la Stretta di Mano. Ricalcherete e guiderete.
«Mentre tieni gli occhi fermi lì, e vedi le dita che si avvicinano al tuo viso, puoi notare che cambia la messa a fuoco dei tuoi occhi e chiuderli e vedere nella tua mente quella carta. Non dirla a nessuno.» Potete poi continuare per assicurarvi di arrivare alle Palpebre Incollate. Semplicemente posizionate le vostre dita sulla testa del soggetto dopo che ha chiuso gli occhi e chiedetegli di rivolgere lo sguardo in alto verso quel punto e di visualizzare la carta su uno schermo. Se desiderate ripetere l’effetto, inducete nuovamente la trance – comunicando valore e seme di un’altra carta. Proprio come l’ipnosi vera e propria, ogni volta diventa più veloce. Adesso, il soggetto sa cosa deve fare. Poi può seguire un intervallo di tempo lungo quanto vo-
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lete fino al momento in cui chiederete di rivelare la carta a cui sta pensando. Quindi, in una situazione improvvisata, potete fare una previsione di fronte a uno spettatore e acchiappare un passante e forzare la carta usando il Peek di Percezione. L’effetto illustrato di seguito fa uso del Peek di Percezione sia come modo di comunicare un’informazione che come induzione ipnotica.
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CAPITOLO 5
EFFETTI 5.1) IL VEGGENTE Date a una persona di un gruppo di spettatori un mazzo di carte da esaminare e mescolare liberamente, la chiameremo il “mazziere”. Mentre le carte vengono mescolate, chiedete a un’altra persona del gruppo di partecipare nel ruolo del “veggente”, facendole presente che le indurrete uno stato di trance nel quale sarà in grado di “immaginare” di avere abilità mentali sovrannaturali. Dimostrate in che modo ipnotizzerete il veggente. Il mazziere rimette le carte nella scatola e le tiene. Ipnotizzate il veggente e chiedetegli di crearsi l’immagine mentale di una carta. Dice che carta è. Il veggente viene risvegliato. La vittima che regge la scatola tira fuori le carte e gira la prima: è la stessa. Il veggente viene di nuovo portato in trance. Il mazziere alza le carte per arrivare a una carta dal mazzo mescolato e la appoggia sul tavolo, a faccia in giù. Il veggente mette la mano sulla carta e dice qual è. Il veggen-
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te viene risvegliato dalla trance. Il mazziere riconosce che il veggente ha dato la risposta corretta. Infine, con la mano ancora sulla carta, la vittima veggente viene di nuovo ipnotizzata. Diventa incapace di aprire gli occhi, e poi di sollevare la mano. Il veggente ha la visione di un’altra carta. Dice qual è e poi la mano si solleva, non è più incollata al tavolo. La carta sotto alla sua mano è quella nominata. Il veggente viene risvegliato dalla trance e non è in grado di ricordare nessuna delle carte nominate.
Metodo Il Veggente deve molto all’effetto The 8 th Maneuver di Luke Jermay. Luke mi ha gentilmente dato il permesso di citare il suo lavoro. Dalle recensioni vedo che The 8 th Maneuver è un effetto che o si odia o si ama. La prima persona che me lo ha mostrato lo odiava e mi ha semplicemente illustrato il metodo con disgusto. Io avevo appena iniziato col mentalismo e ne ero affascinato, ma ormai il prodotto non veniva più venduto o era esaurito. Sospetto che la persona che me lo ha mostrato non abbia colto il punto e non lo abbia effettivamente provato.
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L’inganno immediato non faceva per lui. Esatto. Questo effetto, come The 8 th Maneuver, si basa sull’utilizzo divertente di un complice immediato, che in questo effetto è affidabile. L’effetto non inizia fino a che non ne avete uno, cosa che si realizza in modo semplice e invisibile. Se il complice “non ci sta” potete fare qualsiasi altra cosa che potreste fare con un mazzo ben mescolato di carte e lui non saprà mai che gli avete chiesto di partecipare all’inganno. Se il solo pensiero di mettere in atto un tale piano diabolico vi riempie di paure, allora andate da un terapeuta e liberatevene – ce ne sono molti di terapeuti oggigiorno che vi garantiscono dei risultati. Vedrete in questo effetto che il complice può gustarsene una parte a ogni passo, e che al momento culminante viene usato e lasciato un po’ in confusione, ma poi sollevato da tutti gli altri che lo considerano con ammirazione. Ipnotizzandolo, potete mettere il complice tanto con le spalle al muro che difficilmente svelerà qualsiasi aspetto del metodo, e se anche lo facesse probabilmente nessuno gli crederebbe.
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Quando ho creato il Peek di Percezione e ho riguardato alcune tecniche che facevano uso di complici immediati, come Sharpie Sense e altri, il concetto di The 8 th Maneuver sembrava calzare a pennello. Mi piaceva moltissimo il fatto che c’era una rivelazione multipla. So che Luke Jermay usa delle variazioni di questo effetto sul palcoscenico, nelle quali si svelano altre cose, oltre alle carte, che trae molto più in inganno rispetto allo schema originario. C’erano un paio di caratteristiche di The 8th Maneuver che non erano adatte a me. Una era il modo in sé di comunicare le carte. L’altro era il fatto che il performer selezionasse le carte. Quello che ho fatto qui è stato di cambiare il metodo per comunicare segretamente le carte usando il Peek di Percezione, di inserire la doppia realtà coinvolgendo altri spettatori nel gioco per selezionare le carte e di aggiungere tecniche ipnotiche per completare l’effetto. Questa routine necessita di un pubblico. Funziona bene sul palco o “in salotto”, sia in modo formale che improvvisato. Usa un complice immediato, una doppia realtà, ipnosi e il Peek di Percezione. Se il vostro complice immediato giunge a essere
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davvero ipnotizzato, allora incollerete la mano di uno spettatore al tavolo e gli darete l’amnesia. Se usate la pseudo-ipnosi allora non potete né sfidarlo direttamente a sollevare la mano incollata o garantire l’amnesia, a meno che non siate in grado di farlo usando tecniche di linguaggio sullo stile di Kenton Knepper o Enrique Enriquez. Vi consiglio di dare un’occhiata a Kentonism e Act of Imagination se non conoscete il loro lavoro. Anche se non sfidate lo spettatore con la mano incollata o l’amnesia, susciterete comunque un effetto forte. Spero che facciate il salto nel vuoto e ipnotizziate lo spettatore. Davanti a più gente lo eseguite ogni volta, tanto meglio, perché fa più effetto sul complice immediato che usate come veggente. Tutto quello che dovete dire lo trovate qui. Se non avete sicurezza in voi o voglia di presentarvi come ipnotista, allora avete due scelte: o fingete di essere un ipnotista o non menzionate affatto la trance e l’ipnosi. L’effetto è così convincente che è ugualmente potente anche lasciando la spiegazione a coloro che osservano la dimostrazione. Potete fare allusioni all’ipnosi, senza dover dire di essere un ipnotista. Il Peek di Percezione verrà usato come metodo di induzione della
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trance molto rapido e molto diretto. Fortunatamente, anche se non riuscite a indurre l’ipnosi, gli effetti sembrano gli stessi, visto che la pseudo-ipnosi è molto simile alla cosa in sé.
Le carte Le carte sono un mazzo normale mescolato liberamente da uno spettatore – tutte tranne quattro. Queste dovrebbero essere le quattro che sono contenute nel prodotto Pyro Perception. Giusto per rendere chiara la spiegazione, queste sono: •
1 = 3 di fiori
•
2 = 4 di quadri
•
3 = 6 di picche
•
4 = Regina di cuori
Per prima cosa, dovete avere il controllo delle quattro carte in cima al mazzo. Un altro punto importante è che siano queste quattro in questo ordine (1, 3, 2, 4): •
1 = 3 di fiori
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•
3 = 6 di picche
•
2 = 4 di quadri
•
4 = Regina di cuori
La ragione per questo verrà chiarita tra un attimo. Potete impalmare le quattro carte, dare le altre a uno spettatore perché le mescoli e poi posizionarle in cima al mazzo dove le potete ritrovare e mettere nella scatola. Oppure potete lasciare le quattro carte nella scatole e poi, quando le altre carte mescolate vengono rimesse a posto ci finiscono semplicemente sopra o scivolano sotto, secondo la vostra preferenza. Questa semplice mossa costituisce il mio approccio preferito. Vuol dire che non dovete toccare le carte, dato che lo spettatore che le mescola le carica sopra quando mette il mazzo nella scatola. Ho visto questa tecnica per la prima volta nel trucco ShuffleCutDeal di Jay Sankey. Per realizzare questo effetto tenete le quattro carte a faccia in su nella scatola, sul lato della scatola che ha la linguetta, in modo che la Regina di cuori sia rivolta verso di voi. Mettete
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la linguetta dentro alla scatola, in modo che vada a coprire la Regina di cuori, e poi mettete il resto delle carte che erano a faccia in su sopra alla linguetta. Potete poi rimuovere le altre carte, potete anche farle cadere, cosa che dà davvero l’idea che la scatola sia vuota, mentre il pacchettino di quattro carte resta riposto al sicuro nella scatola. Potete poi eseguire qualsiasi effetto vogliate col mazzo prima di darlo a uno spettatore per farglielo controllare e mescolare. Questo non è certo un effetto con cui iniziare, quindi più cose riuscite a fare con il mazzo pulito tanto meglio. Quando dite di voler rimettere le carte nella scatola, spesso la persona semplicemente ve le restituirà, se così fosse, ottimo. Potete incoraggiarli a metterle nella scatola. Usate la linguetta per oscurare qualsiasi possibile vista delle carte. Tiratela fuori all’ultimo secondo oppure inserite la punta del pollice nella scatola, in modo che tocchi la carta rivolta in su. Se è lo spettatore a posizionare le carte, allora è piuttosto semplice tirare fuori la linguetta continuando a mantenere le carte in posizione, mentre il resto del mazzo scivola dentro. Le carte mescolate con le quattro carte da forzare in cima sono adesso caricate e pronte, chiudete la linguetta e date la scatola delle carte al mazziere perché la
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tenga. In questa routine vi è sufficiente usare tre carte. Io ne carico quattro solo nel caso in cui mi sentissi costretto a ripetere l’effetto su richiesta. In quel caso, ho un’altra carta da poter forzare.
Il veggente Il complice immediato prende il ruolo del veggente. Agli occhi del pubblico il veggente sta chiaramente ricevendo informazioni da qualcuno. Non sanno esattamente come e quando. Questo vuoto rende molto semplice la creazione di effetti di multi-realtà. Quello più semplice da manipolare in questo effetto è il tempo. Una buona dose di ritardo crea una distorsione che mette il “come” e il “quando” in forte dubbio. Il Peek di Percezione è il metodo usato per trasmettere il seme e il valore di ciascuna carta. La prima carta che il veggente nominerà sarà quella che si trova in cima al mazzo “liberamente” mescolato. In altre parole, la carta che si trova più in alto delle quattro caricate nella scatola. Avete l’opportunità
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di comunicare queste informazioni al complice già nel momento in cui il mazzo viene mescolato dall’altro partecipante. Lo script che segue nella prossima parte vi permette di far acconsentire il complice e di assicurarvi che capisca che ruolo deve svolgere, quasi come se poteste fare una prova generale. Avrete l’opportunità di rafforzare tutto questo tra un attimo, quando effettivamente gli farete fare quello che avete appena provato. Da quel punto in poi, è tutto in discesa. Se il complice immediato non acconsente, allora potreste passare direttamente al trucco ShuffleCutDeal di Jay Sankey o a qualsiasi altro effetto con le carte. Siete in una posizione di forza perché sapete quali sono le quattro carte in cima al mazzo. Tuttavia questa è una via di scampo della quale non ho mai avuto bisogno. Se quello che segue viene eseguito correttamente il complice immediato “ci sta” sempre. La prima carta che vedrà il veggente è la carta forzata in cima al mazzo – il 3 di fiori. La seconda carta che vedrà è la terza carta dalla cima del mazzo – il 4 di quadri. Anche questa verrà forzata. In questo approccio, ho suggerito una forzatura cross cut o una doppia presa, ragione per la quale
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l’ordine delle carte era 1, 3, 2, 4. La terza carta che vedrà il veggente si troverà sotto la sua mano. Questa inizialmente era la seconda carta dalla cima – il 6 di picche.
Le parole e i fatti Innanzitutto, posizionate il gadget Pyro Perception correttamente nella tasca dei vostri pantaloni, ovvero in quella che, se vi trovate in piedi di profilo rispetto al pubblico, non si vede. Orientate il gadget in modo che possiate infilare la mano in tasca e farvi facilmente il primo segno. Pyro Perception è progettato in modo che anche solo al tatto possiate capire come è posizionato. Il segno Pyro dura un bel po’ sulle dita, quindi potete tenere le mani ben lontane dalla tasca e comunque stare tranquilli che il segno c’è. Rivolgendovi al gruppo:
«C’è qualcuno che è già stato ipnotizzato?» Tenete a mente le risposte e concentratevi sullo spettatore
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che sarà il veggente. Se sapete già che uno dei presenti è un buon soggetto allora usate quella persona.
«C’è qualcuno che crede alle abilità paranormali o di telepatia? Sapete a cosa mi riferisco, secondo voi è possibile che qualcuno sia in grado di farsi un’idea su eventi del passato o addirittura di fare previsioni sul futuro? Di recepire delle “impressioni” semplicemente toccando gli oggetti, questo genere di cose.» Se qualcuno dice di sì:
«Ottimo, vorrei usarti per questo effetto. Se per te va bene, quello che farò sarà indurti uno stato di trance leggera, di modo che ti possa davvero concentrare e usare al meglio la tua immaginazione. Voglio che tu recepisca l’idea che hai un’abilità mentale sovrannaturale. Voglio solo che tu mi segua, immaginando come ti sentiresti se davvero fossi un “veggente”.» Se qualcuno dice di no:
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«Ottimo, neanch’io. Se per te va bene, quello che farò sarà indurti uno stato di trance leggera, di modo che ti possa davvero concentrare e usare al meglio la tua immaginazione. Voglio che tu recepisca l’idea che hai un’abilità mentale sovrannaturale. Voglio solo che tu mi segua, immaginando come ti sentiresti se davvero fossi un “veg gente”.» Poi imprimetevi sulla mano i segni della prima carta, mentre dite al veggente:
«Se ti chiedo di immaginare qualcosa, voglio che tu faccia del tuo meglio per immaginarlo; se ti chiedo di visualizzare qualcosa, voglio che tu faccia del tuo meglio per visualizzarlo e che ti impegni nel cercare di farti un’idea di cos’è che ti voglio veramente mostrare. L’ipnosi si basa sulla presentazione di alcune idee che poi tu puoi svilup pare. Quindi, vediamo se sei bravo. Tutto quello che farò sarà di chiederti di concentrarti sulla punta delle mie dita, così, e io le avvicinerò al tuo viso. Nella tua mente, visualizza una carta bianca, senza né seme né valore. Voglio
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che cerchi di sviluppare l’immagine di quella carta partendo solo da queste due cose, il seme e il valore, adesso li vedi, non c’è bisogno di dire niente, semplicemente annuisci se hai capito. Sviluppa l’immagine di quella carta e quando lo hai fatto, annuisci di nuovo. Eccellente. Le mie dita si avvicineranno e mentre cambia la messa a fuoco dei tuoi occhi, i tuoi occhi si chiuderanno, e io ti chiederò semplicemente di tenere quella immagine nella tua mente. Ok. Occhi aperti, completamente sveglio.» Al mazziere:
«Per favore prendi le carte e esaminale, assicurati che sia un normale mazzo di carte e dagli una bella mescolata. Adesso rimettile nella scatola e tienile.» Ovviamente, il mazziere ha appena caricato le carte che avevate lasciato nella scatola sul mazzo mescolato. Imprimetevi di nuovo i segni della prima carta sulle dita e dite al veggente:
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«Adesso so che sei in grado di farlo, guarda di nuovo qui, non c’è bisogno che guardi da qualsiasi altra parte o di dire niente, concentrati solo di nuovo sulla punta delle mie dita e di nuovo, quando si avvicineranno al tuo viso, voglio che ti concentri sui dettagli, visualizza il seme e il valore della carta nella tua mente e mentre le mie dita si avvicinano, nota come cambia la messa a fuoco dei tuoi occhi. Mentre noti questo, chiudi gli occhi. Adesso sviluppa quell’immagine della carta nella tua mente. Con gli occhi chiusi, alza lo sguardo fino al punto in cui si trovano le mie dita e immagina quella carta su uno schermo nella tua mente. Quando la riesci a vedere chiaramente annuisci. Adesso, per favore, pronuncia a voce alta che carta vedi su quello schermo. Ottimo, adesso smetti di guardaree lì; occhi aperti, guardar aperti, completament completamentee sveglio.» sveglio.» Al mazziere:
«Per favore prendi le carte dalla scatola e sistemale sul tavolo. Gira la prima.»
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Al veggente:
«Ottimo, sei stato eccezionale. Facciamolo di nuovo.» Rimettete la prima carta nel mazzo e chiedete al mazziere di tagliare il mazzo, in modo che sia pronto per una forzatura cross cut di quella che adesso sarà la nuova carta in cima al mazzo. Al mazziere:
«Voglio che tagli il mazzo per arrivare a una carta nuova, per fav favore ore alzale da un punto più o meno alla metà del mazzo e mettile qui, così sappiamo da che punto le hai alzate.» Fatevi il segno della seconda carta e dite al veggente:
«Ti ripeto, sei stato bravissimo. Concentrati Concent rati semplicemente di nuovo sulla punta delle mie dita, vedrai che diventa più semplice ogni volta. Anche Anche questa volta, voglio voglio che
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visualizzi un’altra carta nella tua mente. Non dire nulla, concentrati semplicemente sui dettagli, prima il seme e poi il valore, valore, mentre le mie dita si avvicinano avvicinano cambierà cambierà la messa a fuoco dei tuoi occhi. Adesso chiudili e vai all’interno, guarda in alto al to verso quello schermo s chermo nella tua mente. Voglio che lì l ì ti faccia l’immagine l’imm agine di quella q uella carta. carta . Quando la vedi annuisci.» Al mazziere:
«Hai idea della carta alla quale sei arrivato tagliando il mazzo? Per favore, guardala e ricordati qual è.» Fate una doppia presa in modo che il mazziere la veda e girate e posizionate la carta car ta in cima sul tav tavolo. olo. Al veggente:
«Occhi aperti, completamente sveglio. Appoggia la tua mano sulla sua carta. Chiudi gli occhi e di’ che carta hai visto nella mente.»
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Fatevi i segni della terza e ultima carta mentre dite al veggente:
«Ottimo. Adesso continua a premere su quella carta, spin gila contro il tavolo. Faremo questo gioco un’ultima volta. Guardami, e di nuovo guarda le mie dita, e anche stavolta sai cosa devi fare, bene, così, sempre più vicine fino a che gli occhi non si chiudono, bene, così. Sviluppa l’immagine di un’altra carta nella tua mente. Comincia dai detta gli, fino a che anche stavolta non vedi la carta su quello schermo nella tua mente. Adesso, mentre guardi quella carta e ascolti la mia voce, le tue palpebre si incollano, continua a guardare quella carta sullo schermo mentre le tue palpebre si incollano, non puoi aprire gli occhi, puoi provarci ma non ci riuscirai. Adesso smetti di provarci e immagina che la mano sia incollata al tavolo, proprio inchiodata, attaccata, incollata al tavolo. Non puoi sollevarla, provaci, non puoi sollevarla. Adesso smetti di provarci e, sempre con gli occhi chiusi, di’ che carta hai in mente.» «Tra un momento, toccherò il dorso della tua mano e tu
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sarai in grado di sollevarla, ma solo alla velocità alla quale vengono cancellate dalla tua mente quelle carte che hai visualizzato. Quello schermo è vuoto ora. Andate, dimenticate del tutto. Se qualcuno ti chiederà se sei in grado di ricordarti una di quelle carte, gli dirai di no. Annuisci quando sono tutte sparite.» Toccate la mano. Girate la carta sul tavolo in modo che tutti la possano vedere e rimettetela nel mazzo.
«Ok, tra un attimo conterò fino a cinque, e al cinque tornerai alla piena consapevolezza vigile. I tuoi occhi si apriranno e tutti ti faranno un bell’applauso, ti sentirai benissimo, come se ti fossi risvegliato dopo una dormita di 8 ore. Ovviamente saprai che l’ipnosi non è sonno, ma la prossima volta che dormirai, dormirai benissimo. Non avrai del tutto chiaro cosa sia successo qui, solo che sei andato benissimo. Uno. Ti prepari. Due. Un’ondata di energia ti attraversa le dita delle mani e dei piedi, attraverso le braccia, le gambe, la spina dorsale fino alla cima della testa. Tre. Fai un respiro profondo, il petto si riempie di energia
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ricca di ossigeno, che si diffonde a ogni muscolo, nervo e fibra. Quattro. Dell’acqua fresca di fonte purifica la mente e tutto il tuo corpo, sei rinfrescato e pieno di energia. Cinque. Occhi aperti, completamente sveglio. Sentiamo un bell’applauso per il grande veggente, forza. Davvero, sei stato eccezionale. Non sottovalutare i tuoi poteri. Ringraziamo anche il mazziere. Ottimo.» Questa ultima parte è ispirata dalle parole usate in Sharpie Sense, per mettere a tacere il complice immediato alla fine dell’effetto. Il complice ovviamente è stato “ingannato” e quindi non può spiegare niente. Questo vi dà anche l’opportunità di chiedere un bello scroscio di applausi, che fa sentire bene il complice e dà un buon intervallo di tempo in modo che, se decidete di mettere alla prova l’amnesia, molto probabilmente funzionerà. Se poi effettivamente decidete di testare l’amnesia o no sta a voi. Valuto la mia scelta in base al successo con la mano incollata. Se la mano è rimasta ben incollata, allora metto alla prova l’amnesia.
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5.2) REVERSE MIND READING Si seleziona uno spettatore dal pubblico. Gli viene detto che il mentalista gli leggerà la mente e lo si fa mettere a sedere. Gli viene detto che ha una cicatrice sulla gamba e lui conferma. Il mentalista dice su quale gamba e racconta molti dettagli sul modo in cui si è procurato quella cicatrice. Il mentalista poi gli chiede di pensare ad alcune informazioni personali, come l’indirizzo di casa o una data significativa e, di nuovo, le dice senza porre alcuna domanda. Gli chiede di pensare a un numero tra uno e mille e lo nomina correttamente. Poi gli chiede di pensare a una parola qualsiasi. Il mentalista la indovina, lasciando lo spettatore strabiliato. Non c’è niente di scritto, non ci sono accessori di scena, non c’è doppia realtà. Potete letteralmente fare qualsiasi domanda allo spettatore. Chiunque assista a questa dimostrazione può chiedere allo spettatore di pensare alla risposta di una domanda che gli pone e il mentalista ci azzecca ogni volta. Se lo si desidera, allora il membro del pubblico può perfino provare a indovinare la risposta e questa sarà corretta, senza
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che abbia la benché minima idea di come abbia fatto.
Metodo Il concetto e il metodo alla base del Reverse Mind Reading sono stati sviluppati con il mio caro amico e partner d’affari Kev Sheldrake. Sono stati in parte ispirati dall’ammirazione per una routine su uno degli show televisivi di Derren Brown, che io chiamo “Leggi la Mente a 10 Centesimi”. Il resto è venuto da una delle nostre routine ipnotiche preferite, Impara l’Ipnosi in 60 Secondi. Se non avete visto la routine di Derren Brown, il performer fa radunare una folla e sceglie due volontari. Uno dei due cercherà di leggere la mente dell’altro. Derren Brown poi prende da parte lo spettatore che farà il veggente, dando l’impressione di dargli delle istruzioni sul modo di procedere – non riuscite a sentire quello che viene effettivamente detto. I due spettatori vengono riuniti e lo spettatore che fa il veggente riesce ad azzeccare con buona approssimazione quello che l’altro pensa. È un effetto fantastico. A lungo mi sono chiesto come venisse
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creato – e lo faccio tuttora! Osservando la routine di Brown ci è venuto in mente che, forse, il lavoro fatto con lo spettatore veggente serva effettivamente a creare confusione e che il vero lavoro sia già stato svolto con la persona alla quale viene fatta la lettura della mente. Non so ancora se sia questo il caso, ma a ogni modo volevo rendergli merito per l’ispirazione. Mentre pensavamo a tutto questo, Kev e io stavamo lavorando a un metodo improvvisato per trasformare una persona qualsiasi in un ipnotista. Facciamo molta ipnosi da strada e l’idea di trasformare qualcuno in un ipnotista e fargli ipnotizzare qualcun altro ci piaceva. Il nostro approccio era di fargli sapere che, per diventare L’Ipnotista, per prima cosa doveva farsi ipnotizzare. Poi scegliete tra le due persone il soggetto migliore per fare la parte di chi viene ipnotizzato e l’altro per diventare l’ipnotista. Poi passate 60 secondi col potenziale ipnotista, a una distanza dalla quale anche chi verrà ipnotizzato possa sentire. Insegnategli un’induzione per davvero, dandogli delle semplici istruzioni
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su come dare le suggestioni, quali fenomeni sollecitare e poi sguinzagliatelo. In pratica, ci siamo accorti che non è effettivamente necessario ipnotizzare i soggetti prima. Basta lavorare di strategia nella scelta dei ruoli. Comunque, sto divagando. Le due idee si sono fuse insieme alla fine di una sessione di brainstorming ed è nato il Reverse Mind Reading. Potete vedere dei filmati sia di Impara l’Ipnosi in 60 Secondi che di Reverse Mind Reading sul mio canale YouTube, “antonmes”. Il metodo è semplice. Ipnotizzate qualcuno per credere che voi, o qualcun altro, siete in grado di leggere la mente. Ditegli a parole chiare che sarà convinto che tutto quello che il veggente gli dirà sulla sua vita e su quello a cui sta pensando sia vero. Ditegli che ogni volta confermerà che è vero con sbalordimento sempre maggiore a ogni rivelazione. Questo è un esempio di una suggestione post-ipnotica generativa. Devo alzare la mano e confessare che la presentazione illustrata sotto è stata progettata per fare il finto mentalista – l’idea
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era di alludere ai metodi tradizionali di lettura della mente, come il cold reading, la ricerca pre-show, forzare e sbirciare, senza effettivamente usare nessuna di queste tecniche. Ho usato questo approccio spesso, sia in contesti improvvisati che sul palco. A volte do la suggestione pre-show o semplicemente a microfono spento mentre succede qualcos’altro sul palco. Questo approccio pre-show viene spiegato di seguito.
Le parole e i fatti Ok, quindi prima di uno spettacolo o magari mentre le persone sono in piedi e passeggiano, iniziate un Set Piece. La scusa potrebbe essere quella di selezionare qualcuno per un effetto. Potrebbe essere una dimostrazione di quello che verrà più avanti. Identificate un buon soggetto. Ipnotizzatelo e mettete alla prova il vostro lavoro. Se avete letto L’Ipnotista, saprete che questo significa dare una suggestione e vedere se il soggetto risponde. Per darvi l’assoluta tranquillità che l’effetto funzioni, vi consiglio di fare la prova con l’amnesia. Fate una reinduzione e date la suggestione post-ipnotica che segue:
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«Sono un incredibile veggente. Tra un po’ di tempo, ti chiederò di fare il volontario per un esperimento e io leg gerò la tua mente. Quando ti toccherò sulla spalla e ti dirò che vorrei provare un po’ di lettura della mente con te, crederai che sono un incredibile veggente. Da quel momento in poi, tutto quello che ti dirò sulla tua vita e su quello a cui stai pensando, lo prenderai per corretto e vero. Confermerai che sia corretto. Nel momento in cui dirò quello che io credo tu stia pensando, tu crederai al 100% che era quello che stavi pensando. Sarai strabiliato, ti chiederai come faccia a sapere queste cose e sempre più meravigliato a ogni rivelazione successiva. Annuisci se hai capito. Tra un attimo ti risveglierò e avrai un’amnesia totale di questa suggestione. La prossima volta che ci incontreremo sarà come se fosse la prima volta che ci conosciamo. 1, 2, completamente sveglio.» Distraete il soggetto immediatamente dopo averlo risvegliato con un paio di domande sciocche. Questo incoraggia ancora di più l’amnesia.
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Fase di Mind Reading «Ok, adesso vorrei provare una cosa nuova. Ho bisogno di un volontario. Andrai benissimo. Per favore, siediti qui. (Toccate la spalla.) Vorrei provare a leggerti la mente. Pro-
metto di non rivelare niente di troppo personale e ti darò semplicemente le mie prime impressioni. Per te va bene?» «Ok, chiudi gli occhi. Vai all’interno e concentrati sul tuo corpo per un attimo. Percepisco già che hai una cicatrice su una delle gambe? Annuisci se è così. Eccellente. Si trova sul ginocchio, non è vero? Il ginocchio sinistro.» «Adesso apri gli occhi. Ovviamente, molti di noi hanno delle cicatrici sulle gambe. Quindi per favore non dirmi ancora come e dove te la sei procurata, ma puoi ricordarti quando tu ti sei procurato la ferita che ha portato alla cicatrice? È stato quando eri bambino. C’era qualcun altro lì con te. Qualcuno a te caro. Eccellente. Un amico. Non te la sei mica fatta cadendo dalla bici?»
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Formulando l’ultima domanda in questo modo, a volte “sbagliate”. Il soggetto può interpretare la situazione come se gli steste ponendo una domanda e non facendo un’affermazione. Potrebbe dire: “No, infatti. Me la sono fatta arrampicandomi su un muro.” Questo ovviamente potenzia l’effetto.
«Ok, adesso vorrei provare una cosa diversa. Vorrei che pensassi ai tuoi amici. Lascia che ti passino nella mente alcuni dei tuoi migliori amici. Fermati su quelli dei quali conosci il numero telefonico. Ne hai trovato uno?» «Si tratta di qualcuno che vedi regolarmente? Ok, concentrati sul suo nome. Stai pensando a un uomo, vero? Non voglio che dici il suo cognome, concentrati solo sul nome. Percepisco una A… No una O. Ecco, stai pensando a Jon, vero? Sì, Jonathan, ma lo hai sempre chiamato Jon, giusto?» «Ottimo. Adesso cambiamo un po’ direzione. Ti ho chiesto di pensare a delle cose del tuo passato e a persone che conosci. Questo dà l’idea che io conosca il tuo passato.
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Vorrei sottolineare che non n on è così. co sì. Tutto quello quell o che sto facendo è leggere la tua mente proprio adesso, percependo delle cose, questo dà l’impressione che io sappia più di quanto non sappia davvero. Per dimostrare che tutto questo avviene in tempo reale, reale , tra un istante schioccherò le dita, e ti verrà in mente un numero tra uno e mille. Per favore non pensarci prima, aspetta che schiocchi le dita. Sei d’accordo, ti sembra ragionevole? Ottimo.» Schioccate le dita.
«Ok. Stai pensando a un numero. C’è una ragione particolare per cui lo hai scelto o ti è semplicemente apparso? Ok, concentrati su di esso. esso . Ho un po’ di difficoltà con una un a delle cifre. No, aspetta. Quasi tutti scelgono un numero a tre cifre, tu non lo hai fatto. Stai pensando a un numero a due cifre, giusto? Vedo che stai provando a ingannarmi. Adesso pensa a quel numero. numero. 52!» «Ottimo. Adesso libera di nuovo la tua mente. Anche questa volta, per favore aspetta che schiocchi schio cchi le dita. di ta. Quando
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lo faccio, vorrei che tu pensassi a una parola, a qualsiasi parola della della lingua italiana.» italiana.» Schioccate le dita.
«Ok, ne hai trovata una. Adesso, nell’occhio della tua mente voglio che veda questa parola, p arola, e immagini che sia s ia scritta in una specie di cerchio. È una parole lunga. Guarda tutte le lettere e scegline una importante.» «S. E la lettera che viene dopo è una I. Percepisco anche un’altra S, SIS… No, viene prima. Inizia con la P. Precipitevolissimevolmente!»
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PER APPROFONDIRE
Testi di riferimento Paul BROOK, The Gift. The 14th Step to Mentalism, Paul Brook, Broo k, 200 20077. Richard BUSCH, Peek Performances , Magic Inspirations, 2001. Dave ELMAN, Hypnotherapy, Westwood Publishing Company, 1964. Milton H. ERICKSON e Elizabeth M. ERICKSON, Concern ing the Nature and Chara Character cter of Pos Post-Hypnotic t-Hypnotic Behav Behavior ior ,
The Jour Journal nal of General Ge neral Psycholog Psychologyy, Vol. Vol. 24, 1941. 1941. Enrique ENRIQUEZ, Act of Imagina Imagination tion, Kenton Knepper, 2006. Anthony JACQUIN, L’Ipn ’Ipnotis otista. ta. Come ipnot i pnotizza izzare re chiunque chiu nque subito, Edizioni Dialogika, 2010.
Luke JERMAY, The 8th Maneuver , Luke Jermay, 2003.
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Kenton KNEPPER, Kentonism, Kenton Knepper, 2003. Kenton KNEPPER, Sharpie Sense, Kenton Knepper, 2007. Jay SANKEY, 22 Blows to the Head , Sankey Magic, 2006. Mark STRIVINGS, Before the Curtain Rises. A Treatise on Pre-show Work , The Alpha Series, 2003.
Siti http://richardbusch.com www.freddyjacquin.net www.hypnetise.com www.lukejermay.com www.wonderwizards.com
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ESTRATTO DA
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L’IPNOTISTA COME IPNOTIZZARE CHIUNQUE SUBITO
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PRESENTAZIONE
Questo libro è una risorsa per quelli che dicono di essere degli ipnotisti o che vorrebbero diventarlo. Esso non sostituisce un training pratico con un ipnotista professionista abile nell’insegnamento. Tuttavia, se seguite le linee guida di questo libro e avete il giusto atteggiamento e disposizione, e anche un bel po’ di sfacciataggine, talento e sicurezza, riuscirete a ipnotizzare gli altri. Questa abilità si accompagna alla responsabilità. L’ipnosi può essere usata per divertimento, per far ridere e per produrre fantastiche trasformazioni terapeutiche nelle persone. Altrettanto facilmente può provocare confusione, paura e cambiamenti inutili. Se sapete quello che state facendo, le probabilità di provocare danni e disturbi, anche solo temporanei, sono molto basse. Tenendo presente questo, il libro si chiude con informazioni su come usare l’ipnosi in modo da assicurarsi il benessere di tutti. Vi prego di leggere questo capitolo e di
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usare il buon senso per quanto riguarda la salute, la sicurezza, la decenza morale e l’etica nel vostro utilizzo dell’ipnosi. In questo libro, come negli altri miei prodotti e corsi, offro dei suggerimenti proponendo parole, frasi e in alcuni casi interi script che vi saranno utili. A ogni modo, ciò su cui insisto quando formo le persone è che, per essere un buon ipnotista, dovrete prima diventare L’Ipnotista e pensare a voi stessi come L’Ipnotista. Il vostro atteggiamento, il vostro modo di proporvi e la fiducia in voi stessi hanno più peso di qualsiasi script o trucco linguistico. Dove fornisco suggerimenti su cosa dire, tenete a mente che quelle sono le parole che uso io – funzionano per me. Ho fiducia in queste parole. In molti casi le frasi possono sembrare brevi, ma vi assicuro che niente è stato tralasciato. Niente di superfluo è stato aggiunto. Quando ipnotizzo, utilizzo queste parole e queste tecniche sistematicamente senza troppe variazioni, solo personalizzando un po’ a seconda di chi mi trovo davanti. In questo senso sono diventati i miei schemi e i miei canovacci. Non pensate di doverli ripetere alla lettera – sebbene non siano male per cominciare, se siete dei principianti assoluti. Usa-
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tele come punto di partenza. Le parole che pronunciate nel ruolo de L’Ipnotista devono suonarvi bene. Devono essere facili da capire e suonare bene alla persona che avete davanti. Le userete per focalizzare l’attenzione del vostro soggetto e suggerirgli delle idee. Prendete queste idee e poi usatele come punto di partenza. Sviluppate il vostro stile personale nel parlare e sarete più efficaci. Gli script non sono incantesimi e non dovrebbero essere letti e basta. Non sono le parole che ipnotizzano, siete voi. Anche se usate le parole che uso io esattamente come le presento, assicuratevi prima di averle fatte vostre; provatele e riprovatele fino a che non sono diventate una parte di voi. Ho utilizzato alcune convenzioni per rendere più facile la comprensione di ogni parte degli script di questo libro. •
Ci riferiremo all’ipnotista come “L’Ipnotista”.
•
Ci riferiremo alla persona da ipnotizzare come “il soggetto”.
•
Il testo e le istruzioni che descrivono le induzioni sono
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scritti in questo carattere semplice. Queste istruzioni NON devono essere comunicate al soggetto. •
Ogni parola o istruzione da comunicare al soggetto appare come testo in corsivo e neretto.
Nell’ipnosi, userete principalmente le parole per influenzare il vostro soggetto. Quindi sarà meglio che sappiate cosa dire. Mirate a diventare maestri nella comunicazione. Riflettete sulle parole che usate, sul loro significato e sulle loro associazioni. Dovreste fare attenzione a come date le suggestioni e a come istruire al meglio il vostro soggetto. Imparate a usare il tono della voce e il ritmo per comunicare chiaramente le vostre intenzioni e capite quando ricorrere al silenzio e all’enfasi. Tutto questo vi aiuterà a migliorare le vostre capacità di comunicazione e a diventare ipnotisti eccellenti. In poco tempo comincerete a sviluppare le vostre suggestioni preferite e il vostro stile personale. Non c’è niente di sbagliato nell’imitare. È un modo per imparare. Quindi, guardate spettacoli e filmati dei migliori ipnotisti all’opera. Leggete sull’argomento. I migliori ipnotisti appaio-
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no totalmente sicuri di sé, aspettandosi niente di meno che un successo assoluto. Sembrano sempre ben preparati e del tutto sicuri di quello che stanno facendo. Infine, siate voi stessi – ma all’ennesima potenza.
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CAPITOLO 1
CHE COS’È L’IPNOSI IMPROVVISATA Questo libro tratta di ipnosi e di come usarla in modo efficace. Vi insegnerà che cos’è l’ipnosi e come ipnotizzare sia individualmente che a gruppi, in qualsiasi momento e luogo voi scegliate. Non è un libro sull’ipnosi da palcoscenico, né è un libro sull’ipnoterapia, sull’autoipnosi o sul mentalismo. Non è un manuale sull’apprendimento accelerato, né sulle tecniche ipnotiche di vendita, né tanto meno sull’arte di rimorchiare. E non tratta della vecchia ipnosi delle origini, né di questa nuova ipnosi che è sulla bocca di tutti. Si possono fare molte cose con l’ipnosi, ma queste ne sono il risultato – non l’ipnosi stessa. L’ipnosi che imparerete in questo libro può essere applicata a tutte le situazioni descritte sopra e a ogni altro ambito della vostra vita.
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Non è richiesta alcuna esperienza precedente per capire e mettere in pratica le nozioni di questo libro. Le tecniche sono semplici all’apparenza, ma sono incredibilmente potenti. Sono del tutto pratiche e hanno superato la prova su strada con migliaia di persone nel corso degli anni, nel mio lavoro di terapia e d’intrattenimento. Quando padroneggerete queste tecniche, potrete benissimo scoprire che sono tutto quello di cui avete bisogno. Detto questo, c’è sempre qualcosa in più da imparare. Fate dell’ipnosi la vostra forma d’arte e siate pronti a investire il tempo e le energie necessarie per diventare maestri. Per portare in un contesto pratico questo approccio all’ipnosi, il libro si concentra su come dare dimostrazioni improvvisate di ipnosi che possono essere applicate a ogni situazione. Può essere usata con lo scopo di divertire, intrattenere e far ridere. Può essere un sollievo rapido da dolori fisici e mentali, o per “l’ingegneria ipnotica”1. Sta a voi decidere come appli1 “Ingegneria ipnotica” è un termine coniato da un collega ipnotista, esperto di sicurezza ed amico Kevin Sheldrake. Deriva dalla “ingegneria sociale”, ovvero la
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carla. Quando vi presentate come ipnotista, o se si sparge la voce che sapete ipnotizzare, spesso le persone vi chiederanno se potete ipnotizzare proprio loro. Quando risponderete “Sì”, spesso vi chiederanno se potete farlo immediatamente. Questo libro vi insegnerà a sfruttare al meglio queste opportunità. Vi mostrerà anche come creare un contesto adatto per inserire l’ipnosi in qualunque situazione desideriate. Troppe persone che sostengono di essere brave a ipnotizzare, specialmente gli ipnoterapeuti, non si sentono a loro agio nel dare una dimostrazione improvvisata di ipnosi e si inventano delle scuse sul perché preferirebbero non ipnotizzare a una festa o in un altro contesto sociale. Questo è tipico di un gran numero di corsi di ipnoterapia, che sottolineano l’uso di lunghe induzioni progressive, spesso con grande enfasi sul tecnica, nel mondo degli hacker, di ottenere l’accesso fisico a luoghi o informazioni (ad esempio le password) dal “wetware” delle persone piuttosto che usando software o hardware. Il termine è qui usato in un contesto sociale più ampio e si applica all’acquisizione di beni materiali e servizi, oltre a informazioni – programmando le persone a fare ciò che volete.
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rilassamento e poca o nessuna enfasi sui fenomeni ipnotici. In parte ha a che fare con la paura – soprattutto la paura di fallire e fare una figuraccia. L’approccio progressivo funziona bene quando è fatto nel modo giusto, tuttavia non è l’induzione più appropriata o la più efficace per l’ipnosi improvvisata. Se tirarsi indietro davanti all’opportunità di ipnotizzare qualcuno è una scelta dettata da motivi professionali, perché non volete passare per una persona che prende l’ipnosi poco seriamente, allora ben venga. Ma se il motivo è la mancanza di idee su come procedere, allora questo libro vi aiuterà a colmare questa lacuna. Ho iniziato a studiare l’ipnosi per scopi terapeutici e sono diventato un ipnoterapeuta prima di iniziare a usarla per intrattenere. Passo buona parte della mia giornata lavorativa di ipnoterapeuta a utilizzare l’ipnosi per aiutare le persone a cambiare il modo in cui pensano, sentono e reagiscono alle situazioni della loro vita. Sono specializzato nel tipo di ipnoterapia che viene descritta a volte come breve, rapida o focalizzata sulle soluzioni. Questo approccio al cambiamento
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non prevede il counseling o sedute d’analisi, ma piuttosto si concentra sulla modifica degli schemi mentali o delle abitudini di una persona nella propria vita quotidiana. Adoro questo lavoro. E adoro anche divertirmi a usare l’ipnosi per intrattenere le persone. Faccio ipnosi tradizionale da palcoscenico, ma mi esibisco anche in prima persona, allo stesso modo di un mago itinerante che diverte gli invitati a una festa. Le mie performance possono essere descritte come un misto di Ipnotismo e Mentalismo e danno l’impressione che io sia in grado di spingere le persone a comportarsi in un certo modo, interpretare il loro comportamento e predire le loro azioni. Ho lavorato su diverse emittenti televisive che mi chiedevano di usare l’ipnosi per strada con un pubblico ignaro e in vari luoghi pubblici come negozi, ristoranti, locali o contesti di lavoro. Utilizzo l’approccio descritto in questo libro in tutte queste situazioni. Funziona sia che mi trovi nello studio terapeutico per mostrare a qualcuno come superare una fobia, sia che mi trovi in un pub a “incollare” i piedi di un cliente al pavimen-
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to, o sul palco durante un’esibizione. L’ipnosi è sempre ipnosi, sia che avvenga in uno studio, a una festa o su un campo sportivo. Capire che non serve che il soggetto stia comodo e rilassato su una sedia ad ascoltare musica new age nello studio terapeutico, è già un primo passo avanti per riuscire bene nell’ipnosi improvvisata. In filosofia, una delle domande apparentemente senza risposta è: “Vediamo tutti il rosso allo stesso modo?” Per fortuna non abbiamo bisogno di rispondere a questa domanda per riuscire a ipnotizzare. È comunque utile partire dal presupposto che la nostra percezione personale della realtà è solo un punto di vista malleabile. Tutto ciò che esiste sono pseudo-eventi e oggetti a cui ci adeguiamo con una falsa consapevolezza abituata a vedere queste cose come vere e reali. L’ipnosi cambia letteralmente la nostra percezione della realtà, dandoci un’altra falsa consapevolezza a cui ci adattiamo e che prendiamo per vera e reale tanto quanto la precedente – in questo senso la realtà è plastica.
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Alcune delle mie ricerche sperimentali e delle mie esibizioni mi hanno portato a mettere alla prova alcune idee comuni sul modo migliore di indurre l’ipnosi e su cosa poter fare con le persone una volta ipnotizzate. Una parte di questo lavoro, sebbene discutibile da un punto di vista etico, mi ha offerto la possibilità di testare alcuni dei cosiddetti limiti dell’ipnosi. Pur essendo un professionista esperto di ipnosi e ipnoterapia, mi sono stupito nello scoprire quanto lontano si possa spingere questa disciplina, solo in parte compresa, una volta portata fuori dai confini dello studio terapeutico o del palcoscenico. •
È possibile entrare in un negozio/ufficio/supermercato, parlare con un impiegato o con un commesso qualche minuto e andarsene con una cosa qualsiasi senza pagare?
•
È possibile pagare le persone con l’immondizia invece che con il denaro/carta di credito?
•
Potete fare in modo che le persone vi trattino come una superstar?
•
Potete far morire dal ridere le persone a comando?
•
Si può diventare “invisibili”?
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La risposta a tutte queste domande e molte altre simili è “Sì”. Le cose che si possono fare sono infinite. Le tecniche contenute in questo libro sono semplici, dirette e si possono imparare. Possono essere applicate efficacemente in una situazione reale, ben fuori dalle confortevoli mura di uno studio di ipnoterapia e senza il lusso di un palco pieno di soggetti ipnotici in trepidazione. Possono essere impiegate in qualsiasi posto il soggetto possa sentirvi e sono totalmente improvvisate.
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CAPITOLO 2
IPNOSI: NON SERVE ALCUNA INTRODUZIONE Che uno creda o no nell’ipnosi, che ne abbia fatto esperienza o meno, è probabile che abbia già un chiaro concetto personale di cosa sia e di come funzioni di solito. Questa idea può essere basata su qualcosa che ha letto, o visto in un film e in tv. Può averne avuto esperienza diretta come soggetto o come spettatore, oppure può affidarsi al sentito dire e alle leggende metropolitane. Persino la maggior parte dei bambini di sette/otto anni ha un’idea propria dell’ipnosi. Quindi, prima di cominciare, potrebbe essere utile che vi poniate alcune domande e che vi annotiate cosa ne salta fuori. Innanzitutto, cosa pensate che sia l’ipnosi? Che immagini vi saltano in mente quando pensate all’ipnosi, agli ipnotisti e a chi viene ipnotizzato? Quali parole e frasi utilizzerebbe più comunemente un ipnotista? Come ci si sente a essere ipnotizzati? Come si comportano le persone quando sono sotto
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ipnosi? Credete di poter essere ipnotizzati? Un ipnotista potrebbe farvi compiere qualcosa contro la vostra volontà? Una volta che avrete imparato di più sull’ipnosi e vi sarete accettati come “L’Ipnotista”, sarà molto probabile che le vostre idee su cosa sia l’ipnosi e come possa essere usata siano molto diverse da quelle comunemente condivise. È bene non dimenticare quello che la maggior parte della gente crede che sia. Sfruttare i loro modelli mentali di ipnosi va benissimo – anche se non sono molto precisi – basta che il loro modello non li lasci per qualche motivo spaventati dall’ipnosi. Se è così, è bene allora eliminare le loro paure prima di ipnotizzarli, cosa molto semplice da fare. Ho posto a centinaia di studenti di ipnosi, a migliaia di clienti e a molti ipnotisti la domanda: “Cosa pensi che sia l’ipnosi?” Le risposte sono state le più disparate, anche tra gli ipnotisti. Esistono, però, diversi temi ricorrenti nella percezione comune di quest’arte. Sonno, uno stato rilassato, orologi a pendolo, ipnosi da pal-
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coscenico, entrare in contatto con il subconscio, dire a qualcuno cosa deve fare, una poltrona comoda, una voce lenta, soporifera e roca, lo schiocco delle dita e più recentemente “Little Britain”2 e la parola “dormi” sono risposte comuni quando la gente prova a darvi un senso di quello che crede sia l’ipnosi. Potrebbero venire alla mente immagini di persone accasciate su una sedia con gli occhi chiusi, sotto il comando e lo sguardo incantatore dell’ipnotista. Sono idee piuttosto comuni anche una fila di sedie vuote, dei soggetti “dormienti”, delle persone che fanno cose ridicole o che si ritrovano con un’amnesia. Anche nella nostra società moderna piuttosto scettica, le credenze popolari attribuiscono un certo significato agli strumenti e ai rituali dell’ipnosi, come i passaggi delle mani, orologi
2 “Little Britain” è uno show inglese scritto e interpretato da Matt Lucas e David Williams. Uno dei protagonisti è un personaggio chiamato Kenny Craig, una caricatura: è un ipnotista odioso e privo di fascino, che usa i suoi poteri per ottenere quello che vuole.
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ipnotici che ruotano, spirali, lo sguardo ipnotico e i comandi perentori. Alcuni anni fa, mia moglie mi ha regalato un orologio da taschino legato a una catenina. La prima volta che l’ho mostrato a degli amici al pub, sono subito scappati tutti – come se, semplicemente guardando quell’orologio, rischiassero di finire ipnotizzati. Esistono decine di definizioni d’ipnosi – alcune più precise di altre e la maggior parte decisamente insoddisfacenti. Quale che sia la definizione in voga al momento, ciò non sembra influenzare molto l’effettiva applicazione pratica dell’ipnosi o i fenomeni generati. Le definizioni descrivono spesso l’ipnosi come uno “stato” di qualche tipo. Che tipo di stato sia è ancora oggetto di discussione. “Uno stato come il sonno”, “uno stato unico o speciale”, “uno stato di trance”, “ogni stato alterato” e, ovviamente, “uno stato rilassato”. Tutte queste definizioni hanno un qualche pregio, ma una volta esaminate risultano tutte ugualmente insoddisfacenti.
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Posto che siamo sempre in uno stato di qualche tipo e che molti studi hanno trovato poca differenza significativa tra chi è ipnotizzato e chi è in uno stato normale, i critici di queste definizioni suggeriscono che l’ipnosi non possa essere definita in termini di stato. Alcuni arrivano addirittura a dire che, dato che non si può dimostrare che l’ipnosi sia un particolare stato, allora l’ipnosi non esiste. Detto questo, con gli sviluppi recenti dei macchinari per monitorare l’attività cerebrale, ci sono sempre più prove a sostegno della presenza di cambiamenti significativi nelle funzioni cerebrali durante l’ipnosi. Un altro modo per definire l’ipnosi è come un processo o un’arte. È certamente possibile essere un eccellente ipnotista senza alcuna conoscenza di psicologia o della teoria sulle funzioni e sullo stato cerebrale. Col talento, lo stile e la pura forza della personalità farete molta strada come ipnotista. Così come con l’accettare che l’ipnosi è davvero solo l’abile applicazione delle suggestioni a qualcuno che si trova in uno stato focalizzato. Hippolyte Bernheim (1840 – 1919), padre dell’Ipnosi del XX secolo, è noto per aver detto: “È la suggestione che governa l’ipnotismo” (Bernheim, 1889). Egli
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credeva che l’ipnosi fosse sostanzialmente un processo basato sulla suggestione. È una supposizione utile, sebbene difficile da affrontare scientificamente. Nonostante la trance sia certamente stata usata per scopi curativi e come supporto alla creatività per migliaia di anni, in realtà riconduciamo il concetto di trance, intesa come ipnosi, al lavoro del medico austriaco Franz Anton Mesmer (1734 – 1815). Mesmer elaborò una teoria e un modo per curare le persone che aiutò molti a guarire. Le sue idee erano basate quasi interamente su ipotesi non corroborate e su una scienza erronea, ma comunque portarono verso teorie più accurate sull’ipnosi nel secolo successivo. Mesmer credeva che fra tutti i campi già noti alla scienza dell’epoca ne esistesse un altro, che poteva essere chiamato “campo animato”, “fluido” o “forza vitale”. Egli definiva la buona salute come il libero scorrere di questo campo o fluido attraverso migliaia di canali nel nostro corpo. Le malattie risultavano da un’ostruzione al libero fluire di questi canali. Eliminare questi ostacoli e ripristinare il flusso riportava allo stato di
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salute. Quando la natura non riusciva a farlo spontaneamente, il contatto con un conduttore di “magnetismo animale” era un rimedio necessario e sufficiente. In altre parole, Mesmer credeva di essere un conduttore di magnetismo animale e che questo potesse influenzare lo scorrere della forza vitale in forma di fluido. Mesmer mirava ad aiutare gli sforzi che la Natura compiva per guarire. Trattava i pazienti sia individualmente che in gruppo. Individualmente, egli sedeva di fronte al paziente con le ginocchia che toccavano quelle dell’altra persona, stringendo i pollici del paziente nelle proprie mani e guardandolo fisso negli occhi. Mesmer faceva passaggi con le mani, spostandole dalle spalle lungo le braccia del paziente. Prima di lui, era pratica comune farlo con dei magneti. Molti pazienti provavano sensazioni particolari o avevano convulsioni, considerate delle crisi che avrebbero spianato la strada alla cura (Pattie, 1994). Nel XIX secolo, l’idea che ci fosse un fluido o un’influenza invisibile che passava dall’ipnotista al soggetto crollò e l’ipnosi iniziò infine a essere considerata da molti come qualcosa di cui il soggetto è responsabile o, più correttamente, qualcosa
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di cui il soggetto è capace, una volta date le giuste istruzioni. Questo portò qualcuno a concludere che tutta l’ipnosi fosse autoipnosi. Più recentemente, l’ipnosi ha iniziato a essere vista da molti come una peculiarità della relazione sociale tra l’ipnotista e il soggetto – l’ipnotista e il soggetto che recitano le loro parti come credono di dover fare. In altre parole, si tratta di social compliance3 o un gioco di ruoli. Il dibattito si è protratto per decenni e probabilmente continuerà in futuro. Per i nostri scopi daremo un’occhiata alle definizioni dei più importanti ipnotisti mai esistiti, James Braid, Milton Erickson e Dave Elman. James Braid (1795 – 1860) portò a un mutamento di paradigma rispetto ai seguaci di Mesmer del XVIII e del primo XIX secolo. Braid era un medico e, dopo aver assistito a una dimostrazione di mesmerismo, credette di aver capito perché le persone entrassero in questo stato particolare, che secondo lui non aveva niente a che fare con un fluido magnetico invisi3 Con “social compliance” si intende l’atto di conformarsi alle richieste sociali.
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bile. Suggerì una base fisiologica per l’ipnosi. Generalmente si ritiene che la sua visione perspicace ma inesatta fosse che lo stato di mesmerizzazione (ipnosi) fosse causato dall’affaticamento del nervo ottico (per via della fissazione oculare) – da qui l’associazione col fissare un orologio che oscilla o, nel suo caso, un portasigarette d’argento. Sembra però che non avesse capito che fossero proprio le sue suggestioni verbali ai soggetti, relative al fatto che i loro occhi si sarebbero stancati, ad avere un effetto. Nei suoi scritti successivi, pur non abbandonando del tutto l’idea della fissazione oculare, sembra spostare l’enfasi sul fatto che non è solo lo sguardo che si fissa, ma anche l’occhio della mente. In altre parole, la mente, quando viene ipnotizzata, si blocca attorno a una singola idea: “La vera origine ed essenza della condizione ipnotica sta nell’induzione di un’abitudine all’astrazione o alla concentrazione mentale, in cui, come nel sonno a occhi aperti o nell’astrazione spontanea, i poteri della mente sono tanto occupati da una singola idea o flusso di pensiero da rendere, in quel momento, l’individuo incosciente o indifferentemente cosciente verso tutte le altre idee, impressioni o flussi di pensiero” (Braid, 1852).
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Notate che Braid dice che l’ipnosi rende l’individuo incosciente o indifferentemente cosciente verso tutte le altre idee. È importante. Da ipnotizzati, si possono comunque avere esperienze su cui riflettere mentre accadono e di cui si può essere pienamente coscienti. Per esempio, se siete stati ipnotizzati e portati a credere di non poter spostare la mano dalla faccia perché è incollata, potete comunque riflettere sul fatto che è incollata e persino chiedervi perché sia incollata. Tuttavia l’unica realtà per voi è che la mano è incollata. Se siete stati ipnotizzati e indotti a credere che i tappi delle bottiglie di birra siano monete, anche quando verrà sottolineato che sono tappi di bottiglia, voi saprete senza ombra di dubbio che non sono tappi di bottiglia, ma monete e le accetterete come tali. Siete indifferenti a tutte le idee tranne a quella su cui la vostra mente si è fissata come realtà. L’ipnotista guida la percezione della realtà del soggetto fissando la sua mente su determinate idee. Dal tempo di Braid fino al XX secolo, l’ipnosi era tipicamente indotta con un approccio diretto e autoritario. Nel XX secolo Milton Erickson (1901 – 1980) determinò una rivoluzione
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nella modalità di indurre l’ipnosi, elaborando un approccio permissivo e indiretto divenuto poi molto popolare tra gli ipnoterapeuti del XXI secolo. Alla fine della sua carriera, sembrava semplicemente che conversasse con i suoi pazienti, che andavano in trance senza che la parola “ipnosi” fosse mai menzionata. Ovviamente Erickson sapeva esattamente ciò che stava dicendo, ciò che stava facendo e perché questo causasse l’ipnosi. Le sue intuizioni sul cambiamento personale hanno rivoluzionato la terapia moderna. Vi consiglio di leggere le sue opere: scoprirete molti incredibili modi per usare l’ipnosi. Fece esperimenti con l’ipnosi praticamente ogni giorno dal 1920 al 1980. Ottenne risultati significativi. Poiché il suo approccio permissivo è così conosciuto, si sottovaluta spesso il fatto che Erickson fosse anche un maestro dell’induzione ipnotica rapida e improvvisata e che la usasse altrettanto volentieri del più elaborato approccio segreto o indiretto. Pare che usasse l’induzione con la stretta di mano così spesso che, alla fine della sua carriera, nessuno volesse più stringergli la mano. Molte delle sue affermazioni sono state citate in qualità di sua definizione d’ipnosi – varrebbe la pena leggerle tutte. Questa è solo una delle tante: “Uno stato
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speciale di consapevolezza caratterizzato dalla ricettività verso le idee” (Erickson, 1987). Possiamo notare alcune cose in questa breve definizione. Essa sottolinea il fatto che la mente diventa ricettiva alle idee che l’ipnotista presenta. Ciò può essere interpretato nel senso di una persona che diventa più suggestionabile o più aperta alle idee che le vengono presentate sotto ipnosi. È molto interessante anche notare l’enfasi che Erickson pone sulla “consapevolezza”, piuttosto che sull’essere non coscienti, disattenti o inconsapevoli. È in linea con la sua convinzione secondo la quale l’ipnosi ci permette di affrontare il demone più grande in tutti noi, la mente subconscia, o quello che lui chiamò la mente inconscia. Da ipnotizzati, l’inconscio sembra assumere più responsabilità o uscire allo scoperto. Esso regola tutti i nostri processi corporei, conserva e gestisce i nostri ricordi, gli apprendimenti derivati da ogni tipo di esperienza, oltre agli schemi e i modelli mentali che ci permettono di funzionare. Questa parte della mente è intuitiva. Può richiamare il vostro potenziale e modificare all’istante il vostro modo di pensare, sentire e rispondere. Al
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contrario, la mente cosciente è limitata. Nel suo approccio alla risoluzione dei problemi è logica e lineare. È qui e ora. A Erickson non interessava dialogare con la mente conscia, e non dovrebbe interessare nemmeno a voi quando state ipnotizzando qualcuno. Mirate a comunicare direttamente con l’inconscio. Considerate, infine, una delle definizioni più famose e citate di un moderno innovatore e forse l’ipnotista più influente di tutti i tempi, Dave Elman (1900 – 1967): “L’ipnosi è uno stato della mente in cui viene bypassata la facoltà critica dell’essere umano e viene instaurato un pensiero selettivo” (Elman, 1964). Elman si riferisce a uno stato in cui viene bypassata la facoltà critica dell’essere umano. Quindi, che cos’è la facoltà critica? Non sembra essere correlata a nessuna parte fisica del cervello o a processi neurologici. È più concettuale – immaginatela come un filtro tra la mente conscia e quella inconscia. Potete pensarla come la capacità di giudicare. Essa possiede determinate caratteristiche. È razionale, logica, limitata e
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caratterizzata dal pensiero induttivo – procede da certi fatti verso la conclusione logica. La facoltà critica è la parte di voi che pensa di sapere cosa sia la realtà. Pensa di saper distinguere il caldo dal freddo. Pensa di sapere che una scopa non è la persona di cui siete innamorati. Pensa che pungersi il braccio con uno spillo farà male. Pensa che, se solo lo volete, potete sollevare i piedi da terra. Pensa di conoscere il vostro nome. Bypassare la facoltà critica non costituisce l’ipnosi, ma ne costituisce, con le parole di Elman, “il primo passo”. Quando la facoltà critica viene bypassata, il vostro senso del giudizio, il vostro ragionamento induttivo e le vostre facoltà logiche rimangono in sospeso o sono distratte. Quanto distratte o per quanto a lungo rimangano in sospeso, dipende dall’atteggiamento del soggetto e dall’abilità dell’ipnotista. Quando l’atteggiamento e l’abilità conducono entrambi verso l’ipnosi, la mente inconscia del soggetto assume il predominio e, con un’ulteriore istruzione da parte dell’ipnotista, si può instaura-
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re rapidamente il pensiero selettivo. Secondo Elman, il pensiero selettivo selettivo è qualunque cosa a cui credete senza riserve. r iserve. Per “mente inconscia” intendo tutto ciò che non è la mente critica cosciente – tutti i vostri ricordi, ogni apprendimento, risorsa, schema e modello. Per “pensiero selettivo” intendo un tipo di pensiero in cui il ragionamento induttivo viene sospeso e la mente si fissa su un’idea. Quando avviene questo, l’inconscio del soggetto dà ascolto acriticamente alle suggestioni dell’Ipnotista, che verranno messe in pratica in modo ugualmente acritico. Non significa, tuttavia, che l’inconscio non possa rifiutarsi di seguire le vostre istruzioni, né significa che la facoltà critica continuerà a essere bypassata, dato che essa può sempre tornare in gioco. gioc o. A ogni modo, in quanto Ipnotisti dovret d ovretee comprendere e avere chiaro in mente che, a tutti gli effetti, ipnotizzare qualcuno porta la persona ad accettare ciecamente idee, suggestioni e istruzioni date dall’Ipnotista. Si può bypassare la facoltà critica piuttosto naturalmente, in molti modi diversi e senza ricorrere all’ipnosi. Essere Essere confusi,
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essere sotto shock, provare forti emozioni o un sovraccarico d’informazioni, essere ubriachi o essere sballati, ridere, giocare o esibirsi, sono tutte situazioni comuni in cui il giudizio e la logica possono essere sospesi temporaneamente. È il momento in cui ci troviamo nella situazione del “coniglio abbagliato dai fari”: ciò che segue è generalmente guidato dalla nostra mente men te inconscia, inconsc ia, istintiva istint iva e automatica. L’Ipnot L’Ipnotista ista può creare dei momenti del genere artificialmente e utilizzarne i risultati per instaurare il pensiero selettivo. Le tecniche illustrate nel capitolo tre vi mostreranno come fare. È utile notare che in nessuna di queste definizioni si nomina mai il sonno o il rilassamento. La ragione è che l’ipnosi non è sonno e non richiede neanche un pizzico di rilassamento. Ciò che si sottolinea è che, sotto ipnosi, l’attenzione del soggetto si restringe e si fissa su determinate idee o su una singola idea. Gli stimoli ambientali più ampi vengono ignorati. Di recente, Joe Griffin e Ivan Tyrrell, pionieri dello Human Givens, hanno proposto una nuova teoria sull’ipnosi e sulla mente in stato di trance (Griffin e Tyrrell, 2003). Griffin e Tyrrell sostengono che l’ipnosi sia il risultato dell’accesso allo
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stato REM. Nello stato REM entriamo entr iamo in contat c ontatto to con l’immaginazione, quello che Griffin e Tyrrell chiamano “generatore di realtà”, responsabile respons abile dei d ei nostri nost ri sogni. sog ni. Una delle de lle funzioni funz ioni del de l sogno è quella di scaricare la tensione emotiva non risolta. riso lta. In altre parole, ci permett per mettee di completare l’elaborazione emotiva del giorno gior no attraverso attraverso connessioni e immagini metaforiche nel sogno. Un’altra sua funzione chiave è quella di aggiornare i nostri modelli istintivi o le reazioni comportamentali ed emotive. Ciò significa che lo stato di apprendimento è anche uno stato REM. Ogni volta che ci attiviamo senza sforzo s forzo cosciente, ci affidiamo a un processo di corrispondenza di schema, ritornando a una risposta r isposta o a un comportamento compor tamento precedenteprecedentemente appresi durante lo stato REM. Perciò, quando agiamo per istinto, in realtà lo stiamo facendo secondo una suggestione post-ipnotica. Allo stesso modo, quando un soggetto ipnotizzato agisce secondo una suggestione post-ipnotica datagli dall’ipnotista, egli metterà in opera tale suggestione con la stessa eff e fficacia, icacia, immediatezza e istintività con cui at a ttiva gli altri comportamenti inconsci. Quindi, quando ipnotizziamo qualcuno, stiamo semplice-
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mente innescando lo stesso processo che il cervello attiva durante il sogno, incluso il generatore di realtà – è questo che rende l’ipnosi così efficace. In quanto L’Ipnotista è utile per i vostri scopi tenere a mente queste definizioni. Riguardatele alla luce delle vostre esperienze. Leggete le opere di coloro che le hanno coniate. Non c’è, comunque, alcun bisogno di scervellarsi troppo su cosa sia esattamente l’ipnosi o perché avvenga. Non c’è ragione di preoccuparsi se la “facoltà critica” sia qualcosa di fisicamente individuabile o meno. Ha ancora meno senso tentare di dimostrare che l’ipnosi è reale. La mente esiste come modello, l’ipnosi esiste come fenomeno. Dobbiamo utilizzare un modello concettuale per descrivere come funziona. L’ipnosi magari non avrà la concretezza di un mattone, ma questo per voi non deve avere importanza. Il fatto è che potete abbracciare una qualsiasi delle opinioni dominanti sull’ipnosi e rimanere lo stesso un buon ipnotista. Per i vostri scopi pratici, in veste de L’Ipnotista, vedetela così: l’ipnosi è l’arte di presentare idee direttamente alla mente in-
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conscia ricettiva. Capite che, in quanto L’Ipnotista, state presentando idee e dando istruzioni, e lo state facendo alla mente inconscia del soggetto, ricettiva alle idee e alle istruzioni che presentate. Dovete essere convinti, desiderare fermamente e aspettarvi niente di meno del fatto che la mente le interpreti e le metta in opera con una sincera risposta inconscia.
2.1) Essere L’Ipnotista Per essere un grande ipnotista, è di fondamentale importanza che diventiate L’Ipnotista. Non un ipnotista. Non qualcuno che sa qualcosa sull’ipnosi, ma L’Ipnotista. Dovete esprimere assoluta fiducia in voi stessi, coerenza e competenza nelle vostre capacità, conoscenze e abilità. All’inizio serve un bel po’ di faccia tosta. Fingete di padroneggiare le tecniche. Dovete credere di essere i migliori, di avere un talento naturale e comportarvi come se fosse così. Dovete essere convinti che il vostro soggetto sia un soggetto
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ipnotico eccezionale. Dovete volere e aspettarvi che entri in ipnosi e che faccia quello che gli dite di fare. Si dice spesso che gli amici più cari e i familiari siano i peggiori soggetti perché non riescono ad accettarvi come L’Ipnotista. A volte fanno più fatica ad accettare una realtà del genere piuttosto che le persone che non vi conoscono così bene. Non agitatevi, provate semplicemente a ipnotizzare chiunque vi sopporti, compresi gli amici stretti e i familiari. Un membro della vostra famiglia o un amico potrebbero essere dei soggetti fantastici e voi avrete così la vostra personale scimmietta ammaestrata per tutta la vita.
2.2) Preparare gli strumenti Una volta deciso di ipnotizzare qualcuno, o se qualcuno vi chiede di ipnotizzarlo, ci sono cinque cose utili da fare: •
Eliminare la paura
•
Eliminare le convinzioni sbagliate
•
Aumentare le aspettative
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•
Accendere l’immaginazione
•
Prendere il controllo
Quando un ipnotista da palcoscenico è all’opera, se sa fare bene il suo lavoro, già con la promozione dello show avrà acceso l’immaginazione del pubblico e creato forti aspettative su quello che sta per accadere. Durante il monologo di apertura, un ipnotista passa di solito alcuni minuti a spiegare i motivi per cui tutti possono sentirsi al sicuro nelle mani di un esperto e che hanno ragione di essere emozionati e di divertirsi. Il pubblico deve sapere con certezza chi ha il controllo. Nello studio terapeutico, ci si aiuta grazie alla pubblicità, ai certificati esposti e sottolineando il fatto che il soggetto rimane in controllo di sé e consapevole di tutto. Nell’ipnosi improvvisata, la preparazione deve essere completata più velocemente – spesso in poche frasi, spesso in pochi secondi. L’approccio più semplice è quello di ignorare quanto detto sopra e prendere il controllo. Ciò significa ipnotizzare rapida-
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mente il soggetto nel giro di pochi secondi, prima che abbia il tempo di spaventarsi. Potete riu-scirci grazie a un’induzione rapida, come l’Induzione Istantanea, la Jacquin Power Induction, o l’Induzione con la Stretta di Mano illustrate nel quarto capitolo. Anche utilizzando un altro metodo, alcune semplici parole vi saranno comunque d’aiuto. È inutile perdersi in una spiegazione di trenta minuti su cosa sia l’ipnosi. Poche frasi andranno bene. È il vostro elevator pitch, ovvero ciò che direste a Bill Gates o Richard Branson
se vi trovaste con loro in ascensore, con solo pochi secondi per vendere la vostra idea (Southon e West, 2002). Con l’ipnosi, vendete l’idea di essere in grado di ipnotizzare, che il vostro soggetto può essere ipnotizzato e che non c’è ragione di preoccuparsi, dato che sarete voi a prendervi cura di lui. Perciò ditegli che siete un ipnotista: il soggetto si chiederà subito se può essere ipnotizzato o se lo state già ipnotizzando. La paura dell’ipnosi assume forme diverse. Per prima cosa il
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soggetto può aver paura dell’ignoto: fategli capire che l’ipnosi è semplicemente un bellissimo stato mentale. Fategli sapere che non si tratta di sonno e che sarà sempre in grado di sentirvi. Potrebbe aver paura di rivelare alcune informazioni segrete che lo potrebbero mettere in imbarazzo o rovinare. Assicurategli che non accadrà. Potrebbe temere di rimanere bloccato in uno stato di trance e non essere più lo stesso. Assicurategli che non può rimanere bloccato in trance e ditegli che sarà un’esperienza piacevole. Fategli sapere che troverà tutto interessante e che imparerà qualcosa su di sé. Potrebbe aver paura di voi – non è l’ideale, salvo che non sia spaventato dall’idea che lo ipnotizzerete in un attimo. Prendere il controllo non vuol dire essere prepotenti o aggressivi, ma richiede comunque che diveniate la parte dominante. Potete riuscirci chiedendo al soggetto di fare qualcosa:
«Puoi spostare la sedia un pochino? Ora puoi mettere i piedi a terra, appoggiare comodamente le mani sulle gambe e guardarmi?»
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Se il soggetto è in piedi, correggete la sua posizione e chiedetegli di unire i piedi. Tutto questo serve a dimostrare chi ha il controllo e vi dà la possibilità di capire quanto sia bravo il soggetto a seguire le istruzioni. Alcune delle induzioni e dei Set Piece di questo libro si eseguono meglio se il soggetto si trova inizialmente in una posizione fisica e in uno stato mentale particolari, perciò avvantaggiatevi facendo un po’ i bulli. Tutto ciò che chiedete di fare al soggetto, per quanto l’istruzione o la richiesta possa sembrare piccola, deve essere compiuto con uno scopo in mente – portare il soggetto a fare ciò che volete che faccia. Ricordate che lui probabilmente non sa come funziona l’ipnosi. Quindi dategli la tranquillità di sapere chi ha il controllo della situazione. Non appena dite a qualcuno che siete un ipnotista, subito comincia ad accendersi la sua aspettativa sul fatto di poter essere ipnotizzato e la sua immaginazione su cosa potrebbe accadere. Dovreste sfruttare la situazione a vostro vantaggio.
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Liberatevi di tutte le paure di riuscire o meno a ipnotizzare il soggetto o di apparire stupidi se non vi riuscite. Eliminate le vostre idee errate sul tipo di soggetto che potrebbe o non potrebbe essere. Guidate questi processi cercando di essere davvero fantasiosi, vivaci ed entusiasti del vostro soggetto. Fate in modo che resti affascinato da voi, dal processo d’ipnosi e dall’idea di essere ipnotizzato.
2.3) Come capire se una persona è ipnotizzata Se vi limitate a dare al vostro soggetto delle suggestioni di rilassamento, sarà molto probabile, allora, che nessuno dei due poi possa capire se egli è effettivamente ipnotizzato o no. Infatti, se in seguito glielo chiedete, probabilmente vi dirà di essersi sentito solo rilassato, ma che non crede di essere stato ipnotizzato. Questo può andare bene se il vostro obiettivo comune è insegnargli a rilassarsi. Spero, però, che miriate a qualcosa di più. Anche se date suggestioni capaci di tirar fuori dal soggetto ogni tipo di fenomeno ipnotico, con molta probabilità egli continuerà a dire di non essere stato ipnotizzato. Ricordate bene, il vostro soggetto metterà in pratica le
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vostre suggestioni inconsciamente. Quindi, per quanto lo riguarda, il soggetto si sente perfettamente normale sotto ogni aspetto. Quindi non ha senso contare su di lui per avere una conferma che sia ipnotizzato o meno. Allora, come si può capire se qualcuno è ipnotizzato? Il modo di gran lunga più semplice consiste nel comunicare una suggestione al soggetto e vedere se la segue. Subito e alla lettera sarebbe grandioso. In altri termini, mettete alla prova il vostro lavoro. Se il soggetto sembra reagire, allora dategli un’altra suggestione, e così via. È utile anche sviluppare un “occhio” capace di cogliere i segni dell’ipnosi, in modo che possiate capire se una persona è ipnotizzata ancora prima di darle delle suggestioni che richiedano risposte fisiche ed emotive evidenti. Qualcuno potrebbe essere ipnotizzato e non mostrare nessuno dei seguenti segni, ma molti altri invece lo faranno, quindi state attenti. Sono molto utili se volete selezionare uno o due partecipanti da un gruppo, poiché potrete subito intuire chi sono i soggetti migliori. Questi sono i segnali da cercare:
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•
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Palpebre che tremano e sbattono – è lo stesso movimento REM degli occhi che si osserva in qualcuno che dorme. Spesso è molto pronunciato nel soggetto ipnotizzato e dovrebbe essere stimolato, dato che poi potrete suggerire che si intensificherà, cosa che avverrà.
•
Aumento della temperatura – un cambiamento nel flusso sanguigno è facilmente visibile in alcune persone, a seconda della tonalità della pelle. È un segnale utile che indica che il loro stato è cambiato.
•
Occhi che ruotano all’indietro – anche se non lo notate quando accade, potreste comunque vedere il bianco degli occhi quando le palpebre tremano. Alcune induzioni iniziano con gli occhi ruotati all’indietro. In questa posizione è molto difficile per il soggetto aprire gli occhi.
•
Cambiamento nel ritmo respiratorio – a volte accelera, ma più spesso si fa più profondo e regolare, simile a quello di qualcuno che dorme tranquillamente.
•
Aumento della lacrimazione – più umidità dentro e attorno agli occhi. Se sono aperti possono apparire vitrei.
•
Testa pesante – con un leggero incoraggiamento, ad esempio spingendo dolcemente la testa in avanti, il collo
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del soggetto si rilassa e diventa molto difficile alzare la testa. Oltre a cercare la presenza di questi segnali per capire se il soggetto è ipnotizzato, è utile sfruttarli anche per intensificare la trance. Si possono usare induzioni che creano artificialmente uno dei segni dell’ipnosi come metodo utilizzato per ipnotizzare. Potreste ipnotizzare qualcuno facendolo inspirare, mentre voi contate fino a 7, e facendolo espirare, mentre contate fino a 11, impiegando il loro conteggio o il ritmo del loro respiro come centro dell’attenzione. Potreste spingere in avanti la testa del soggetto mentre dite: “Dormi”. Potreste prendere un punto all’interno della sua testa come punto focale di un’induzione di fissazione, con gli occhi chiusi e ruotati all’indietro. Potete anche collegare uno di questi segni con lo sviluppo di un altro fenomeno ipnotico o con l’accelerazione dei fenomeni ipnotici. Se ad esempio notate che il soggetto sta esibendo pronunciati movimenti REM, potete renderlo consapevole di ciò e creare un collegamento tra il fenomeno e quello che
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volete che accada dopo.
«Mentre i tuoi occhi tremano, la tua mano sta diventando sempre più leggera, leggera, e si solleva.» Molti di questi segni rimarranno al di fuori della consapevolezza cosciente del soggetto fino a quando non avrete richiamato la sua attenzione su di essi. Quindi, se li notate, potete suggerire che stanno per verificarsi. Suggerite, ad esempio, che il soggetto comincerà a sentire caldo, o che i suoi occhi cominceranno a tremolare. Quando noterà che tali fenomeni stanno avendo luogo, il soggetto li attribuirà all’influenza dell’Ipnotista e i fenomeni si intensificheranno. Questo accade, probabilmente, perché il soggetto inizia ad autosuggestionarsi: “Ho sempre più caldo, sembro sempre più accaldato, come fa a sapere che ho sempre più caldo?” oppure “I miei occhi tremolano. Non posso fermarli. Devo essere ipnotizzato”. Questo panico inconscio crea un feedback continuo spinto dal suo stesso dialogo interno. Incoraggiate i segnali naturali di ogni fenomeno ipnotico. Sfruttateli. Sviluppate un occhio che sappia identificarli. Se vi trovate davanti un grup-
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po di persone e state cercando tra di loro qualcuno con cui lavorare, scegliete coloro che mostrano segni di ipnosi e quelli che appaiono più affascinati ed entusiasti.
2.4) I fenomeni ipnotici Una volta che avrete ipnotizzato il vostro soggetto, esistono diversi fenomeni di cui può fare esperienza.Questi sono: •
Catalessia: perdita del controllo cosciente dell’abilità di muovere parti del corpo; mancanza di reazione agli stimoli esterni e rigidità muscolare.
•
Movimenti ideomotori: movimenti inconsci, come annuire, dita che si contraggono e gambe che tremano.
•
Amnesia: incapacità di richiamare informazioni o perdita di memoria.
•
Allucinazioni di tutti i sensi: avvertire qualcosa che non c’è, o non percepire qualcosa che c’è.
•
Dissociazione: separazione di mente e corpo.
•
Ipermnesia: memoria potenziata.
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•
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Regressione: ritorno a schemi di comportamento e memoria precedenti o infantili.
•
Rivivificazione: richiamare e rivivere un evento del passato.
•
Analgesia: perdita sensoriale parziale.
•
Anestesia: perdita sensoriale totale.
•
Distorsione temporale: contrazione ed espansione nella percezione del tempo.
La catalessia è uno dei principali esempi di fenomeno ipnotico, ben documentata e impiegata in molti modi – un classico in questo campo. Descritta per la prima volta da Charcot nel 1882, è uno strumento ipnotico utile e versatile (Charcot, 1882). Se avete messo qualcuno in trance e provate a sollevare il suo braccio, scoprirete probabilmente che è catalettico e rimarrà a fluttuare a mezz’aria – rimarrà dove lo avete messo invece di cadere come vi aspettereste. È combinata spesso con induzioni di ipnosi a sorpresa o improvvisate ed è quindi spettacolare. Molte delle induzioni in questo libro incoraggiano la catalessia. Il segreto sta nell’essere capaci di bloccare l’attenzione di qualcuno in modo tale o abbastanza
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a lungo da fargli dimenticare quel braccio o quella mano. Il soggetto dimentica il modo in cui li percepisce normalmente e può iniziare ad autosuggestionarsi. È quanto meno un segno utile che avete indotto la trance e un elemento utile per convincere il soggetto che qualcosa è avvenuto. Oltre a questo, la catalessia può essere sfruttata per passare ad altri fenomeni ipnotici più avanzati e usata per incoraggiare la comunicazione ideomotoria direttamente con la mente inconscia e con il corpo, senza bisogno di risposte verbali. La catalessia è una condizione fisiologica in cui sussiste una tensione equilibrata tra i muscoli agonisti e antagonisti. In breve significa che una parte del corpo rimane in una certa posizione. I muscoli usati per muovere una certa parte del corpo hanno solitamente un muscolo “opposto” che permette di tornare alla posizione di partenza. Prendiamo ad esempio il bicipite e il tricipite del braccio. Quando questi muscoli si bilanciano, la parte del corpo non si muove. Una coppia di muscoli nel nostro corpo, che funziona sempre in questo modo quando si è svegli, si trova nel collo e mantiene la testa eretta.
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Quando in ipnosi viene indotta la catalessia e la si combina con i movimenti ideomotori per far alzare il braccio a qualcuno, le sensazioni, le percezioni cinestesiche e propriocettive sono piuttosto diverse da quelle che si provano alzando il braccio volontariamente. Guardare il braccio di un soggetto che si alza in modo catalettico è un po’ come vedere il movimento di un posseduto in un film horror – come se un argano lo sollevasse. “Malleabilità” è un ottimo termine per descrivere questa sensazione, molto noto in psichiatria per descrivere la catatonia (Overdurf, 1994). Questa è un’altra cosa che potete portare all’attenzione del soggetto.
«Puoi notare il tuo braccio che si solleva e che si sta muovendo in modo automatico e meccanico. Questo perché è il tuo inconscio che solleva il braccio. Ciò permette alla tua mente cosciente di sollevarlo con un movimento fluido, ma il tuo inconscio la muove a scatti, quasi per riflesso.» “Catatonia” è un termine per i pazienti schizofrenici che vi-
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vono in un perenne stato di catalessia – potete posizionarli come vi pare e loro rimangono nella posizione in cui li lasciate. Anni fa ho visto un artista di strada mimare questa condizione. Stava in piedi su una scatola su cui c’era scritto “Muovetemi”. Lasciando qualche moneta, i passanti potevano spostarlo nella posizione che preferivano e in cui rimaneva fino a che qualcun altro non arrivava e lo spostava. È molto semplice provocare la catalessia nel vostro soggetto ipnotizzato. Dovete capire che una mano appoggiata sul bracciolo di una poltrona può essere catalettica: non c’è bisogno che rimanga a mezz’aria, ma solo di essere fuori dal controllo cosciente. Nello studio terapeutico, la catalessia può essere usata come una forma avanzata di segnalazione ideo-motoria – in altre parole, sfruttare la catalessia e gli altri movimenti successivi del corpo come linea di comunicazione. Un braccio può sollevarsi più in alto per dire “Sì”, magari un braccio per il “Sì” e l’altro per il “No”. Ernest Rossi usa la segnalazione ideomotoria per comuni-
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care con l’intelligenza inconscia profonda presente nel corpo del soggetto (Rossi e Cheek, 1988). Ai fini dell’ipnosi improvvisata, diventate esperti nel provocare la catalessia nei vostri soggetti. È utile per molte cose, tra cui: •
Convincere – dimostrate che l’inconscio è attivo, ovvero il soggetto è ipnotizzato.
•
Indurre la trance – usatela come Set Piece o come induzione stessa.
•
Come routine – trasformate il soggetto in un appendiabiti o in una statua.
•
Comunicare – segnali ideomotori.
•
Leva – per saltare ad altri fenomeni ipnotici.
Con la catalessia, potete o indurre in primo luogo la trance e suggerire poi la catalessia degli occhi, delle mani, delle braccia o di tutto il corpo, oppure incorporare la catalessia come parte dell’induzione vera e propria della trance. Tutti i metodi illustrati nel capitolo tre che includono la catalessia possono essere usati come induzione ipnotica piuttosto che
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semplicemente come Set Piece 4. Una volta che ha raggiunto la catalessia, il vostro soggetto è altamente suggestionabile. Se avete reso impossibile per il vostro soggetto muovere il braccio, incoraggiatelo a tentare di muoverlo. Incoraggiatelo a provarci con tutte le sue forze. Ditegli che può provarci, ma che il suo inconscio ha un potere superiore e che lavora al posto suo. Realizzare di essere più di quanto pensasse prima di incontrarvi è un’esperienza unica e bellissima che rimarrà con lui per sempre. Per lo meno avrà qualcosa da raccontare quando gli chiederanno cosa è successo quando è andato dall’ipnotista. Per molti è un’esperienza sconvolgente. Se il soggetto è davvero coinvolto, incoraggiatelo ad aprire gli occhi e a osservare la parte del corpo che avete reso catalettica. Chiedetegli se gli appartiene. Quando il soggetto ha gli occhi aperti, una sfida come quella di muovere un braccio è ancora più potente. Molte persone potrebbero agitarsi a questo punto: fategli chiudere gli occhi, dite loro che potrebbero sentirsi strani, ma che comunque si divertiranno, e cercate di andare ancora più in profondità mentre li bombardate con ul4 Un Set Piece è una routine preliminare, elaborata per convincere le persone dei vostri poteri ipnotici (NdT).
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teriori istruzioni. La loro mente, a questo punto, è apertissima e ricettiva.
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DISCLAIMER: il presente ebook ha esclusivamente uno scopo formativo e rappresenta la libera opinione dell’autore. Le strategie riportate in questo libro sono frutto di anni di studi e specializzazioni. Il lettore si assume piena responsabilità delle proprie scelte, consapevole dei rischi connessi a qualsiasi forma di esercizio.
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Queste prime pagine de L’Ipnotista ti hanno incuriosito, e vorresti leggerlo? Puoi trovarlo su http://www.dialogika.it/shop/ index.php. Nel libro che ha già insegnato l’arte dell’Ipnosi Istantanea e Improvvisata a moltissime persone, scoprirai le tecniche essenziali e i trucchi del mestiere. Nel DVD di accompagnamento, avrai anche la possibilità di vedere Jacquin stesso all’opera – nello studio e sulla strada. Impara come ipnotizzare chiunque subito!
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Libro
LA MEDICINA DEL XXI SECOLO LA PROVA SCIENTIFICA DEL POTERE DELLA MENTE
di C. Devin Hastings Questo libro documenta l’evidenza medica di guarigioni eccezionali attraverso il racconto di storie stupefacenti che mostrano come tutti noi possiamo raggiungere risultati miracolosi imparando a utilizzare l’ipnosi e altre tecniche mente-corpo. In queste pagine troverai le risoluzioni di casi di ansie e fobie sconfitte senza il ricorso ad alcun medicinale, di dolori scomparsi, guarigioni accelerate e di disfunzioni sessuali magicamente risolte, che ti faranno capire il potere dell’ipnosi applicata alla ricerca del benessere.
Libro 333 pagine - € 24.00
Libro
MILTON H. ERICKSON UN GUARITORE AMERICANO
a cura di Betty Alice Erickson e Bradford Keeney Questo ritratto di Milton H. Erickson costituisce un documento davvero unico nel suo genere. La voce e lo spirito di questo straordinario personaggio ne attraversano ogni parte, riprendendo vita nell’affettuoso ricordo di coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo meglio di chiunque altro. Sono infatti familiari e collaboratori a raccontare Milton: il terapeuta, lo psichiatra e soprattutto l’uomo che fu.
Disponibile dal 2011
Libro
WEB MONSTER & COVERSATIONAL MARKETING COME TRASFORMARE LA TUA IMPRESA IN UN SUCCESSO
di Daniele Bogiatto e Charlie Fantechi Due menti illuminate per un’opera rivoluzionaria. Le voci di Daniele Bogiatto, guru del business e del web, e Charlie Fantechi, numero uno dell’ipnosi conversazionale ed esperto di comunicazione efficace, si intrecciano per dare vita a un dialogo inaspettato, sorprendente e ricco di spunti preziosi. Un testo che ti guiderà in un processo di maturazione di una nuova consapevolezza e un nuovo modo di concepire l’azienda e il tuo ruolo al suo interno, con costanza, eticità e valori saldi.
Libro 148 pagine - € 18.00
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Libro
SMETTILA DI ESSERE RICCO COME USCIRE DAL TUNNEL DELLA RICCHEZZA E DEL SUCCESSO
di Charlie Fantechi Questa è la prima guida al mondo che insegna ai ricchi a diventare poveri. Oggi infatti chi vuol diventare ricco trova centinaia di libri e corsi di formazione utili allo scopo. E chi invece è diventato ricco e vuole uscirne, che cosa può fare? Questo libro surreale e irriverente ti insegna a condizionare la tua mente verso la povertà e l’insuccesso, oppure se lo leggi da una diversa prospettiva, a capire ancora più a fondo quali sono le caratteristiche peculiari della mente del ricco.
Disponibile dal 2011
Libro
DIVENTA UN IPNOTISTA ORA! E CONQUISTA TUTTI CON L’IPNOSI
a cura di Igor Ledochowski Diventa un ipnotista ora! è il testo di riferimento per quanto riguarda l’esplorazione dei fenomeni della trance profonda. E’ una risorsa ideale per ipnotisti, terapeuti, counselor e coach, utile per gestire al meglio gli incontri col cliente e massimizzarne l’efficacia sviluppando le proprie abilità ipnotiche. Per chi sa quanto può esser potente un uso sapiente del linguaggio e vuole esercitarsi in quest’arte, seguendo i commenti e gli esercizi messi a punto da un grande esperto d’ipnosi.
Disponibile dal 2011
Libro
PROFONDAMENTE IPNOSI ESPLORA GLI ABISSI DELLA TUA MENTE
di Jonathan Chase Best-seller immediato, Profondamente Ipnosi è un testo unico nel suo genere: spigliato, divertente e diretto, ti porterà a scoprire quelle facoltà della mente che non sapevi di possedere. Impara quel che davvero serve conoscere sull’ipnosi da palcoscenico da un grande ipnotista e intrattenitore, Jonathan Chase. Veloce, d’effetto e facile da leggere, questo è il libro per eccellenza sugli aspetti pratici dell’ipnosi da palcoscenico.
Disponibile dal 2011
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Libro
LA NUOVA ENCICLOPEDIA DELL’IPNOSI DA PALCOSCENICO di Ormond McGill La nuova enciclopedia dell’ipnosi da palcoscenico è un libro per tutti: sia per chi inizia a conoscere questa materia e vuole approfondirla sotto la guida di un grande maestro, sia per i più esperti. I contenuti pratici e teorici offrono molteplici spunti per praticanti di tutti i livelli, anche per chi è già ipnotista o per chi si dedica al mentalismo. Con spiegazioni dettagliate di oltre cento induzioni, estratti degli spettacoli d’ipnosi più elettrizzanti e un’intera sezione dedicata ad ogni aspetto pratico della progettazione e dello sviluppo dello show, apprenderai come spingerti ai confini del potere della suggestione per divertire, stupire e sconcertare i tuoi amici e il tuo pubblico.
Disponibile dal 2011
Libro
PAROLA DI LEADER I DISCORSI IPNOTICI DELLE PERSONE CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO
di Charlie Fantechi “Una puntuale e brillante analisi di come alcuni dei più famosi leader della storia hanno usato il potere del linguaggio per influenzare e dirigere gli eventi del mondo. Charlie Fantechi fornisce una visione significativa nella struttura della magia del linguaggio e nel potere che le parole hanno di toccare e ispirare le persone.” — Robert Dilts
Libro 155 pagine - € 16.00
Box - Audiocorso
IL POTERE DELL’IPNOSI CONVERSAZIONALE ® 49 LEZIONI PER IMPARARE A NEGOZIARE, VINCERE, CONVINCERE
di Charlie Fantechi Il primo e unico audiocorso d’Ipnosi Conversazionale® in italiano che ti permetterà di rendere la tua comunicazione davvero ipnotica. Le 49 lezioni sono organizzate in modo da permettere un facile apprendimento delle tecniche d’ipnosi conversazionale. Ogni lezione contiene un esercizio che potrai svolgere per seguire i tuoi progressi attraverso la semplice applicazione delle pratiche presentate nei CD. Potrai sentire degli esempi di applicazione delle tecniche d’ipnosi conversazionale direttamente dalla voce di Charlie Fantechi.
Manuale 150 pagine + 3 CD - € 119.00
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Manuale + 7 CD Audio
21 GIORNI DI IPNOSI PER CAMBIARE LA TUA VITA
di Charlie Fantechi
Il box contiene 7 CD audio e il manuale con la trascrizione delle induzioni
21 giorni per 21 induzioni durante le quali riuscirai a superare ogni tua preoccupazione, a risolvere conflitti interiori, a vedere il mondo e la v ita in una luce nuova per realizzare i tuoi sogni e vivere serenamente. Con questa serie d’induzioni audio puoi fornire al tuo inconscio gli strumenti per liberare la mente e superare i limiti attraverso l’ipnosi, sviluppando la capacità di gestire le incongruenze e ottimizzare gli sforzi tesi al tuo benessere psicofisico. Le 21 induzioni sono trascritte in prima persona in modo che tu possa autoipnotizzarti leggendo. Ogni giorno avrai l’opportunità di ascoltare l’audio dell’ipnosi e poi, la sera, leggere la stessa induzione in modo da rafforzare e completare il l avoro e le suggestioni di quella giornata.
Manuale 150 pagine + 7 CD - € 119.00
DVD
THE MANCHURIAN APPROACH IPNOSI PER MAGHI E MENTALISTI
di Anthony Jacquin Se sei affascinato dall’ipnosi e vuoi saperne di più, se ti piacerebbe mescolare l’ipnosi con la magia, se vuoi diventare maestro di ipnosi improvvisata, questo cofanetto è quello che fa per te. Oltre a momenti esplicativi e di formazione girati sotto forma di intervista, troverai numerosi filmati in cui queste abilità ipnotiche vengono dimostrate in ambienti quotidiani, come nei bar o direttamente in strada. Rivolto a maghi e mentalisti, tanto a quelli alle prime armi che ai professionisti, questo box si concentra esclusivamente sull’ipnosi per l’intrattenimento.
Cofanetto contenente 4 DVD - € 97,00
DVD
MA OBAMA HA USATO L’IPNOSI? IL TUO POSTO IN PRIMA FILA A: I GRANDI LEADER
di Charlie Fantechi Due ore di contenuti, pratica e divertimento sulle tecniche di comunicazione dei GRANDI LEADER. Se non hai potuto partecipare a uno degli e venti con Charlie Fantechi sulle strategie comunicative dei GRANDI LEADER, con questo DVD avrai il tuo posto in prima fila!
DVD - € 15.00
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